La Camera di Commercio CZ, KR, VV: Segnalare tentativi di truffe ai danni di imprenditori

La Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, guidata da Pietro Falbo, ha invitato gli iscritti a segnalare ogni episodio che risulti difforme dalle normali procedure di comunicazione dell’ente per evitare possibili tentativi di truffa.

Ciò a seguito della segnalazione da parte di una iscritta ad una importante associazione di categoria datoriale, per denunciare una inconsueta telefonata in cui l’interlocutore si è falsamente qualificato come addetto della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia per carpire informazioni e dati sensibili. Secondo quanto riferito, nella telefonata sono state fornite false comunicazioni riguardo la posizione contributiva dell’iscritta all’ente camerale per ottenere informazioni riguardanti conti correnti e ulteriori dati della società. 

La Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia dopo aver ricevuto la segnalazione ha immediatamente avviato un accertamento interno che ha consentito di appurare l’anomalia e l’infondatezza delle comunicazioni riferite nel corso della interlocuzione telefonica riguardante il duplice pagamento del diritto annuale e la richiesta di informazioni bancarie per procedere ad un presunto rimborso.

L’Ente camerale, infine, ha assicurato che ogni episodio sarà trasmesso per conoscenza alle competenti autorità giudiziarie. (rcz)

 

Bilancio positivo per i cartelloni natalizi cofinanziati da Camera di Commercio CZ, KR, VV

Sono positivi i risultati registrati dai cartelloni natalizi predisposti dalle amministrazioni comunali di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia in collaborazione con l’ente camerale.

«I centri storici – ha evidenziato il presidente dell’Ente camerale, Pietro Falbo – rappresentano il cuore pulsante delle nostre città. Vetrine per esibire eccellenze e luoghi identitari delle nostre comunità. La Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia vuole tornare a mettere al centro questi spazi di aggregazione e di sviluppo per cittadini e commercianti».

«I cartelloni natalizi hanno rappresentato per noi – ha aggiunto Falbo – il primo banco di prova di questo impegno. Il nuovo ente camerale – che riunisce le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia – ha fermamente inteso investire in questi progetti che hanno dimostrato come i nostri centri storici siano luoghi vivi e pulsanti. Lo splendido albero di Natale in piazza Duomo a Crotone elemento distintivo e caratterizzante attorno a cui la comunità riscopre i propri valori, “Natale Camera Insieme” eventi diffusi e di prossimità sul corso principale di Vibo Valentia ed apertura del museo Limen per riannodare i fili che da sempre legano i cittadini e le imprese commerciali ed il grande concerto di Tananai in piazza Prefettura a Catanzaro con migliaia di presenze per brindare assieme al nuovo anno». 

«L’exploit di partecipazione ci conforta e ci spinge a perseguire la strada della collaborazione con tutte le istituzioni, così come avvenuto nell’ambito della programmazione dei cartelloni natalizi di quest’anno nelle tre province. Questa sinergia deve rappresentare la stella polare che guida le nostre azioni. Solo insieme – ha concluso il presidente della Camera di Commercio – daremo a cittadini e imprese le risposte che chiedono e che meritano». (rcz)

CROTONE – Il Liceo Artistico “Pertini-Santoni” ha partecipato al progetto “Gioielli di Calabria”

Il liceo artistico Pertini-Santoni di Crotone ha, anche questa volta, fatto orgogliosamente la sua parte con un’opera che rappresenta il simbolo delle città stessa: la colonna di Capo Colonna, partecipando al progetto regionale ‘Gioielli di Calabria’ realizzata nel prestigioso laboratorio del liceo, dalle classi guidate dai professori Maurizio Guerra e Paolo Venturini.

Anche gli altri licei artistici calabresi hanno partecipato al progetto con opere altrettanto significative e suggestive. Il 19 dicembre 2022, nella piazzetta della Cittadella della Regione Calabria, è stato collocato l’albero di Natale dei calabresi, proveniente dai boschi incontaminati del territorio di Mongiana.

Il Comune che lo ha donato, lo riutilizzerà al termine delle festività, per realizzare le ‘panchine della consapevolezza’, in collaborazione con l’area naturale protetta, gestita dai Carabinieri forestali del reparto di Biodiversità di Mongiana. La lodevole iniziativa si colloca in un più ampio progetto della Regione Calabria ‘Gioielli di Calabria’, che coinvolge ben 7000 studenti di tutti i licei artistici della regione. L’iniziativa ha l’obiettivo di rafforzare il senso delle radici e dell’identità culturale nelle nuove generazioni e, nel contempo, la fiducia nelle istituzioni.

L’orchestra Filarmonica della Calabria diretta dal Maestro Filippo Arlia e l’orchestra del Liceo ‘Campanella’ di Lamezia hanno accompagnato l’evento in un’atmosfera piena di valori, lontani dal consumismo vigente. L’evento in questione sarà solo l’inizio di una ritrovata fiducia nella scuola e nelle istituzioni, dopo gli anni complessi della pandemia. I giovani sono e saranno sempre i protagonisti del tempo che stanno vivendo e spetta a noi adulti fare in modo che esprimano il meglio di sé attraverso la creatività e l’amore per la bellezza.

Il Dirigente Scolastico, dott.ssa Annamaria Maltese, si è complimentata con tutti gli alunni che hanno lavorato con passione alla realizzazione di questo progetto “Gioielli di Calabria’.

Sono proprio loro i nostri “Gioielli” che, dedicando parte del loro tempo e delle loro energie, sono riusciti, ancora una volta, ad esprimere pienamente la loro creatività artistica. Doveroso ringraziamento a tutti i docenti coinvolti che continuano a dare prova della loro passione e professionalità, coinvolgendo gli studenti in mille e fruttuose iniziative didattico-laboratoriali. (eb)

La Camera di Commercio CZ, KR, VV approva Programma pluriennale 2022/2027

Il Consiglio della Camera di Commercio Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, guidata dal presidente Pietro Falbo, ha approvato il Programma Pluriennale 2022-2027.

Si tratta di un documento strategico per la riunificata Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia che detta le linee di intervento e la vision del nuovo ente. Tra i principali obiettivi posti a fondamento del programma vi sono: funzionare bene come pubblica amministrazione di qualità; mettere a fattor comune e ottimizzare tutte le risorse interne ed esterne; unificare i territori integrandone le specificità; rafforzare e valorizzare le relazioni e le collaborazioni con tutti gli altri soggetti che agiscono per lo sviluppo socioeconomico locale e la competitività delle imprese.

Questi valori, assunti come pietre angolari del nuovo ente, sono stati declinati in specifiche strategie volte a rendere competitiva la pubblica amministrazione, le imprese e il territorio assecondando il duplice processo di transizione digitale ed ecologica e di internazionalizzazione favorendo l’espansione delle aziende verso i mercati nazionali ed esteri. Il programma riserva poi particolare attenzione alle strategie di sviluppo turistico da intendersi come linee di intervento capaci di integrare nelle stesse dinamiche di sviluppo le strutture ricettive con i settori centrali dell’agroalimentare, dei servizi e dell’artigianato. Approvati, infine, i progetti di sistema finanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico con l’aumento del 20% del diritto annuale per il triennio 2023/2025.

«Con l’approvazione del Programma pluriennale 2022/2027 sono state gettate le basi della nuova Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia – ha dichiarato il presidente Pietro Falbo –. Una pubblica amministrazione trasparente e più vicina alle imprese e al territorio. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di crescere assieme alle nostre aziende, di accompagnarle nei processi di promozione e di sviluppo sui mercati nazionali e internazionali e di renderle vero valore aggiunto di una terra che ha grande desiderio di mostrare il suo volto migliore. Rivolgo, infine, il mio augurio di un buon lavoro ai quattro consiglieri camerali designati nel Consiglio di Unioncamere Calabria». 

Prima del Consiglio camerale, si è riunita la Giunta, che ha approvato diversi ordini del giorno.

Tra i più importanti vi sono l’approvazione del piano di razionalizzazione delle società partecipate e la designazione dei consiglieri camerali in seno al Consiglio di Unioncamere Calabria. In particolare, in qualità di consiglieri camerali sono stati nominati Luigi Alfieri, Giovanni Ferrarelli, Walter Placida e Mirea Rotundo.

Successivamente, è stato dato il via libera ad alcune richieste di compartecipazione progettuali e patrocini. Nello specifico, sono stati stanziati contributi economici nella forma della compartecipazione a sostegno della valorizzazione economica e culturale dei centri storici di Catanzaro e Lamezia Terme per la programmazione dei cartelloni natalizi. Altrettante risorse erano state stanziate già in precedenza, con delibera e sempre nella forma della compartecipazione, per patrocinare gli eventi festivi di Crotone e Vibo Valentia. Approvata anche l’adesione all’associazione Mirabilia Network.

Disco verde poi al progetto Pa digitale 2026, finanziato con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e volto alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. Le risorse consentiranno di adeguare i servizi digitali permettendo un accesso semplificato alle piattaforme telematiche dell’ente anche con la carta d’identità elettronica.

Sono stati approvati due regolamenti. Il primo per l’assegnazione d’ufficio dei domicili digitali alle imprese e società e per la loro iscrizione nel registro delle imprese, il secondo volto alla costituzione del comitato di imprenditorialità femminile. Entrambi i regolamenti dovranno poi passare al vaglio del Consiglio camerale. Nominato, infine, il Responsabile Protezione Dati (DPO) per l’anno 2023. (rcz)

Falbo (Camera Commercio CZ,KR, VV) incontra il sindaco di Crotone: Massima disponibilità a collaborare

È stato un incontro proficuo, quello avvenuto tra il presidente della Camera di Commercio, Pietro Falbo, e il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce. Il presidente Falbo ha espresso al primo cittadino «la massima disponibilità alla collaborazione, poiché solo la cooperazione e il sostegno reciproco potrà consentire ai nostri territori di affrancarsi dalla marginalità e intraprendere un cammino di crescita».

«Assieme abbiamo condiviso e discusso – ha spiegato – strategie comuni di sviluppo e della necessità di favorire politiche di sostegno per le imprese, soprattutto in questo delicato momento storico in cui la crisi determinata dall’aumento incontrollato dei costi dell’energia morde con maggior forza le aziende».

«Per valorizzare i talenti e supportare le vocazioni di un territorio poliedrico e dalle mille potenzialità. La Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia sarà al fianco del Comune di Crotone – ha concluso il presidente dell’ente camerale – e quanto più possibile si renderà promotrice e sostenitrice di iniziative di sviluppo».

Nel corso dell’incontro, il sindaco Voce ha illustrato la condizione socio-economica della città, e tratteggiato peculiarità e dinamiche imprenditoriali.

«Crotone continua a soffrire di una marginalità territoriale causata anche dalla quasi totale assenza di investimenti in collegamenti infrastrutturali che – ha precisato Falbo – per certi versi ha favorito una economia chiusa e asfittica. Nonostante ciò vanta una storia gloriosa e una lunga tradizione industriale, di arti e di mestieri». (rkr)

DARE A CORIGLIANO-ROSSANO E CROTONE
IL RUOLO DI GUIDA DELL’ARCO JONICO

di DOMENICO MAZZA – Correvano gli anni ’70. La Calabria si apprestava ad attendere i frutti che sarebbero arrivati dalla istituzionalizzazione della Regione.

Gli strascichi dei Moti di Reggio avevano portato i tre Capoluoghi calabresi ad iniziare una battaglia fratricida, per contendersi i benefici derivanti dalla nascita dell’Ente. Tutto ciò senza neppure immaginare che, a distanza di 50 anni, si sarebbe palesato uno dei regionalismi più deviati d’Italia.

E nel mentre Reggio e Catanzaro impostavano la contesa, sostanzialmente, sul pennacchio (Consiglio alla prima, Giunta e tutta la grassa burocrazia alla seconda), a Cosenza veniva concessa la più grande azienda a partecipazione statale che la Calabria avesse mai ricevuto: l’Università.

Certo, come contropartita per Reggio si immaginò la nascita del quinto centro siderurgico d’Italia. Tuttavia, a ricordo di quello che avrebbe dovuto essere il miracolo industriale reggino, oggi resta qualche dismesso capannone. Tra l’altro, mai utilizzato allo scopo se non per qualche improvvisato veglione di capodanno. Qualche anno più tardi, a ripiego, l’idea di un genovese di realizzare – nell’area pensata per l’industria pesante – quello che in seguito sarebbe diventato il più grande porto di transhipment del Mediterraneo.

Ad ogni modo risultò chiaro, fin dal principio, che la visione di questa Regione fu basata su tre teste.

A poco valse, nei primi anni ’90, la nascita delle due nuove Province gemmate da Catanzaro. Seppur, in un primo momento, forse presi dall’euforia (specie i Crotonesi), pensarono d’aver fatto terno al lotto. Tuttavia, ben presto, compresero quanto ampiezza territoriale e dimensione demografica rappresentino i parametri inveranti qualità dei servizi offerti e peso politico nella dimensione regionale ed extraregionale.

Nel merito, Vibo si ritrovò Capoluogo, grazie al certosino lavorio del Senatore Murmura. Il progetto di decentramento vibonese, iniziato nel lontano ’68 con un disegno di legge, tirò lo sgambetto alla più titolata Lamezia. Giammai, del resto, Catanzaro avrebbe ceduto la sua succursale base logistica ad altra sigla. In più, con ogni probabilità, molti, al tempo, ignorarono che la Politica cosentina ebbe un ruolo preponderante nella partita. In effetti, quando sarebbe più ricapitata la ghiotta opportunità di infilzare nel fianco Catanzaro. Cosenza, quindi, si prodigò per oleare il processo di recisione del territorio catanzarese. E lo fece impegnandosi nella generazione di due piccoli territori (VV e KR) inconsistenti a se stessi, ma vitali a deformare, smagrendo, la grande Provincia madre centralista.

Poi il processo di destatalizzazione. La Del Rio, le Unioni e Fusioni di Comuni. Ancora, le Aree Vaste e le Città Metropolitane (che sono cosa ben diversa dalle Aree Metropolitane), quindi una sostanziale restaurazione di quanto ex ante ’92. Pertanto, pur lasciando le piccole Province, queste furono trasformate, insegne a parte, in scatole vuote. Ergo, una sostanziale restaurazione: mantenimento delle piccole Province, ma con centralizzazione dei servizi su base vasta (almeno 350mila ab. e 2500km² per ambito).

Proprio in questi ultimi mesi, non a caso, si è proceduto a riunificare le direzioni sindacali e le camere di commercio per Aree Vaste: CS, CZ, RC. Operazione, tra l’altro, già sperimentata con le Aziende Ospedaliere. Dissennate perimetrazioni che, nel caso calabrese, non hanno tenuto minimamente conto delle affinità e dei rapporti di contiguità tra ambiti sottoposti ad assemblaggio.

La storia, però, ci ha insegnato che la geografia politica è mutevole. È soggetta a dinamismo. E può capitare che anche una terra appiattita ed avvitata su se stessa come la Calabria possa cambiare, sconvolgendo cristallizzate storture territoriali. E così può accadere che due impalpabili città dell’Arco Jonico, al secolo Corigliano e Rossano, abbiano deciso di fondersi per dar vita a qualcosa di più concreto del semplicistico concetto di sommatoria demografica dei precedenti nuclei urbani. Qualcosa che non fosse foriero d’interessi per la sola Sibaritide, ma che invitasse a miglioria anche la dirimpettaia area Crotonese. Una meravigliosa opportunità per aprirsi, insieme, ai contesti rivieraschi lucani e pugliesi, immaginando percorsi d’amalgama metropolitana interregionali. Non già improbabili o impensabili, ma concreti. Empirici e fattuali.

Questo è quanto dovrebbero aver chiaro la politica, la società civile e la classe dirigente della Comunità. Questo è lo spirito con il quale bisognerebbe approcciarsi alla fusione di Corigliano-Rossano.

E andrebbero spese energie per cambiare la scriteriata visione a tre teste di questa Regione. Magari immaginandone una quarta che tenga conto, nella sua definizione territoriale e demografica, di quanto dichiarato in parentesi nel precedente capoverso. Non già per aggiungere burocrazia o ulteriori centralismi, ma per riequilibrare un territorio variegato e profondamente diverso nei suoi ambiti. Amalgamando le aree per interessi comuni e su basi statutarie policentriche.

La fusione tra Corigliano e Rossano (incalliti restauratori a parte) ha dimostrato che possono convivere due o più centri all’interno della medesima Città. Parimenti possono coesistere due o più Capoluoghi nella stessa Area Vasta, come la mappatura geografica italiana insegna.

Allora, se davvero si vuole rilanciare il dibattito sulla fusione tra Corigliano e Rossano, così come fra tutti i processi similari in atto in questa Regione, lo si faccia con una visione e guardando oltre l’orizzonte. Si mobilitino le intelligenze e si pensi in grande. Si disegni un ruolo guida per la Città e, insieme a Crotone, le si attribuisca il coordinamento e la gestione di tutto l’Arco Jonico del nord est calabrese. Si lavori immaginando nel medio e lungo periodo una condizione emancipativa da estendere a qualcosa che vada oltre le Città, oltre gli ambiti ed oltre i macroterritori. In caso contrario, sentimenti malinconici e stantii aleggeranno sempre negli animi dei nostalgici di sciarpe e pennacchi. Con il rischio concreto di trasformare dibattiti di alta caratura politica, in argomenti da stadio ed ippodromi. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

 

CROTONE – Al via la prima parte della rassegna “Resistere” di Controtempo Teatro

Prende il via il 23 dicembre, la prima parte della rassegna Resistere di Controtempo Teatro di Crotone.

Un cartellone che si svilupperà dal mese di dicembre 2022 fino a giugno 2023 e che vedrà coinvolti alcuni dei nomi più interessanti del panorama nazionale e regionale del teatro contemporaneo e non solo.

Si parte il 23 con Manuel Buongiorni in Buonnatale Buoncostume, alle 21, al Controtempo Teatro. Si prosegue, poi, il 27 dicembre con Hacienda D/Cassidy and friends in Every F*k*ng Christmas.

Il 4 gennaio, lo spettacolo teatrale Livingston(rkr)

SEMPRE ULTIME LE PROVINCE CALABRESI
A CHI SERVE LA CLASSIFICA DI VIVIBILITÀ

di FRANCESCO RAO – Nei giorni scorsi, per l’ennesima volta, un prestigioso quotidiano nazionale, tramite i dati emersi da una ricerca condotta annualmente sulla qualità della vita, ha collocato la provincia di Crotone all’ultimo posto della classifica, mentre all’area Metropolitana di Reggio Calabria, perdendo una posizione rispetto alla precedente edizione, è stato assegnato il sest’ultimo posto. 

Niente di nuovo sotto il sole potremmo affermare. Invece no. C’è bisogno di fermarsi, riflettere e comprendere fino in fondo il peso di quei dati, pesanti come macigni e posti come un enorme muro lungo la strada della crescita che la Calabria e in particolare gli abitanti delle due province evidenziate, hanno il diritto di percorrere senza tenere il cappello in mano. 

Per intenderci, non stiamo parlando di due aree desertiche nelle quali qualsiasi attività potrebbe apparire inutile. Seppur fosse così, prendendo in prestito l’esperienza di quei popoli che hanno saputo sopravvivere anche al deserto, avremmo già da tempo potuto fare la differenza superando gli ostacoli e promuovendo percorsi virtuosi. 

Professionalmente, per più anni, sono stato impegnato nel mondo della scuola delle due aree interessate. Quindi, ciò che scrivo è frutto di una constatazione diretta appresa dal quotidiano confronto avuto con docenti, discenti, genitori e dirigenti scolastici. Tali circostanze, oltre a consentirmi di poter rilevare le preoccupanti carenze strutturali, ben evidenziate nello studio annuale dell’organo di stampa di Confindustria, mi ha permesso di toccare con mano altri indicatori che incidono ancora più profondamente sulla vita delle persone. Primo fra tutti vi è il fortissimo impatto della disoccupazione che rende ancora oggi impossibile agli abitanti di quei territori di poter pensare ad un futuro migliore. A seguire, e in modo inedito a qualsiasi ricerca circolante, si aggiunge il fenomeno vissuto in pari condizione sia da chi ha una bassa scolarità, sia da quanti, pur avendo elevati titoli di studio, non riescono a spenderli nel rispettivo territorio ritrovandosi sempre più spesso costretti a lavorare subendo il peso di una forte instabilità e tante volte anche quella di una retribuzione al di sotto del dovuto. 

Mi chiedo: come si può condurre un’analisi di tale importanza senza considerare la totale differenza insita nei rispettivi indicatori, letteralmente inapplicabili ai diversi contesti presi in esame a seguito di una elevata esposizione ai fenomeni di povertà largamente diffusi? 

Insomma, se tra gli indicatori della prestigiosa ricerca vi fossero la salubrità dell’aria o la possibilità di trascorrere tempo passeggiando sulle spiagge, con i nostri 750 chilometri di costa e tutto l’ossigeno liberato da tre Parchi nazionali, saremmo ancora ultimi? 

Da un punto di vista metodologico, seppur la ricerca abbia previsto ben novanta indicatori, suddivisi in sei gruppi, come potremo mai competere in tema di ricchezza e consumi con quelle realtà nelle quali la propensione al lavoro, il reddito, gli affari e il lavoro, l’ambiente e i servizi, la salute, la giustizia e la sicurezza, la cultura e il tempo libero sono posti specularmente all’opposto delle nostre possibilità? Sia ben chiaro, la stesura della classifica della qualità della vita, pubblicata dall’autorevole quotidiano preso in esame, sin da quando ero studente universitario ha rappresentato per me una fonte inesauribile di informazioni che nel tempo mi hanno consentito di studiare gli ambiti più impensabili delle aree complesse nelle quali ho avuto modo di lavorare, partendo sempre dalla realtà del territorio e considerando un vecchio detto particolarmente funzionale: “ognuno accende il fuoco con la legna che ha”. 

Volendo essere curioso, dopo aver letto il rapporto del 2022, guardando un po’ più lontano del solito ho pensato: in una ipotetica attenzione riposta per queste aree da imprenditori o da multinazionali, intenzionati a investire in queste aree, leggendo i dati quali aspettative verranno fuori? Chissà, in assenza di riferimenti, come sarà considerata l’area della Città Metropolitana di Reggio Calabria nella quale si trova Gioia Tauro, con uno dei Porti più importanti delle Mediterraneo e con una ZES che prima o poi dovrà pur manifestare tutte le potenzialità riservate alle zone economiche speciali? Ci sarà una minima attenzione nei confronti di quel tessuto socioeconomico nel quale vige ancora la preziosità della conoscenza e la bontà impiegata in ogni singolo lavoro, svolto ancora con la passione degli artigiani i quali, riponendo nella soddisfazione dei rispettivi clienti, hanno da sempre alimentato la fiducia quale sentimento indispensabile al prosieguo delle rispettive attività? Per quanto riguarda Crotone, sempre brevemente e con l’intento di fare qualche piccolo esempio: saranno considerate tutte le peculiarità storiche ed imprenditoriali vissute da una popolazione che ha vissuto l’illusione di poter diventare polo industriale, subendo i danni di un terribile inquinamento prodotto da una società che aveva scelto quell’area per produrre e, forse, lasciarci i rifiuti, senza minimamente preoccuparsi della salute delle persone? 

Eppure, il Crotonese ha compiuto enormi passi in avanti. Ha saputo rialzare la testa producendo vini di pregevole qualità, avviando numerose attività turistiche con villaggi che non soffrono minimamente il sentimento di inferiorità, rispetto ad una concorrenza situata in altre regioni d’Italia e del mondo, divenendo anno dopo anno meta prediletta anche da tour operator stranieri. 

Forse aveva ragione Domenico Modugno quando ha scritto una tra le sue più bellissime canzoni (Meraviglioso): “ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare! Tu dici non ho niente, ti sembra niente il sole”. 

Sino a quando il nostro agire confermerà la visione che gli altri hanno della Calabria, noi non saremo autenticamente Calabresi, ma rappresenteremo l’immagine che abbiamo consentito agli altri di utilizzare per descrivere e narrare un racconto utile soltanto a farci rimanere l’ultimo vagone di un treno destinato a rimanere fermo nella stazione. Perciò, prendendo in considerazione i dati pubblicati, i quali rappresentano una autentica verità, iniziamo a preoccuparci di veicolare la bellezza e la capacità di guardare avanti, attivando una virtuosa web reputation e facendo di tutto per chiedere alle Istituzioni di voler provvedere ed intensificare la repressione del crimine, mediante un sistema giudiziario capace di garantire pene certe ed evitare quella mediatica esposizione di presunti colpevoli, sino a quando non ci sarà una Sentenza passata in giudicato. Con una comune visione e con la capacità di creare un marketing territoriale, capace di far veicolare il meglio della nostra terra, sono certo che strutturalmente anche la malavita avrà strada corta. 

Forse è difficile volerlo ammettere: stiamo giocando la partita che stabilirà il futuro dei prossimi cento anni nonché la dinamica demografica della Calabria.  (fr)

(Francesco Rao è Presidente del Dipartimento Calabria ANS Sociologi)

 

Prosegue l’impegno di Confcommercio Crotone per gli operatori del Centro storico

Prosegue l’impegno che Confcommercio Crotone ha assunto nei confronti degli operatori economici del Centro storico della città pitagorica.

L’Ente, infatti, ha stipulato un accordo con  Akrea e i gestori dei locali, allo scopo di rivitalizzare e riqualificare un quartiere che ha tutte le potenzialità per diventare uno dei luoghi più attrattivi della città.

Nei giorni scorsi Confcommercio Crotone ha distribuito, lungo i vicoli del centro storico della città, una serie di alberi natalizi e piante decorative al fine di portare un po’ di atmosfera natalizia anche nei suggestivi “stretti” ed in prossimità dei numerosi locali che animano le serate crotonesi.

Inoltre, qualche giorno fa, dando seguito agli incontri ed alle interlocuzioni intercorsi tra Confcommercio Crotone, Akrea e gli operatori del centro storico, sono stati consegnati ai gestori dei locali, in comodato d’uso gratuito, dei contenitori riservati alla raccolta del vetro e del multimateriale, che sono stati collocati in alcune aree preventivamente individuate e che gli addetti di Akrea provvederanno a svuotare a fine serata. (rkr)

CROTONE – La Simeup forma la Croce Verde di Cutro

È stato un corso interessante, quello tenuto lo scorso 10 dicembre dalla Simeup Crotone, dedicato alla formazione della Croce Verde di Cutro all’uso del defibrillatore.

Il corso è stato tenuto alla presenza di personale medico istruttore certificato e istruttori nazionali, che hanno articolato il corso della durata di 8 ore in una prima parte teorica, basata sull’esposizione video e orale di tutte le manovre necessaria per prevenire il peggio in caso di arresto e una seconda parte, quella che permette di entrare nel vivo del corso rappresentato dalla parte pratica svolta su manichini di ultima generazione, digitali che simulano al meglio il contatto con un vero torace.

Un corso intenso, voluto fortemente dalla cittadinanza che ha visto coinvolto e presente anche il primo Cittadino .

Conoscere le manovre salvavita permette infatti di ampliare quelle che noi definiamo “postazioni salvavita”, un cittadino che intende infatti seguire questo corso diventa una speranza in più per chi è colpito da arresto.

La Croce Verde di Cutro rientra nell’importante progetto finalizzato alla collocazione sul territorio di postazioni di defibrillazione ad accesso pubblico (Pad). A seguito della diffusione della defibrillazione precoce sul territorio e la formazione di un numero sempre maggiore di cittadini alle manovre di Rianimazione Cardio-Polmonare RCP), il tasso di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco è passato da poco meno del 5% a oltre il 50%: questo significa aver ridotto di molte migliaia il numero dei decessi all’anno causati da arresto cardiaco sull’intero territorio italiano.

La dura realtà è che in Italia le vittime di arresto cardiaco sono oltre 70.000 ogni anno e oltre l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie: a casa, negli uffici pubblici, nelle strade, sul lavoro.

L’arresto cardiaco non dà segni premonitori e colpisce chiunque e dovunque. Il cuore smette di compiere la sua normale funzione di pompa, spesso a causa di una sopraggiunta aritmia chiamata fibrillazione ventricolare, e la persona cade a terra priva di vita. Se non si interviene entro i primi 4 minuti dall’arresto cardio-circolatorio somministrando una scarica elettrica al cuore attraverso l’utilizzo di un defibrillatore Dae semiautomatico esterno, le possibilità di salvezza per la persona colpita sono praticamente nulle.

L’unica possibilità di salvezza in caso di arresto cardiaco è quella di avere subito a disposizione un defibrillatore Dae, accenderlo ed utilizzarlo sul paziente seguendo le istruzioni che l’apparecchio stesso offre al soccorritore.

Un progetto di defibrillazione pubblica prevede la collocazione di postazioni di defibrillazione ad accesso pubblico sul territorio, sia in versione per interni che per esterni. Le postazioni per interni saranno composte dal dispositivo DAE, dalla teca di contenimento e dalla relativa segnaletica murale di segnalazione della postazione. Quelle per esterni, saranno personalizzate in funzione delle singole esigenze di collocazione, con armadietti ad apertura e temperatura controllata, pensiline e basi di supporto, sistemi automatici di chiamata e segnalazione ai servizi d’emergenza.

Attraverso la mappatura informatizzata delle postazioni e la registrazione dei cittadini addestrati alle manovre di rianimazione cardio-polmonare è possibile creare una rete di soccorso efficace e perfettamente integrata con i servizi d’emergenza già presenti sul territorio ed offrire la miglior terapia salvavita a chiunque venga colpito da un arresto cardiaco improvviso. (rkr)