Reggio, il caso Klaus Davi. La Marcianò si farà supplire in Consiglio, in caso di sospensione

Sabato mattina ci sarà la proclamazione ufficiale degli eletti al Consiglio comunale di Reggio. Con due clamorose sorprese: l’esclusione per mancanza del quorum della lista di Klaus Davi – che era dato per certo – e la quasi certa sospensione di Angela Marcianò da parte del prefetto per l’applicazione della Legge Severino, per la condanna di un anno subita al processo Miramare. Un processo che ha provocato con le sue dichiarazioni e nel quale – avendo chiesto il rito abbreviato – è stata fino ad oggi l’unica condannata per abuso d’ufficio e falso ideologico con pena sospesa).

Klaus Davi annuncia iniziative per far luce sui voti “spariti”, mentre ben più agguerrito appare il capolista Nico Pangallo al quale era stato comunicato il raggiungimento del quorum in via ufficiosa prima della scadenza del termine di apparentamento, e al quale hanno comunicato dalla Commissione elettorale solo l’8 ottobre che il quorum non era stato raggiunto. L’errata attribuzione del quorum (documentata da Eligendo e sostenuta da fotografie dei dati pubblicati) ha, obiettivamente, danneggiato lo psichiatra reggino, impedendogli di scegliere l’apparentamento che lo avrebbe (con entrambi i candidati) portato in Consiglio comunale. Sarà materia per i tribunali, ma una lesione dei diritti civili sul piano elettorale davanti al Tar potrebbe avere esiti disastrosi, non escluso l’annullamento delle stesse elezioni. Staremo a vedere.

Intanto, la Marcianò ha fatto conoscere il suo pensiero a proposito del rischio sospensione. «Io sospesa? – ha dichiarato la docente reggina, già candidata sindaca con quattro liste – La nostra opposizione è già pronta. Mi batterò perché non passi l’idea che in Italia denunciare sia inutile o controproducente. In occasione della proclamazione del Sindaco neoeletto, nel corso di un’intervista il Presidente della Commissione Elettorale Centrale, dr. Giuseppe Campagna, ha fatto cenno all’eventualità della mia sospensione dalla carica di Consigliere fino al 7/8 gennaio 2021, in ossequio alla legge Severino, chiarendo però che tale provvedimento resta esclusivamente e funzionalmente assegnato al Prefetto, ma dopo la mia proclamazione, alla quale non ostano altre ragioni. Resto perciò in attesa dell’iniziativa prefettizia, nei termini e nelle forme in cui sarà modulata, che accetterò, riservandomi di impugnarla nelle sedi opportune».

«Preciso – ha aggiunto Angela Marcianò – che, nel caso fossi stata eletta Sindaco, avrei immediatamente chiesto la fissazione dell’udienza di discussione dell’appello da me proposto, ma in questa circostanza (da consigliere di minoranza) mi pare più rispettoso, per chi ha lottato assieme a me, candidandosi e ottenendo lusinghieri risultati di consenso, farmi “supplire” per un paio mesi, per come indicato dal Presidente della Commissione Elettorale, nell’ipotesi – ancora eventuale – di mia sospensione. Ritengo doveroso riconoscere il lavoro della squadra che mi ha coadiuvato nella  battaglia di moralizzazione dell’amministrazione pubblica, stimolo ideale al quale la collettività reggina si è mostrata sensibile. È già pronta anche la nostra “Giunta ombra” che opererà in ogni settore dell’amministrazione, vigilando su ogni attività e agendo da pungolo rispetto alle inadempienze o ai ritardi e denunciando i profili di illegittimità, che dovessero essere intravisti nella nuova gestione dell’Ente. Ed il mio fiato sul collo, chi mi conosce non ne dubita, lo farò sentire lo stesso, così come continuerò a non prestarmi al silenzio complice o codardo.  Ricordo a tutti i miei concittadini che sono stata io a denunciare precise condotte di reità e ho consentito che si procedesse ad ulteriori accertamenti, sfociati poi in altrettanti addebiti penali a soggetti prima neanche indagati (il procedimento  “Miramare” era stato oggetto di archiviazione, e poi fu riattivato solo grazie a me), producendo tutte le prove possibili sull’abuso e il falso riferibili al Sindaco, al resto della Giunta ed ai funzionari. Questo ha comportato che, in una prima fase, io risultassi parte offesa per calunnia ad opera di altri indagati, che avevano reso dichiarazioni menzognere a mio carico. Poi però l’epilogo è stato diverso e mi sono ritrovata condannata in abbreviato (rito scelto da me al solo fine di far emergere immediatamente la mia innocenza). In sostanza sarei anche io colpevole perché pur avendo dato prova, documentale e testimoniale, di essermi decisamente opposta alla delibera (circostanza confermata sia dal PM che dalla stessa sentenza) non avrei vigilato per impedirne la pubblicazione o attivarmi a rimuoverne gli effetti. Non so bene cosa avrei potuto fare per impedire la pubblicazione della delibera incriminata più che denunciare i fatti alla Procura e, quanto agli esiti, è noto a tutti, che quella delibera non ne ha avuto affatto, avendo il beneficiario rinunciato all’affidamento. Visto che alle comode strategie processuali della dilazione ho preferito l’immediatezza della decisione, confidando nella mia innocenza, credo sia mio diritto pretendere che i coimputati siano giudicati nel più breve tempo possibile, auspicando  che il Collegio penale che in rito ordinario sta giudicando il Sindaco e i 4 ex Assessori, tutti rieletti anch’essi nella maggioranza, si pronunci senza indugio, perché è ovvio che l’interesse degli imputati è di pervenire alla dichiarazione della prescrizione dei reati. Nel giudizio Miramare, per la prescrizione dell’abuso d‘ufficio, reato che porterebbe alla sospensione di tutti i neo eletti, mancano appena ventisette mesi, e ne sono trascorsi ben sessanta da quando l’hanno commesso!

«Io sto pagando per coerenza e rispetto ai valori in cui ho sempre creduto, perché ho voluto con tutte le mie forze far emergere la verità ed ho creduto, come sempre farò, nella Giustizia. Ma non consentirò che con la prescrizione dei reati, ascrivibili al Sindaco e agli altri ex assessori,  venga vanificato il mio sacrificio e che possa  prevalere l’idea che in Italia denunciare sia inutile o addirittura controproducente. Confido nella rettitudine e nella capacità professionale dell’Organo giudicante, da me già verificata quando mi sono presentata in aula ed ho reso dichiarazioni estese e diffuse sui fatti, pur potendomi astenere dal deporre, come era mio diritto. Sono certa che, trattandosi di giudicare soggetti investiti in atto della rappresentanza dell’Ente Comunale, risulterà evidente quanto la questione in disamina rivesta un significato socialmente ed eticamente pregnante. Mi batterò perché  non abbia a diffondersi nei cittadini il mortale convincimento che la Giustizia non sia uguale per tutti o peggio che i veri colpevoli (scaltri) restino sempre  impuniti». (rp)

Klaus Davi (5mila voti), commenta le elezioni di Reggio. L’intervista di Spotandweb

Klaus Davi “vincitore morale” di questa consultazione elettorale ha rilasciato un’intervista al sito Spot and Web, raccolta da Mario Modica. Eccola.

«Oggi si saprà chi, a Reggio Calabria vincerà il ballottaggio tra il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà e Nino Minicuci candidato del centro destra. Una sfida aperta che decreterà chi dei due ‘vincitori’ del primo turno svoltosi 15 giorni fa,  guiderà la città dello Stretto di Messina (250 mila abitanti)  per i prossimi cinque anni. Una competizione  importante visto che la città che diede i natali a Gianni Versace intercetterà cospicui fondi destinati alla città metropolitana. Ma per gli osservatori la competizione ha già un vincitore morale : il giornalista e massmediologo Klaus Davi titolare delle omonima agenzia di comunicazione. Da solo ha messo in piedi una lista di sole 25 persone ( erano all’origine in 33 ma in otto hanno dato forfait poche ora prima della chiusura della presentazione dei candidati) dichiaratamente civica e anti Ndrangheta in una terra in cui oltre 30 famiglie considerate multinazionali del narcotraffico,  controllano ogni lembo del territorio. Per avere una idea : il centro destra e il centro sinistra avevano schierato  rispettivamente 12 liste  civetta e più di   900 candidati.

D: Klaus Davi, uno svizzero del cantone di Berna, che vive e lavora a Milano,  che si presenta a Reggio Calabria e porta a casa il 5% dei voti. Un bel risultato

R: Assolutamente . In pochissimi ci credevano. Ma abbiamo fatto un miracolo. Un risultato importante se si considera che abbiamo preso più voti della Lega a Reggio che esprime il candidato sindaco del centro destra  e dei M5s.

D: Una spiegazione?

R: Ho fatto il consulente per molte campagne elettorali e per quasi tutti i partiti. Pur avendo pochissimo  tempo perché siamo partiti a luglio , potevo contare su una certa esperienza tecnica.

D: Si ma la Calabria è un territorio difficilissimo. Il voto d’opinione è marginale.

R: Abbiamo intercettato il vento che cambiava. Il mio lavoro per le aziende consiste nella capacità di registrare gli umori dei consumatori e di tarare le strategie di comunicazione di conseguenza. Ho capito che la gente non ne poteva più del malaffare e della prepotenza mafiosa e ho formulato proposte in positivo per liberare il territorio dai condizionamenti mafiosi.

D: Quale è stata la mossa vincente?

R: Non limitarsi ai social. E’ un grave errore. Nel nostro paese contano molto gli  over sessantenni  e con loro ci parli solo andando in giro. Nico Pangallo, un autorevole  criminologo che lavora con le più importanti procure, ha messo insieme  con me  la lista dei candidati ,   e mi ha  subito  avvertito :  “qui la politica da salotto non paga. Vai in giro solo cosi prenderai voti.” Aggiungo che anche le donne io contatto diretto è determinante.

D: Detto fatto…

R:  Ho fatto di tutto : attaccato i manifesti, distribuito i volantini, bazzicato mercati, vissuto in  quartieri off limits, incontrato la società civile. Quello che deve fare un politico che si candida a interpretare le esigenze del territorio. E anche i miei 25 candidati si sono dati altrettanto da fare con il massimo impegno . Per loro la sfida era ancora più complessa perché li ci vivono.

D: Nel corso della campagna elettorale alcune testate dubitavano del successo ?

R: Carlo Valentini di ‘Italia Oggi’ ha definito la nostra impresa ‘disperata’. Tommaso Labate sul suo blog  le nostre campagne ‘stupide’, Gianfranco Turano sull’Espresso ci ha descritto come votati  al  fallimento. Sono state critiche utili per migliorare,  che abbiamo accolto  con il massimo  interesse e attenzione.

D: Critiche ma anche incoraggiamenti?

R: Paolo Liguori in primis . Se questa lista ha preso vita è indirettamente anche merito suo   perché ha sempre creduto nel lavoro che faccio. E’ un giornalista che viene dalla gavetta e giudica le cose completamente privo di pregiudizi. Non risparmia critiche ma non sono mai pregiudiziali. La stampa locale,  in primis la ‘Gazzetta del Sud’, ha seguito  con interesse vigile  le nostre iniziative.

D: Lei ha preso cinquemila voti  sfiorando  il 5% ma per entrare in consiglio comunale la Lista dovrà  superare lo sbarramento del   3%….

R: Era la partita più ardua, ancora non c’è la conferma ufficiale ma ce le stiamo battendo.  A seguito di una pessima gestione delle schede da parte  di molti presidenti del seggio la Prefettura di  Reggio Calabria  non ha ancora comunicato i dati ufficiali e sono passate due settimane. Peggio delle elezioni Usa del 2000.

D: Lettere aperte contro i boss, una tenda brandizzata nei quartieri difficili, le sue  azioni di viral marketing sono comunque servite….

R : Si. Abbiamo fatto una campagna che può tranquillamente entrare nei libri di testo.  Abbiamo dimostrato che anche nelle terre belle ma   complesse come la Calabria  gli elettori anche più riottosi possono reagire agli stimoli giusti. Resto sempre, nell’animo,  un uomo di comunicazione aziendale. E il giornalista che è sempre vivo in me mi ha reso aperto, curioso, partecipe delle richieste della gente.

D: Tradotto ?

R: A differenza di sinistra e ‘radical chic’ che si parlano addosso , so ancora  ascoltare.

D: Ora cosa farà?

R: La vita di sempre, solo ancora più movimentata. Ho rinnovato il mio contratto con Mediaset, a breve uscirà il mio libro per le edizioni Piemme (Mondadori).

D: Tema ?

R: Top secret. Ma non sarà un libro tranquillizzante….»

[Courtesy Spot and Web / Klaus Davi]

‘Catonateatro non si tocca’: l’appello di Davi, Marcianò e Minicuci per Polis Cultura

Un appello, che era già stato lanciato precedentemente da Klaus Davi, e che è stato ribadito anche da Antonino Minicuci e da Angela Marcianò: «CatonaTeatro non si tocca».

La Gazzetta del Sud, infatti, nel mese di agosto aveva riportato dichiarazioni allarmanti da parte di Lillo Chilà, direttore del Festival che, chiusa la 35esima edizione, ha paventato una probabile chiusura dell’importantissimo evento, per il mancato arrivo dei fondi che dovevano venire dall’Amministrazione comunale.

Anche Angela Marcianò, candidata a sindaco, ha ribadito che CatonaTeatro è «un’istituzione che non possiamo permetterci il lusso di perdere».

Lillo Chilà e Angela Marcianò

«Conosco personalmente Lillo Chilà – ha aggiunto la Marcianò – e riconosco soprattutto gli sforzi fisici ed economici profusi in questi decenni per mantenere sempre ad alti livelli Catona Teatro, la sua “creatura” diventata nel frattempo punto di riferimento nel panorama culturale di tutta la Provincia di Reggio Calabria».

«Nei giorni scorsi – ha proseguito – ho voluto incontrarlo, insieme alla mia squadra, non soltanto per esprimere la nostra semplice vicinanza, piuttosto per farlo sentire parte integrante del nostro programma politico rispetto al problema (che ogni anno puntuale si ripresenta) dei fondi pubblici destinati all’arte ed alla cultura. Noi non elargiamo promesse, noi parliamo di concretezza e piani di rilancio».

Klaus Davi

«Teniamo a sottolineare – ha dichiarato il candidato a sindaco di Reggio Klaus Davi – che, da parte mia e di tutti i candidati della lista che rappresento, emerge un deciso no alla chiusura di un così importante evento, che rappresenta ormai da decenni una pietra miliare della cultura reggina». Davi è stato il primo a raccogliere lo sfogo di Lillo Chilà sul rischio chiusura e a chiedere la mobilitazione della città per salvaguardare un evento che è ormai parte importante della storia culturale di Reggio.

Nei giorni scorsi, è stato Minicuci ad incontrare il patron di CatonaTeatro, Chilà, per farsi spiegare, in maniera dettagliata, le difficoltà che CatonaTeatro sta vivendo. 

«La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande. Ho pensato immediatamente  – ha dichiarato Minicuci – a questo celebre aforisma una volta terminato il cordiale incontro con Lillo Chilà, patron di CatonaTeatro. Ascoltando le sue parole, la rabbia e lo sconforto, ho capito una volta di più perchè Reggio Calabria necessita di un cambiamento radicale a trecentosessanta gradi».

«Non si può affossare la cultura – ha aggiunto – mettendo in seria difficoltà chi da quasi mezzo secolo si spende con passione e sudore per offrire ai reggini un servizio essenziale. Sì, perché la cultura è un bene primario: come l’acqua, l’aria, il tetto che abbiamo sopra la testa nelle nostre case. Non si può vivere senza abbeverarsi dal pozzo inesausto della cultura. La coscienza, che sia individuale o collettiva, ha assoluto bisogno di continui stimoli culturali per formarsi ed espandersi».

«CatonaTatro – ha proseguito il candidato a sindaco Minicuci – è una splendida realtà che da decenni porta in riva allo Stretto il meglio del panorama culturale nazionale e internazionale. È un patrimonio da preservare, custodire con cura al pari di tutte le altre realtà culturali presenti in città. L’attuale amministrazione invece, con le solite prese in giro secondo quanto dettomi da Chilà, sta rischiando seriamente di far chiudere i battenti ad una realtà forgiata e fatta crescere nel migliore dei modi nel corso degli anni».

Nino Minicuci e Lillo Chilà

«Il programma che abbiamo stilato per rilanciare Reggio Calabria  – ha spiegato Minicuci – vede la cultura e l’arte in genere al centro delle nostre idee. Perché significa sviluppo non solo sociale ma anche economico e turistico. Per queste ragioni sono numerosi i progetti che abbiamo in mente per dare un impulso importante al settore artistico-culturale del nostro territorio».

«Catonateatro, assieme a tutte le espressioni culturali di Reggio Calabria – ha continuato – con il centrodestra al governo cittadino saranno salvaguardate e valorizzate. Seppur di proprietà privata, con noi uno dei principali e storici templi  artistici della città, il Teatro Siracusa, non sarebbe mai diventato una paninoteca».

Lillo Chilà, al termine dell’incontro, ha ribadito l’amarezza per la situazione che CatonaTeatro sta attraversando.

«Falcomatà ci ha affossato – ha dichiarato Chilà –. Ha fatto delle promesse sul cartellone del 2019 che non sono state mantenute. È una vergogna, questa amministrazione ha compromesso 35 anni di attività dell Polis Cultura. Ancora una volta, certifichiamo il mancato riconoscimento da parte degli Enti della nostra attività».

«Abbiamo sempre lottato per la cultura – ha concluso il patron di CatonaTeatro – ma da due anni non prendiamo alcun contributo e, adesso, siamo con l’acqua alla gola. Viviamo con i prestiti delle banche, i nostri amministratori non possono spendere i soldi destinati alla cultura per altro». (rrm)

ELEZIONI RC/VIDEO – Klaus Davi: «Reggio non è provincia di Cosenza o di Catanzaro»

Klaus Davi si propone a sindaco di Reggio con una lista che porta il suo nome: in realtà il suo obiettivo è raccogliere voti di lista: «Non votate solo per me, dobbiamo raggiungere il quorum di lista se vogliamo un seggio in Comune» dice a tutti i suoi potenziali elettori. La sua è apparentemente un’azione di disturbo nei confronti della tradizionale alternanza destra-sinistra, ma in realtà il massmediologo italo-svizzero ha le idee chiare e ha preso veramente a cuore le sorti di Reggio e dei suoi cittadini. Non fa male ricordare che grazie a lui, lo scorso anno San Luca, dopo anni di urne deserte per mancanza di candidati, è tornato a essere un “paese normale”. La stessa operazione la sta facendo su Reggio, con lo spirito di un ventenne che si muove tra entusiasmo e passione in qualcosa in cui crede. E Klaus Davi, questo è certo, crede che la città di Reggio meriti di essere governata senza vassallagi di sorta (“Non è provincia di Cosenza o Catanzaro, è la città più grande della Calabria – dice nell’intervista video che segue – ha tantissime risorse inespresse o malamente utilizzate». Ha girato in lungo e in largo, ha preso casa ad Archi nella zona a più alta densità “mafiosa”, parla con tutti e chi l’ascolta apprezza la convinzione con cui ribadisce i suoi progetti per Reggio. È un outsider, uno “straniero” ma nessuno glielo contesta. Si vedrà di quanti avrà conquistato la fiducia e il voto.

REGGIO – Il videospot di Klaus Davi sull’Aeroporto dello Stretto

Torna a occuparsi dell’Aeroporto dello Stretto il massmediologo Klaus Davi, candidato sindaco di Reggio Calabria, rilanciando lo spot realizzato nel 2017 dalla sua agenzia di comunicazione contro la chiusura dell’aeroporto di Reggio Calabria.
«Uno spot – afferma Klaus Davi – che attaccava frontalmente la politica e che, al di là di alcuni passaggi, conserva ancora oggi tutta la sua drammatica attualità. Lo spot, commissionato all’agenzia di comunicazione Klaus Davi & Co. e al graphic designer Saverio Toscano, ha come “testimonial” i Bronzi di Riace, i quali si appellano ai cittadini per salvare l’aeroporto Tito Minniti dalla chiusura. Un’azione di marketing virale finalizzata a sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’ennesima umiliazione del Meridione. Nello spot, i due Bronzi incalzano: “Salve. Siamo i Bronzi di Riace, e se ci volete ammirare vi consigliamo di scendere subito a Reggio Calabria, città mozzafiato dove ci troviamo. Ma il cui aeroporto verrà chiuso. Nessuna pietà  per noi. I finanziamenti sono andati tutti al Nord… Milano ha goduto per l’evento Expo di un ‘sostegno’ di 3 miliardi di euro… Una politica incredibilmente miope potrebbe consentire la chiusura dell’aeroporto di Reggio Calabria. La Calabria è la regione più povera d’Italia e ora, con questo irresponsabile atto, la si vuole seppellire definitivamente». (rrc)

 

Altissima popolarità sul web per Klaus Davi, 2,5 milioni di click

Secondo quanto riporta l‘AdnkronosKlaus Davi, candidato a sindaco di Reggio Calabria, è «imbattibile sul piano del marketing e della capacità di incuriosire il mondo del web»: sono 2,5 milioni i risultati se si cerca il suo nome sul web.

Davi è seguito da Giuseppe Falcomatà con 554.000 risultati e Maria Laura Tortorella con 301.000. Fanno parlare poco il motore di ricerca più famoso al mondo tutti gli altri candidati che vanno ben sotto ai 300.000 risultati: Fabio Foti 115.000, Angela Marcianò 109.000, Antonino Minicuci 104.000, Giuseppe Siclari 87.800, Saverio Pazzano 41.400 e Fabio Putortì 9.480.

«Una dimensione – riporta l’Adnkronos  – che più che calabrese è di livello nazionale visto che il brand ‘Marco Travaglio‘ è poco al di sopra di Davi con due milioni e ottocentomila ricerche e Andrea Scanzi 2.690.000 ricerche, mentre il magistrato Nicola Gratteri sfonda il tetto del milione, primo fra i giudici».

«Un forte interesse – continua l’Adnkronos – quello per il brand Davi, che potrebbe portare oggettivo giovamento a una terra, la Calabria, di cui pochi si interessano e per questa mancanza paga un prezzo altissimo. Klaus Davi conosce le leve della comunicazione e gli algoritmi di Google non fanno che certificarlo. Certo, trattasi di mera notorietà, ma certo una buona base per ricostruire l’immagine di una zona di Italia che ha bisogno di luci più che di ombre e basso profilo». (rrm)

 

Klaus Davi: Reggio non ha sviluppo senza un aeroporto funzionante

Il massmediologo Klaus Davi, candidato sindaco di Reggio Calabria, ha affrontato con la usuale irruenza la gravissima situazione dell’Aeroporto dello Stretto. Lo scalo reggino, gestito dalla Sacal, ha ripreso da poco a funzionare, dopo la chiusura imposta dal lockdown. Secondo Davi, «Non si può pensare a uno sviluppo del turismo, ma neanche a una ripresa economica, senza un aeroporto funzionante. La questione “Tito Minniti” è centrale».
In più occasioni il massmediologo si è scagliato contro i vertici della Sacal e contro la classe politica e dirigente, colpevole, a suo dire, di una vera e propria svendita dello scalo che, invece, potrebbe essere funzionale anche per chi deve recarsi in Sicilia.

«L’impossibilità di raggiungere agevolmente Reggio Calabria – afferma Klaus Davi – costa a cittadini, esercenti, negozianti e artigiani dello Stretto almeno 20 milioni di euro”. La stima effettuata da Klaus Davi è impietosa e, allo stesso tempo, inquietante. 20 milioni di euro: «Tanto è l’impatto economico che
avrebbe un collegamento regolare fra la città dello Stretto, Milano, Roma ma anche capitali estere. Reggio ha un potenziale attrattivo costituito dai Bronzi di Riace, ma non solo: con un aeroporto funzionante si potrebbe sviluppare il turismo nella bellissima Scilla, ma anche verso il mare della costa ionica e Gambarie d’Aspromonte, luogo incantevole, tra i pochi al mondo in cui è possibile sciare riuscendo comunque a vedere il mare».

Klaus Davi è seriamente innamorato della Calabria e ultimamente ha deciso di occuparsi del brand Reggio che a suo avviso è vergognosamente svalutato e per nulla valorizzato, quando in realtà ha delle potenzialità grandissime, a cominciare dai Bronzi fino al Bergamotto di Reggio Calabria. Qualcuno, maliziosamente, vede nel suo interesse per la Città dello Stretto un fine elettorale: quand’anche fosse, Davi sta mostrando di avere gli attributi che molti politici di professione non hanno mai avuto. E sulla vicenda dell’aeroporto prende posizione con chiarezza e lucidità: i reggini dovrebbero apprezzare e chi, fino ad oggi, ha “malamente” gestito lo scalo portandolo alla quasi chiusura dovrebbe farsi un esame di coscienza. Senza aeroporto la Città Metropolityana non ha senso e non serve Klaus Davi a dirlo, ma almeno gli va riconosciuta la sensibilità e l’attenzione per una città che non è “sua” (ma dovrebbe al più presto”adottarlo”) che meritano stima e apprezzamento. (s)

L’esordio di Klaus Davi in politica: «Ho un progetto per Reggio»

La sfida del massmediologo Klaus Davi ai “nemici” della Calabria  si arricchisce di un nuovo tassello: la candidatura a sindaco di Reggio. Non soltanto una provocazione, com’è abituato a fare con i suoi colpi mediatici ad effetto, ma anche un modello di riferimento per la città e i calabresi. Non dimentichiamoci cosa ha fatto per San Luca: dopo 11 anni di assenza totale di candidati a sindaco, il suo impegno personale e il metterci la faccia ha prodotto lo sconquasso di cui si sentiva bisogno. Lui è diventato consigliere comunale a San Luca, dichiara continuamente il suo amore per questa terra – che stupidamente non l’ha ancora “adottato” come figlio illustre – ha preso casa nel quartiere “pericoloso” di Archi, regno dei boss ndranghetisti più temibili della città, e ha convocato all’Hotel Excelsio un incontro per presentarsi alla città.  «Non sono contro nessuno. Sono qui per dare una mano. Sono qui per collaborare» ha esordito il massmediologo e giornalista, che ha deciso di scendere in campo nelle elezioni comunali in programma il 20 e il 21 settembre.

Introdotto dallo psichiatra Nicola Pangallo, Davi ha spiegato che «non faremo parte di nessun schieramento, non perché siamo contro la politica. Saremo il risultato di un percorso civile che raccoglie le istanze della gente. Ma sarà anche un tentativo per salvare la politica – ha aggiunto il massmediologo – mortificata dai nomi che sono stati finora indicati alla carica di Sindaco».

Tre le liste civiche a sostegno della candidatura di Davi, «con dentro il meglio della società civile, di qualsiasi fascia sociale. Ho molte adesioni di operai, professionisti, commercianti, tanti giovani. Ho un sogno per questa città, che è la città della multiculturalità, dell’accoglienza, la città di Gianni Versace. La mia sfida è raccontare questa città e portare delle opportunità di lavoro, di futuro, di prospettiva».

Tanti gli obiettivi indicati da Davi – che si è definito un «liberale di sinistra» – una scuola di moda a Reggio, sulla quale c’è anche il sostegno, riferisce il massmediologo, di Santo Versace fratello dell’inimitabile Gianni, e la creazione di un network dell’offerta turistica, mentre le priorità sono «portare via l’immondizia, creare l’opportunità per i giovani, come stiamo facendo a San Luca con l’arrivo di una multinazionale con capitale privato che, di concerto con il primo cittadino, sta dando delle chance di lavoro ai ragazzi. Stessa cosa con il modello Aponte fatto per il porto di Gioia Tauro».

«In questo territorio – ha detto – non c’è da inventare nulla, a differenza di altre zone d’Italia che devono inventarsi la cultura. Non saremo contro nessuno. Penso che trasversalmente prenderemo voti dall’area Pd, dal centrodestra e dal non voto».

Davi, comunque, è pronto al dialogo con tutti: «Ci sarà in campo un centrodestra – dice – molto agguerrito. L’onda d’urto del centrodestra sarà forte. Io voglio diventare Sindaco, ma se non ce la dovessi fare, collaborerò con la città. Siamo qui a dare una mano, non ad occupare scranni».

Ad ascoltarlo, all’Excelsior, fra i tanti anche Eduardo Lamberti Castronuovo, il medico reggino “non candidato” ma a disposizione della Città, «se dovesse servire». «È una battaglia di civiltà candidarsi per guidare la città di Reggio» – detto nel suo intervento.

La mossa di Klaus Davi porta uno scossone alla campagna elettorale del capoluogo: tanti candidati, programmi generici o vicini al nulla, rissa continua tra la destra che non trova pace. Tutti ingredienti per un pasticcio dove non ci saranno vincitori, ma a perdere rischia solo la città dello Stretto. (rrc)

IL FATTO QUOTIDIANO FA LE PULCI A SANTELLI/MUCCINO E “ASSOLVE” KLAUS DAVI

Il Fatto Quotidiano di oggi dedica un’intera pagina alla Calabria, all’operazione da 11 milioni di campagna “emozionale” per promuovere la regione. Non ci va leggero il quotidiano diretto da Marco Travaglio: nell’articolo di Enrico Fierro e Lucio Musolino si mette in evidenza che per Muccino e Raoul Bova (che girerà affiancato dalla bella compagna Rocio Morales) si spenderanno circa un milione e 700mila di euro, per produrre un corto di 8 minuti. I due giornalisti danno voce a Gianpiero Capecchi, documentarista calabrese e segretario della Cna audiovisivi della Calabria: «Siamo di fronte a una vera e propria di colonialismo culturale – dice Capecchi –. Si chiama una società di produzione estarnea al territorio, tagliando fuori le realtà locali. Parliamo di operatori, tecnici, piccole e medie case di produzione che hanno fatto opere importanti, registi, attori, sceneggiatori, un mondo che da noi conta 400 persone che fino a questo momento sono alla fame e non hanno ricevuto alcun tipo di aiuto dalla Regione».

Sullo spirito extra-calabrese della Santelli, il quotidiano insiste, mettendo in evidenza che il futuro presidente della Calabria Film Commission (vedi calabria.live del 6 luglio) potrebbe essere Gianni Minoli, scelto appunto dalla presidente Jole. 75 anni, ultrafamoso uomo televisivo e giornalista, Minoli ha firmato la prima fiction tutta italiana, Un posto al sole. «E in Calabria – chiosano gli autori del servizio – i posti (pubblici) e il sole non mancano».

Il Fatto Quotidiano 7 luglio 2020

Se da un lato il Fatto punzecchia la presidente Jole, dall’altra una grande firma come Claudio Sabelli Fioretti nella stessa pagina “assolve” con fine ironia lo spot anti-Nord di Klaus Davi. «Caro Klaus Davi approfitto di questo spazietto – scrive Sabelli Fioretti – per darti tutta la mia solidarietà contro l’ipocrisia che ti ha colpito quando, per propagandare le bellezze della Calabria, hai giustamente puntato il dito contro le polveri sottili del nord, contro lo sfruttamento del suolo delle regioni settentrionali, contro il Covid che ha invaso Veneto e Lombardia. Avevi ragione, in Calabria tutte queste cose non esistono e bisogna dirlo ai vacanzieri che la smettano di andare a Riccione e a Jesolo dove alligna il coronavirus. Il tuo video-monito era perfetto e già che ci sono vorrei proporti di realizzarne un altro che vorrai offrire a Zaia per dimostrargli che il tuo intento non era denigratorio…». Sabelli Fiorelli la butta sull’ironia, che è la vera arma per combattere le mediocrità e gli affanni da “devo uscire stasera e non so cosa mettermi”.

La cronaca ci dice che della Calabria s’è occupata, dopo gli improperi di Zaia, persino la prestigiosa agenzia di stampa tedesca DPA, mentre il consorzio albergatori della Locride che si è dissociato dallo spot (comunque poi modificato dal massmediologo) ha fatto presente che c’era uno spot girato da loro tre anni fa. Al tempo dei social, tre anni fa equivalgono a un’altra era. Qualcuno provi a spiegarlo agli albergatori inutilmente arrabbiati. (s)

Klaus Davi presenta il “Brand Reggio”: occorre valorizzare questa terra

Una nuova reputazione, una nuova immagine turistica della Calabria e della Locride. Sono questi gli obiettivi su cui punta il giornalista Klaus Davi che, nella giornata di ieri, a Siderno, ha presentato il Brand Reggio nella Sala Consiliare di Siderno, città da cui, tra le altre cose, il massmediologo vuole partire con questa ambiziosa iniziativa, in quanto «la Locride e l’intera provincia reggina deve essere un tutt’uno per conquistare l’attenzione della gente».

Un amore, quello che Klaus Davi prova per la Calabria, che lo ha portato a una nuova scommessa, quella di «promuoverla al di fuori degli stereotipi con cui molti pensano di conoscerla». Per raggiungere tale obiettivo, l’ausilio dei social network e di una campagna promozionale sono fondamentali, ma Klaus Davi non si è fatto cogliere impreparato, mostrando lo spot – realizzato in collaborazione con Reggio Tv per attrarre turisti nel territorio – di promozione turistica della Riviera dei Gelsomini, in cui vengono mostrate immagini suggestive delle spiagge, dei Borghi e dell’immenso patrimonio della Calabria, in particolare della Riviera dei Gelsomini.

Non manca, nello spot, un attacco al Nord, in cui vengono mostrate le immagini delle spiagge del Nord Italia come Jesolo, Rimini o Rapallo, affollatissime, dove è praticamente impossibile praticare il distanziamento sociale. Lo spot, inoltre, fa anche una specifica critica alle politiche ambientali delle regioni del Nord che, alimentando negli anni le particelle inquinanti, hanno determinato un tracollo della qualità della vita ambientale, soprattutto regioni come la Lombardia, il Veneto e il Piemonte, per poi passare alle spiagge mozzafiato della Locride, Africo, Bianco, Caraffa del Bianco, vengono descritti i vari paesi e celebrata la cultura dell’accoglienza.

Il video, lanciato nella giornata di ieri, ha già raccolto ben 3.888 visualizzazioni, raccogliendo consensi e, anche, un po’ di amaro in bocca: se da una parte, c’è chi fa notare che manca proprio Siderno nello spot – ma qui è intervenuta, a sorpresa, Maria Stefania Carracciolo, il Commissario Straordinario di Siderno – che ha “tranquillizzato” l’utente spiegandogli che «c’è sempre tempo per integrare anche se il bellissimo video rende onore all’intera regione e, di riflesso, anche alla nostra Siderno», dall’altra c’è chi, giustamente, esprime la propria delusione che ci abbia dovuto pensare Davi alla realizzazione del video, «ma sono deluso che non facciano propaganda in tv, la nostra Calabria è bella, adatta al turismo ma nessuno ne parla mai» o chi, infine, ribadisce che la Calabria sia bellissima, «peccato che non c’è nessun politico che la vuole far valere per quella che vale».

Presente anche Eduardo Lamberti Castronuovo, che ha evidenziato che «la Calabria è una terra baciata dalla fortuna» e la necessità di promuovere il territorio per le sue potenzialità e «far diventare pregio ciò che è un difetto», i consiglieri regionali Giacomo CrinòRaffaele Sainato, un gruppo di sindaci capitanati dal presidente del Comitato, Giuseppe CampisiCaterina Belcastro, presidente dell’Assemblea e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo, che ha ribadito come la Locride non si possa più permettere una velocità commerciale bassissima. (rrc)