Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria conferma il trend positivo della stagione anche in occasione delle tre Giornate Europee dell’Archeologia. Tra venerdì 16 e domenica 18 giugno sono stati registrati ben 1892 visitatori, attratti non sono dai meravigliosi Bronzi di Riace e di Porticello, ma anche dalla ricca programmazione culturale del MArRC.
Quale occasione migliore per dare il via al nuovo ciclo di laboratori didattici dedicato ai bambini, coordinato dall’archeologa Maria Domenica Lo Faro, funzionario del MArRC. Per due giorni, in un’area appositamente allestita nel suggestivo spazio di piazza Paolo Orsi, i bambini hanno potuto vivere direttamente l’esperienza di uno scavo archeologico, attraverso la simulazione organizzata da 4Culture Srls.
Molto partecipato anche l’incontro di sabato pomeriggio, promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria. La prof. Paola Radici Colace e la prof. Nunzia Rositani hanno conquistato l’attenzione del pubblico presente prima parlando di patrimonio archeologico quale valore condiviso e potenziale di crescita per le comunità di un territorio, poi offrendo un viaggio nel cuore della Mesopotamia antica.
È stato anche il primo fine settimana di apertura della nuova mostra “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità”, curata dal direttore del Museo Carmelo Malacrino insieme alle archeologhe Angela Bellia e Patrizia Marra. Oltre 160 opere eccezionali in esposizione, tra strumenti antichi e rappresentazioni scultoree e vascolari.
«Il successo del Museo – dichiara il direttore Malacrino – è un ottimo risultato per tutto il territorio. Siamo felici per il continuo flusso di turisti, in particolare stranieri. Ma anche per i tanti calabresi, in particolare reggini, che partecipano ai nostri eventi. Finalmente è stato possibile far ripartire i laboratori per i più piccoli. Un’offerta didattica molto coinvolgente, che ci accompagnerà nel cuore dell’estate. Ringrazio il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, presieduto da Loreley Rosita Borruto, per l’incontro che ha animato il pubblico sui temi dell’archeologia pubblica. Un grazie particolare va a tutto il personale di vigilanza del MArRC, coordinato da Palma Buda e Carmelo Lupica». (rrc)
Anche il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria darà il proprio contributo per la tutela del patrimonio culturale coinvolto nella disastrosa alluvione dell’Emilia Romagna, applicando le disposizioni del Decreto Legge 1° giugno 2023, n. 61. In particolare dell’art. 14, nel quale si legge: «Al fine di finanziare e avviare gli interventi di tutela e ricostruzione del patrimonio culturale, pubblico e privato, inclusi i musei, danneggiato in conseguenza degli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza (…), il costo dei biglietti d’ingresso dal 15 giugno 2023 al 15 settembre 2023 negli istituti e luoghi della cultura di appartenenza statale (…) è incrementato di 1 euro».
Già la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso 23 maggio aveva dichiarato: «Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano prevede l’aumento temporaneo di un euro dei biglietti di ingresso ai musei, utilizzando i proventi che arriveranno da questa misura per mettere in sicurezza e ripristinare i beni culturali interessati dall’alluvione».
L’incremento riguarderà gli acquisti del biglietto d’ingresso al Museo dal 15 giugno al 15 settembre 2023, secondo le tariffe ordinarie e ridotte, così come le agevolazioni del Mercoledì al MArRC. Resterà invariato il diritto all’accesso gratuito per i ragazzi fino a 18 anni e le categorie già previste.
«Quando la cultura diventa solidarietà – dichiara il direttore del Museo, Carmelo Malacrino – tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo. Ringrazio sin d’ora tutti i visitatori che, a partire dal 15 giugno, con solo un euro in più sul biglietto d’ingresso al Museo daranno un aiuto concreto per salvare un patrimonio culturale tanto straordinario quanto fragile, un patrimonio che non è solo dell’Emilia Romagna, ma è di tutti noi». (rrc)
Valorizzare il patrimonio culturale reggino. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato tra la Città Metropolitana di Reggio Calabria e il Museo Archeologico Nazionale di Reggio.
Attraverso questo protocollo, firmato dal sindaco f.f. della Metrocity, Carmelo Versace e Carmelo Malacrino, direttore del MArRC, saranno realizzati relazioni e percorsi di collaborazione fra Enti ed Istituzioni per lo sviluppo di attività di promozione e divulgazione del patrimonio culturale del territorio metropolitano reggino e delle collezioni museali in particolare.
Una sinergia accolta con soddisfazione dallo stesso Sindaco metropolitano f.f. che, a margine della firma, ha parlato di «rafforzamento del percorso di collaborazione tra l’Ente metropolitano e il Museo di Reggio Calabria attraverso il rinnovo di un importante protocollo d’intesa che guarda con decisione al rilancio dell’attività di promozione e divulgazione dello straordinario patrimonio culturale e delle collezioni museali che il nostro territorio possiede».
Un cammino che esalta ancora una volta l’intensa attività che la Metrocity da un anno ormai sta portando avanti per la celebrazione del 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace e che fa registrare, aggiunge l’inquilino di Palazzo Alvaro, «un lavoro sinergico imponente che vede impegnati Enti del territorio, associazioni, professionisti e naturalmente il nostro importantissimo Museo Archeologico Nazionale in cui i due capolavori sono custoditi».
«Comunicare in modo diverso rispetto al passato il territorio metropolitano reggino – ha poi concluso Versace – è la mission di riferimento che ci siamo dati sin dall’inizio dell’attuale consiliatura. Una narrazione moderna e al tempo stesso capace di veicolare la bellezza, le tradizioni e le radici millenarie che caratterizzano la Città metropolitana di Reggio Calabria in una prospettiva di respiro internazionale e di forte richiamo attrattivo». (rrc)
di PASQUALE AMATO – Sandro Pertini, il migliore e più amato Presidente della Repubblica Italiana, quando venne a sapere delle manovre dei fiorentini per tenersi i Bronzi,intervenne col suo stile schietto e il suo linguaggio asciutto. Sicuramente valutò che fosse un atto di ingordigia da parte dei fiorentini tentare di impossessarsi anche dei due magnifici Bronzi, nonostante gli immensi beni artistici che legittimamente posseggono. Quindi difese l’appartenenza dei Bronzi al Museo di Reggio con una dichiarazione che affossò la cupidigia dei fiorentini: «I Bronzi di Riace devono tornare nella loro casa: il Museo di Reggio. Durante il viaggio di ritornodesidero ospitarli al Quirinale.E poi andrò a Reggio ad inaugurare la Sala che stanno allestendo per esporli».
La breve dichiarazione fu un capolavoro di comunicazione politica, di alto profilo come in tanti atti del suo indimenticabile settennato. Senza offendere e ingiuriare nessuno,tagliò ogni velleità con quel semplice “durante il viaggio di ritorno da Firenze a Reggio li voglio ospiti al Quirinale”. E chiuse con l’impegno personale di andare a omaggiarli nel Museo di Reggio Mantenne la parola,come sempre nella sua vita. Venne a Reggio nel 1982 per l’inaugurazione della Sala chiedendo espressamente all’attrice Melina Mercouri, Ministro della Cultura del Governo greco, di affiancarlo per rispetto alla poliedrica cultura ellenica (per intenderci quella che, con una miriade di città-Stato indipendenti, si estese dal Mar Nero al Mediterraneo sino alla città di Mainake,odierna Málaga) di cui i due capolavori costituiscono un’altissima espressione.
Fu un giorno memorabile,denso di commozione e di orgoglio. Io c’ero e lo vissi con particolare intensità assieme a tanti reggini. Pertini era un personaggio genuino,capace di essere in sintonia con i sentimenti del popolo.
Ricordo un aneddoto di quel giorno.Eravamo al primo piano ed io mi ero venuto a trovare a poco più di un metro da lui.
Chiese al suo capo-scorta: “perché stiamo tornando indietro?Vedo che c è un’altra Sala”.
Il capo-scorta: “Presidente,motivi di sicurezza”.
E lui col suo solito piglio: “Ma quale sicurezza.Sono venuto apposta da Roma per questo bellissimo Museo e voglio vederlo tutto. E voglio che lo veda interamente anche la nostra ospite”. E virò deciso verso quella Sala non prevista nell’itinerario,provocando ingorghi ma anche una scia di simpatia. Di lui sì che è gradevole parlare. (pa)
Nell’immagine di copertina, Pertini al Quirinale durante l’esposizione dei Bronzi nel 1981
Domani sera, alle 21, sulla terrazza del Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, è in programma il concerto gli studenti e neodiplomati della classe di Canto della prof.ssa Serenella Fraschini del Conservatorio “Francesco Cilea”.
«Grazie alla grande sensibilità e disponibilità del direttore del Museo –ha dichiarato Francesco Romano, da quest’anno alla guida del Conservatorio reggino – il nostro Istituto può contribuire alle celebrazioni per il Cinquantesimo del ritrovamento dei Bronzi proprio nella “casa” di questi ultimi».
Si accede senza prenotazione. Dalle ore 20:00 il costo del biglietto è 3 euro. Ultimo ingresso alle ore 22:30.
Il programma della serata contempla musiche di Rossini, Bellini e Donizetti, massimi esponenti del belcanto, e di Puccini, che con il suo pluralismo stilistico portò il melodramma italiano in una dimensione europea coniugando tradizione e innovazione.
Sarà un “viaggio” tra opere note e meno note dell’Ottocento, tra neoclassicismo e verismo, con dieci brani tratti da La cambiale di matrimonio (1810), Il Pirata (1827), L’elisir d’amore (1832), I Puritani (1835), Roberto Devereux (1837), Don Pasquale (1843), La bohème (1896).
Il soprano Delia Mazzamati e i baritoni Angelo Parisi e Domenico Cagliuso si alterneranno in duetti e arie, mentre il tenore Yijie Ke duetterà con quest’ultimo in un brano dell’Elisir.
Al pianoforte Matteo Lattarulo, della classe del prof. Maurizio Innocenti. Le note di sala e la presentazione saranno a cura della studentessa Sofia Fava.
«Questa settimana sarà densa di eventi in attesa dell’anniversario dei Bronzi che cadrà il prossimo martedì 16 agosto. Sono contento che, tra queste, vi sia anche il concerto del Conservatorio Cilea che ha inaugurato il programma di Notti d’estate per il Cinquantesimo del rinvenimento delle due statue – ha dichiarato Carmelo Malacrino, direttore del Museo –. La musica sulla terrazza panoramica del MArRC è un’opportunità di promozione e valorizzazione delle nostre eccellenze e dei giovani, e si unisce alle fruttuose collaborazioni, sinergie e reti istituzionali che il nostro Museo porta avanti da anni, rendendolo uno spazio inclusivo per tutta la collettività. Ringrazio il Direttore Francesco Romano, i docenti e gli studenti del “Cilea” per le straordinarie emozioni che, ogni volta, regalano al pubblico e ai visitatori». (rrc)
Il MArRC di Reggio Calabria e il Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (Dipartimento MIFT) dell’Università degli Studi di Messina hanno attivato un accordo di collaborazione per attività di studi, ricerca scientifica, formazione e valorizzazione sul Kouros.
Per il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, si tratta di «sinergie proficue che suggellano e fortificano i rapporti tra il sapere scientifico delle nostre università e il Museo. Quest’ultimo non deve essere solo attrattore culturale, ma anche luogo in cui le testimonianze del passato possano offrire dati inediti e di forte valenza scientifica grazie a importanti progetti multidisciplinari e interistituzionali».
Le attività al Museo sono dirette dal funzionario restauratore Barbara Fazzari, che guida anche il laboratorio di restauro del MArRC.
«L’accordo siglato dal nostro direttore e dal direttore del Dipartimento Mift, Domenico Majolino – ha spiegato la dott.ssa Fazzari – si inserisce nell’ambito di una serie di collaborazioni avviate con numerosi istituti di ricerca. Così il MArRC intende approfondire lo studio delle opere conservate all’interno del Museo, con particolare attenzione per gli aspetti scientifici legati alla conoscenza delle tecniche esecutive e dei fenomeni di degrado».
La prof.ssa Valentina Venuti, referente della convenzione per il Dipartimento Mift, spiega che «il progetto, condiviso dai due istituti culturali, è sfociato in una sinergia nata sul campo tra le diverse professionalità. In particolare, il lavoro condotto dalla dott.ssa Fazzari e dal funzionario archeologo Daniela Costanzo è andato integrandosi con le attività del team scientifico con il quale condivido numerosi progetti di ricerca nell’ambito dei beni culturali, composto oltre che dal prof. Majolino e dalla sottoscritta, dalla prof.ssa Vincenza Crupi, dal prof. Francesco Caridi, dal dott. Giuseppe Paladini e dal dott. Sebastiano Ettore Spoto».
Nell’ambito di questo accordo lo scorso febbraio al Museo è stata effettuata una campagna di indagini di tipo non invasivo sul Kouros. La statua, databile intorno al 500 a.C., è stata recentemente restaurata dalla ditta “Sante Guido. Restauro di opere d’arte” nell’ambito del grande progetto “Restituzioni” di Intesa Sanpaolo. Già durante l’intervento conservativo la statua era stata sottoposta a indagini mediante spettroscopia XRF e Raman portatile eseguite dal team messinese.
La prof.ssa Venuti ha spiegato come, per ulteriori approfondimenti scientifici, «si sia scelto di effettuare indagini puntuali tramite uno spettrometro Micro Raman portatile; una strumentazione che, a differenza del tradizionale sistema Raman, permette l’analisi molecolare di aree molto ridotte, focalizzando il laser, tramite un microscopio, su regioni di dimensioni nell’ordine di qualche micron, con la garanzia di risultati importanti per lo studio dell’opera». (rrc)
di SANTO STRATI – Il nuovo record di ingressi, ben 7760, di ieri, Ferragosto, al Museo dei Bronzi, al di là dell’accesso gratuito che ha sicuramente contato, indica chiaramente che si può costruire una politica culturale, in Calabria, che nel valorizzare i suoi tesori coinvolga adeguatamente i cittadini, i visitatori, turisti e i forestieri di passaggio. Il direttore del Museo archeologico nazionale di Reggio, arch. Carmelo Malacrino, è da quattro anni alla guida di Palazzo Piacentini e, proprio la scorsa settimana, ha visto confermata la sua direzione per altri quattro anni. Una conferma meritatissima che premia un impegno e una dedizione straordinari: Malacrino ha saputo, peraltro, trasmettere il suo entusiasmo e la sua passione a tutto lo staff del MArRC, con l’obiettivo di trasformare il Museo in una vera e propria Casa della Cultura. E ci è riuscito: lo dicono i numeri degli ingressi in costante crescita, lo dice la risposta, entusiasta della città che sente l’orgoglio di questa meravigliosa istituzione che non è un palazzo “chiuso” con una raccolta di reperti (pur di eccezionale valore), ma un centro propulsore di iniziative culturali che hanno fatto e fanno di Palazzo Piacentini il “salotto” culturale della città, aperto, ovviamente, a tutti i calabresi e alle migliaia di curiosi, visitatori, turisti che i Bronzi attraggono irresistibilmente. Malacrino ha fatto e sta facendo un lavoro encomiabile, Reggio e la Calabria, non finiranno mai di doverlo ringraziare perché, al di là dei risultati di Reggio, il suo impegno e la sua carica vitale indicano una strada assolutamente (e felicemente) percorribile.
Occorre far arrivare i bambini, le famiglie, i giovani, al Museo, ai musei, ma occorre anche e soprattutto coinvolgere tutti in un processo di continuo crescita culturale, suscitare la voglia di conoscere, studiare, capire: solo leggendo il passato si può affrontare il futuro. L’arricchimento culturale è lo strumento principe della lotta alle mafie e al malaffare, la chiave del successo per i giovani che, in Calabria, continuano a vedersi rubato il proprio futuro. Il riscatto può – deve – avvenire attraverso la cultura e l’interesse alla conoscenza e ai nostri intellettuali, studiosi, scrittori, poeti, artisti, ai nostri promotori culturali tocca un onere sì gravoso, ma in grado di ripagare con i risultati l’impegno e la voglia di condividere scienza e conoscenza, arte e cultura, musica e tradizione.
Non solo Bronzi, però. Il Museo di Reggio è una fucina di mostre (bellissima quella in corso su Paolo Orsi, curata dallo stesso direttore e Maria Musumeci), di presentazione di libri, di dibattiti, di convegni scientifici, di musica. Una “casa” aperta. È questo, in poche parole, che deve essere preso a modello per le politiche culturali di una regione che ha tantissime risorse e tantissimi tesori da valorizzare e far conoscere. La cultura è l’attrazione numero uno, unitamente alla cultura del cibo, che può far la differenza nei programmi, nei progetti di crescita e sviluppo di questa terra. I tesori archeologici, testimonianze della civiltà millenaria magno-greca (ma la storia della Calabria risale al Paleolitico e ci sono ampie e straordinarie testimonianze distribuite nei nostri musei), i tesori paesaggistici, la qualità della tradizione culinaria fatta di genuini prodotti della terra nel segno della tradizione e della tipicità, tutto ciò costituisce l’elemento determinante per un turismo di qualità di valenza internazionale.
Proprio qualche giorni fa, all’abbazia di Corazzo (Carlopoli, CZ) sì è svolto un convegno dal titolo azzeccatissimo “La cultura che genera bellezza, socialità, sviluppo”, al quale hanno preso parte il direttore Malacrino, Maria Antonietta Sacco e Davide Zicchinella, sindaco di Sellia, con Emilio Salvatore Leo, titolare del lanificio Leo, moderati da Maria Chiara Caruso. Il senso di questi incontri è evidente: l’attuale politica culturale della Regione viaggia al 5-10% delle sue possibilità, valorizzando risorse umane (scrittori, artisti, intellettuali) e luoghi, ma all’evidenza è pressoché insignificante. Se associamo al ritardo dell’assegnazione della delega al pur valido assessore Maria Francesca Corigliano la mancanza di un assessore al Turismo, facile capire perché, anziché viaggiare insieme, i percorsi vadano ognuno per proprio conto, senza ottenere risultati tangibili.
Tutto questo non è più tollerabile, ma non si può rimediare a fine consiliatura: che sia un memento fondamentale per il futuro governatore, sia che ripeta l’esperienza Mario Oliverio, sia che conquisti Germaneto Mario Occhiuto, o chiunque altro la gente calabrese vorrà alla guida della Regione. Serve mettere insieme le migliori teste (e ce ne sono in grande quantità), scelte non per vicinanza politica o amicale considerazione ma per effettiva capacità e competenza e sviluppare una seria progettualità che veda il binomio cultura-turismo come una vera opportunità, non una fastidiosa iattura. Serve un concerto di iniziative che associ il bello all’arricchimento culturale, la testimonianza del passato con la ricchezza del presente, i libri con la musica, la cucina con la cultura della riscoperta del gusto dei piatti della tradizione e delle unicità regionali. Un messaggio incontrovertibile. (s)
Sono passati 47 anni dal quel memorabile 16 agosto, giorno in cui il sub romano Stefano Mariottini avvistò i due capolavori a poche centinaia di metri dalla spiaggia ionica. Venerdì 16 al MArRC il racconto di quella magnifica giornata.
«I Bronzi di Riace – ha dichiarato Carmelo Malacrino, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria – rappresentano i meravigliosi capolavori del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria e attraggono ogni giorno centinaia di visitatori da ogni parte del mondo».
«Tutti i maggiori studiosi dell’arte antica – ha proseguito il direttore Malacrino – si sono cimentati alla scoperta dei loro vari aspetti, dall’artista che li ha prodotti e alle figure che rappresentano. Ma loro ancora conservano e riservano i tanti misteri della loro bellezza. Il MArRC non è solo Bronzi di Riace. I nostri ospiti giungono al museo immaginando di trovarvi solo le due magnifiche statue e invece, attraverso migliaia di reperti esposti, scoprono una storia straordinaria, che è quella della Calabria antica».
La giornata di venerdì 16 sarà, appunto, dedicata interamente ai Bronzi di Riace, per celebrare il momento della loro scoperta. Si inizierà al mattino, quando il direttore Malacrino accoglierà lo scopritore Stefano Mariottini nella suggestiva cornice della Sala Bronzi per un collegamento in diretta con Rai Uno.
Nel pomeriggio, gli appuntamenti proseguiranno alle 18.00, in Piazza Paolo Orsi, con l’incontro I Bronzi di Riace. Capolavori dell’arte greca, insieme al direttore Malacrino e a Daniele Castrizio, membro del Comitato Scientifico del Museo ed grande studioso dei Bronzi di Riace.
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo di provenienza greca o magnogreca o siceliota, databili al V secolo a.C., pervenute in eccezionale stato di conservazione. Considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell’arte greca, le statue sono diventate uno dei simboli della città di Reggio Calabria.
Le due statue, indicate come Statua A (che raffigura un oplita) e Statua B (che rappresenta un re guerriero), furono portate in superficie in 21 e il 22 agosto, furono sottoposte a interventi di restauro – prima a Reggio e poi in Toscana, al Centro di Restauro della Soprintendenza della Toscana – che durarono per ben cinque anni.
Le ipotesi sulla provenienza, sulla datazione e sugli autori delle statue sono diverse. Risalenti probabilmente alla metà del V sec. a.C., si è supposto che i Bronzi fossero stati gettati in mare durante una burrasca per alleggerire la nave che li trasportava o che l’imbarcazione stessa fosse affondata con le statue.
Nonostante le ipotesi e le incognite, è certo che la somiglianza tra loro è talmente evidente da rendere sicura la loro ideazione e realizzazione da parte di un medesimo Maestro, e che il loro stile rimanda a stilemi dorici, propri del Peloponneso e dell’Occidente greco.
Come si legge sul sito del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, infatti, «le due statue sono state certamente eseguite ad Argo, nel Peloponneso, come ha dimostrato l’esame delle terre di fusione eseguito dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma» e, «trattandosi di un gruppo statuario posto ad Argo, come testimoniano le terre di fusione, esso abbia a che fare con il mito dei Sette a Tebe, narrato da molti poeti e tragediografi antichi, che si pone come il “mito nazionale” argivo, mentre altrove i sette condottieri non ricevettero mai un culto pubblico come eroi». (rrc)
La conferma a direttore per altri quattro anni per Carmelo Malacrino, architetto catanzarese innamorato dell’archeologia e, da quattro anni, anche di Reggio e delle sue meraviglie archeologiche, era nell’aria. L’ottimo lavoro fin qui svolto non poteva che ricevere il meritato plauso da parte del Mibac e la riconferma dell’incarico. Malacrino poterà – ne siamo certi – ad altissimi livelli il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria per una serie di ragioni: è appassionato del suo lavoro, è un instancabile professionista dell’archeologia, ma è soprattutto un grande promotore di cultura. La sua idea di far diventare il Museo la “casa” dei reggini ha ricevuto fino ad oggi larghissimi consensi: i cittadini hanno riscoperto ed apprezzato Palazzo Piacentini, con l’orgoglio dell’appartenenza a una civiltà millenaria di cui il Museo è fervida testimonianza.
Malacrino è un grande organizzatore di mostre ed eventi, di cui spesso è curatore condividendo l’impegno con fertili e competenti personalità della cultura non solo reggina, ma della Calabria intera. Il suo entusiasmo è contagioso, coinvolgente e irresistibile: sua l’idea delle serata al MArRC, nella splendida Terrazza del Museo, dove si parla di tutto ciò che ha a che fare con la cultura, la conoscenza, la scienza, la natura. Questo spaziare dall’universo alla biodiversità aspromontana, dai frutti tropicali (l’annona) alle stelle, dai buchi neri alla poesia, è in realtà un gioco di attrazione verso un’istituzione che non vuole essere considerata tale, ossia ingessata e ostica, bensì aperta a tutti. E il Museo di Reggio, il Museo dei Bronzi come lo chiamano i tantissimi, entusiasti, visitatori, contiene tante e tali meraviglie che ogni visita riesce a diventare un’avventura nuova, una scoperta continua. E il merito, occorre ribadirlo, è tutto del direttore Malacrino che ha trovato uno staff capace e collaborativo che si è lasciato coinvolgere dal suo entusiasmo e con il quale, amabilmente e con l’umiltà dei grandi uomini, condivide sempre gli onori e i riconoscimenti.
Tanti gli apprezzamenti raccolti dal direttore Malacrino per la riconferma nell’incarico. Il prof. Pasquale Amato, spesso relatore delle Notti del MArRC, ha sottolineato che «mai conferma è stata strameritata quanto la sua. Ha lavorato sodo e benissimo. Ha aperto il grande museo voluto da Paolo Orsi al territorio, ne ha valorizzato tanti reperti che giacevano negli scantinati da decenni. Ha creato un vero e proprio circuito virtuoso con le altre strutture museali del Sud, dell’Italia e dell’estero».
Il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha commentato positivamente l’avvio delle procedure per la conferma di Carmelo Malacrino alla guida del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria: «Sotto la guida del suo attuale direttore, il MArRC ha conosciuto una stagione di notevole crescita sia in termini quantitativi, in relazione all’incremento del numero dei visitatori, sia sotto il profilo della qualità dell’offerta. Oggi il museo non propone soltanto i tesori inestimabili, a cominciare dai Bronzi di Riace, delle esposizioni permanenti ma si distingue per la varietà delle mostre temporanee che catturano l’attenzione di tantissimi appassionati d’arte e archeologia. Larga parte del merito dello sviluppo di Palazzo Piacentini si deve proprio alla competenza di Malacrino, che ha saputo coniugare passione autentica per il suo lavoro e capacità manageriali che lo collocano tra i più apprezzati direttori in Italia. Auspico – conclude Irto – che i prossimi quattro anni siano forieri di uno sviluppo altrettanto importante dell’attività del Museo Archeologico Nazionale di Reggio».
Parole di apprezzamento e di compiacimento sono arrivate anche dal sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà e dall’assessore alla Valorizzazione del Patrimonio Storico e Culturale Irene Calabrò: «Esprimiamo – hanno detto – le più vive felicitazioni per la decisione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di avviare la procedura per il rinnovo del Direttore del Museo Archelogico Nazionale di Reggio Calabria Carmelo Malacrino. In questi anni il Direttore Malacrino ha saputo dimostrare tutto il suo valore, la sua competenza, la sua passione, le straordinarie capacità professionali, mettendole al servizio di una struttura come il Museo Archeologico di Reggio Calabria che dopo la ristrutturazione e la riapertura, con il tesoro dei Bronzi di Riace, ha fatto passi da gigante, registrando numeri da record nel panorama museale italiano e trainando anche il flusso dell’offerta turistica dell’intera Città Metropolitana. Al Direttore Malacrino un grande in bocca al lupo ed auguri di buon lavoro per il proseguo della sua attività alla guida del Marrc. Siamo certi che la sua riconferma sia il presupposto per una fase di ulteriore crescita per quella che è ormai a tutti gli effetti una delle più importanti strutture museali italiane». (s)
L’occasione della riunione de Consiglio dei Ministri a Reggio ha dato il pretesto ai componenti dell’Esecutivo di fare un “bagno” di cultura magno-greca con una visita al Museo Archeologico Nazionale.
Guida d’eccezione il direttore arch. Carmelo Malacrino che ha accompagnato, in una lunga visita, i ministri lungo tutto il percorso espositivo che si snoda sui quattro livelli. La suggestione delle meraviglie ospitate dal MArRC era palpabile: dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli e tutta la compagine governativa, incluso il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, non hanno potuto che esprimere apprezzamenti e ammirazione.
Il MArRC è un patrimonio della Calabria, non solo di Reggio: su di esso devono convergere le attenzioni di qualunque progetto di sviluppo turistico e culturale che il Governo vorrà intraprendere sulla Calabria. Se ne ricorderanno?
Ad accogliere al Museo l’Esecutivo, accompagnato dal prefetto di Reggio Michele di Bari, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, e il vicesindaco di Reggio Armando Neri. (rrc)
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