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Giuseppe Conte ed Enrico Letta

Conte e Letta in Calabria la prossima settimana: viaggio della speranza?

di SANTO STRATI – A qualcosa, alla fine, il gesto di ritiro della candidatura di Nicola Irto, è servito: il viaggio (della speranza?) dell’ex premier Giuseppe Conte e del segretario dem Enrico Letta della prossima settimana in Calabria è certamente frutto della necessità di fare chiarezza in una sinistra calabrese in piena caos. L’annuncio – che dovrebbe trovare la conferma ufficiale domani sabato – del candidato unitario del centro destra (Roberto Occhiuto, attuale capogruppo di Forza Italia alla Camera) spariglia ancor di più i giochi della sinistra: litigiosa, divisiva e a forte vocazione suicida. Ci sono stati, con la massima discrezione, contatti con De Magistris e l’attuale sindaco di Napoli, che domani apre a Cosenza la sua segreteria elettorale, dopo la rottura insanabile con Tansi deve valutare le opzioni che la prossima tornata elettorale gli offre.

Da solo Luigi De Magistris, che pur sta raccogliendo un consenso superiore alle previsioni, non va da nessuna parte, al massimo farà il consigliere regionale (d’opposizione) e nulla più. Di fronte alla coalizione coesa (?) di centrodestra i dem devono schierare una forza straordinaria fatta di consensi, anche trasversali, per portare numeri importanti. La soluzione ideale sarebbe semplice: dimenticarsi di conflitti, contrasti, risentimenti e insulti e fare un’ammucchiata (di tipo governativo) che metta insieme dem, 5 stelle, sinistra radicale, riformisti, De Magistris, Tansi, liste civiche e chiunque possa essere utile alla causa. Questo significherebbe fare una scelta politica, pagando qualche inevitabile (e gravoso) obolo ai “rinunciatari”. Se a De Magistris viene offerta la vicepresidenza della Giunta regionale (in caso di vittoria) in cambio del ritiro della candidatura a presidnete (mantenendo comunque una più liste di sostegno), come farà a rispondere no? Se a Tansi viene offerto un assessorato (Protezione Civile) in cambio del ritiro della candidatura a presidente (col mantenimento delle liste, che fanno sostegno), come farà il geologo cosentino a dire no? Soprattutto se il leit-motiv sarà quello di “uniti contro la destra”. È un bel problema, diciamo la verità. Ma la politica, ricordiamolo, è l’arte del possibile – come ci hanno insegnato Machiavelli e Guicciardini – basta sapersi fermare in tempo, alla bisogna. In una situazione di questo genere non ci sono vie d’uscita. È fin troppo evidente che 5 stelle, tansi e De Magistris, a loro volta, possano imporre la necessità di un nome nuovo, al di sopra delle parti, rappresentativo e in grado di attuare una spinta unitaria a sinistra. Ma all’orizzonte, escluso il buon Nicola Irto, non si vedono leader o aspiranti tali (il nome dello storico saggista antimafia Ciconte è suggestivo, ma non trova larghi consensi: c’è il rischio concreto di ripetere l’esperienza Callipo) e l’unico nome spendibile rimane quello di Antonio Viscomi, oggi deputato dem e già vicepresidente della Regione con Mario Oliverio, oppure, in alternativa, Franco Iacucci, attuale presidente della Provincia di Cosenza, che ha il vantaggio di conoscere a menadito tutti gli anfratti della Regione (è stato il segretario operativo di Oliverio, e questo non l’aiuta certo), ma conta pochi fans in Calabria. Irto, dunque rimane, l’unica carta spendibile (non dimentichiamo che è stato il più votato il 26 gennaio dell’anno scorso: 12.568 preferenze), ma su di lui pesano le perplessità dei 5 stelle, che in Calabria non contano nulla, però bisogna salvare l’impresa impossibile di Giuseppe Conte di dar vita a un nuovo Movimento 5Stelle 2.0. Quindi?

Tansi con un comunicato si è rivolto ai suoi followers: «Ai candidati delle liste di Tesoro Calabria – ha detto – che, dopo l’addio definitivo a de Magistris, mi chiedono di fare un passo indietro per assecondare “un’ampia costruenda coalizione con lo scopo di vincere le prossime elezioni regionali”, io rispondo di “sì”, ma a due condizioni fondamentali e improcrastinabili: 1) il candidato a presidente della regione dovrà essere una figura credibile che rappresenti il reale cambiamento; 2) il candidato a presidente non dovrà essere soltanto una bella copertina utilizzata per coprire candidati – di qualsiasi lista in appoggio al presidente – che rappresentano il vecchio sistema responsabile del fallimento della Calabria e che cercano, direttamente o indirettamente (tramite loro portaborse o prestanomi), una candidatura in vista delle prossime elezioni regionali. I candidati dovranno essere persone “nuove” e competenti. Se tali condizioni saranno accettate sarò disposto a fare non uno ma cento passi indietro, per amore di una Calabria che per cambiare deve decisamente voltare pagina con una proposta politica che deve mostrare ai suoi elettori una cosa sola: la credibilità. In caso contrario, continuerò a rappresentare un polo civico concretamente alternativo al PUT (Partico Unico della Torta)». È un segnale di apertura a Letta e Conte?

De Magistris non dice nulla a proposito di un’intesa a modello del Governo Draghi (ma solo a sinistra), ma non si sbaglia a dire che ci sta pensando. La sottosegretaria al Sud Dalila Nesci, non paga della delusione della passata tornata elettorale, con la sua candidatura bocciata crudelmente dal Movimento, insiste a proporsi, dichiarando a destra e manca la sua totale disponibilità. L’arrivo di Letta e Conte in Calabria forse farà un po’ d’ordine, a sinistra. (s)