Giuseppe Valentino, segretario generale di Filmcams Cgil Calabria, ha chiesto alla Regione «rivedere il tema delle concessioni pubbliche, ma con regole che determinano anche sicurezza e qualità del lavoro in un settore che è il più irregolare del Paese con tassi di lavoro nero e sfruttamento fuori controllo».
«Come Filcams Cgil chiediamo da tempo, anche in Calabria – ha ricordato – di confrontarci su questi temi a partire dalla Regione, ma abbiamo registrato solamente atteggiamenti ostili, di supponenza, barricate politiche ed assenza di volontà di dialogo.
«Sulle concessioni balneari e la questione della libera concorrenza – ha detto Valentino – ci sarebbe tanto da dire. Spazi pubblici tolti alla comunità in nome di un bene comune che dovrebbe essere il lavoro, il benessere e la crescita collettiva. Invece, il dibattito si concentra addirittura sugli eventuali danni che i privati vanterebbero nel caso di avvio delle gare e di fronte ad un’eventuale perdita della concessione attuale, poiché si afferma che negli anni abbiano investito».
«Una contestazione legittima ma che non tiene conto del motivo – ha proseguito – per cui noi cittadini rinunciamo ad uno spazio pubblico per assegnarlo “temporaneamente” a dei soggetti piuttosto che ad altri, che non è il profitto. Non è in nome del profitto che gli spazi pubblici devono essere assegnati, se si parte da qui il resto diventa tutto piuttosto facile».
«C’è il tema della Legalità, la questione della Regolarità – ha proseguito – tutte cose che interessano poco alla politica ed alle Istituzioni, soprattutto, in questa fase preelettorale dove è facile aizzare le barricate contro l’Europa matrigna, quando è l’irresponsabilità di chi è al Governo (oggi come ieri) a determinare queste situazioni di incertezza che non fanno bene né alle imprese né ai lavoratori».
«La Filcams Cgil Calabria – ha concluso – auspica un cambio di atteggiamento a partire dal governo regionale che aiuti ad affrontare questa situazione in maniera meno ideologica e più pratica nell’interesse della Calabria e dei suoi cittadini». (rcz)