di ANTONIETTA MARIA STRATI – È un «un programma che si candida a realizzare molte delle riforme concepite e avviate nella scorsa legislatura», quello presentato dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per il suo secondo mandato, durante la seduta in Consiglio regionale e approvato dall’Assemblea.
Sanità, Centri per l’Impiego – il Governatore vorrebbe che la regione fosse la prima a a fare dei centri dell’impiego nei Paesi che si affacciano sulla sponda sud del Mediterraneo – infrastrutture e ambiente, riutilizzo dei beni confiscati, lavoro e welfare – per citarne alcuni – sono la bussola di questa nuova legislatura “storica”, in cui il Consiglio regionale – per Occhiuto – discute di mozioni che delineano la visione di una regione importante nel Mezzogiorno».
«La Calabria, oggi, non è più la Regione che subisce le narrazioni altrui: è la Regione che scrive la propria storia, che rivendica con orgoglio la propria identità e che guarda al futuro, ai prossimi cinque anni, con la certezza di poter offrire al Paese e al mondo il meglio di sé», scrive Occhiuto nella premessa del documento, sottolineando come «sta cambiando la percezione della nostra terra, in Italia e nel mondo. Non siamo più solo un territorio segnato da problemi, ma una Regione che vuole e sa raccontare le proprie eccellenze: le università e i centri di ricerca che crescono, le imprese innovative che si affermano, le infrastrutture che si realizzano, le straordinarie bellezze naturali che attirano sempre più turisti, il patrimonio enogastronomico che conquista palati e mercati internazionali».
Tra i progetti più innovativi annunciati, Occhiuto ha citato l’idea di creare avamposti dei centri per l’impiego calabresi nei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo: «È un’iniziativa ambiziosa, che racconta una Calabria capace di comprendere che quei Paesi cresceranno più dell’Europa. Non vogliamo subire questo processo, ma anticiparlo e governarlo».
Il presidente ha richiamato, anche, i recenti dati della Banca d’Italia, che indicano la Calabria come la regione con il più alto incremento di Pil in Italia: «Se questo dato fosse stato registrato altrove, avrebbe occupato le prime pagine. Qui invece spesso si preferisce parlare male della regione».
Per quanto riguarda le riforme, il governatore ha rivendicato come «negli ultimi quattro anni la Calabria ha conosciuto una storica stagione di riforme, che hanno spezzato un immobilismo durato decenni. Non semplici interventi amministrativi, ma scelte coraggiose che hanno inciso su settori strategici e che stanno già producendo effetti concreti».
Occhiuto, poi, ha anticipato interventi su numerosi settori: ciclo dei rifiuti, protezione civile, gestione dei beni confiscati e sanità. Proprio su quest’ultima ha sottolineato i progressi ottenuti: «La Calabria non è più ultima. Non facciamo deficit da tre anni e potremmo presto uscire dal Piano di rientro, oltre che dal Commissariamento».
Per quanto riguarda la sanità, Occhiuto nel suo programma ribadisce la volontà di «liberarci dalle camicie di forza del Commissariamento prima e del Piano di rientro dopo». Lo step successivo, illustra il governatore, sarà quello di realizzare una riforma strutturale dell’organizzazione della sanità in Calabria, impossibile prima di questi due fondamentali passaggi. Una riforma che prevede l’accorpamento di tutti gli ospedali provinciali (sia Spoke che Hub) sotto uniche Aziende ospedaliere provinciali con le Aziende sanitarie provinciali (Asp) che, invece, saranno specializzate esclusivamente sull’assistenza territoriale (gestione e organizzazione delle case di comunità e degli ospedali di comunità, delle aggregazioni funzionali territoriali, dei medici di medicina generale, delle guardie mediche, degli ambulatori, degli erogatori convenzionati di prestazioni sanitarie).
Realizzando questi obiettivi, per Occhiuto la «Regione potrà azzerare le liste d’attesa entro un anno» e entro il 2026 «potremo assumere circa 1.300 unità di personale, tra cui circa 350 medici, 375 infermieri, 181 operatori sociosanitari, e il restante negli altri ruoli. Avremo, inoltre, un piano strategico per reclutare nuovi medici, attraverso speciali incentivi economici che utilizzeremo per attrarre camici bianchi in servizio o pensionati che vogliono venire a risiedere e a lavorare in Calabria».
Per quanto riguarda l’ambiente, è stata ribadita la volontà di «rafforzare il percorso verso un modello di economia circolare e sostenibile, fondato sulla riduzione dei rifiuti, sul riciclo e sul riuso delle risorse».
«La Regione supporterà Arrical nella fase transitoria e nelle fasi di attuazione del nuovo modello di governance dei rifiuti», scrive Occhiuto, spiegando poi come «con la riforma del ciclo integrato dei rifiuti, a seguito dell’approvazione dei piani d’ambito, saranno individuati i tre gestori delle aree nord, centro e sud che, sostituendosi ai Comuni, dovranno garantire la gestione dell’intero ciclo di attività, dalla raccolta alla riscossione delle utenze con una riduzione delle tariffe e un aumento della qualità del servizio».
Per quanto riguarda l’idrico, Occhiuto ha ribadito come «l’obiettivo al 2030 è quello di creare un sistema più efficiente e di ridurre le dispersioni del 50%, quindi al di sotto della media nazionale».
«L’obiettivo primario in materia di depurazione è proprio quello di arrivare all’azzeramento delle procedure di infrazione europee che la interessano ormai da anni per il mancato rispetto della Direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane».
«Nei prossimi cinque anni – si legge – la Calabria punta a consolidare questo modello di sviluppo, rafforzando aeroporti, turismo e promozione internazionale, per fare della nostra Regione una destinazione competitiva e attrattiva tutto l’anno. Continuerà l’opera di attrazione degli investimenti per il turismo, soprattutto in relazione alla realizzazione di alberghi a cinque stelle nel nostro territorio. Parallelamente saranno rifinanziati i bandi per l’ammodernamento delle strutture ricettive esistenti».
«Grande spazio – si legge ancora – verrà dato ai progetti per lo sviluppo dei porti turistici e per aumentare ancora di più il numero di collegamenti aerei da e per la Calabria: i prossimi obiettivi saranno i voli intercontinentali».
Sul fronte aeroportuale, proseguiranno gli interventi del CIS “Volare”, con la creazione di nodi intermodali a Lamezia e Reggio Calabria, integrando aeroporti, ferrovie e terminal bus. Particolare attenzione sarà dedicata alla realizzazione del sistema ettometrico di collegamento tra aeroporto e stazione ferroviaria di Lamezia, creando un nodo di scambio completo con parcheggi e accessi alle principali arterie stradali.
Per quanto riguarda le infrastrutture, «grazie ai risultati raggiunti nella legislatura appena conclusa, la Calabria può finalmente – si legge nel documento – avviare il completamento del processo di modernizzazione delle infrastrutture regionali, con l’obiettivo di colmare decenni di trascuratezza».
La Regione, infatti, è oggi caratterizzata dal più alto rapporto auto/abitante d’Italia e da un parcoveicoli tra i più vecchi del Paese. Il futuro sistema di mobilità regionale punterà quindi a: Rafforzare il trasporto ferroviario per le medie e lunghe distanze, relegando l’uso dell’auto alle brevi percorrenze e all’“ultimo miglio”; Sostenere la metropolitana regionale, a partire dalla prossima entrata in servizio della Metropolitana di Catanzaro, finalmente realizzata concretamente dopo decenni di attese; Elettrificare l’ultimo tratto della linea Jonica (Roccella-Melito Porto Salvo) e sviluppare piste
ciclabili, soprattutto nelle zone turistiche marine, per una mobilità intermodale moderna, sostenibile e compatibile con l’ambiente.
Per quanto riguarda l’ambito stradale, il cronoprogramma prevede, tra le altre cose, la realizzazione dei primi tratti della SS106 Sud (Catanzaro-Reggio Calabria), potendo avviare le gare nei primi mesi del 2027, la costruzione delle strade, per un totale di quasi 200 milioni. Attenzione, poi, allo sviluppo del Porto di Gioia Tauro, «grazie al Multimodal Transport Operator (Mto), Gioia Tauro può diventare non solo hub di transhipment, ma anche porta di accesso terrestre ai mercati europei».
Lavoro e welfare, «mai più precariato», scrive Occhiuto, ribadendo la priorità di stabilizzare tutti i precari, a partire dai tis. La sfida per il prossimo quinquennio sarà chiudere definitivamente i bacini ancora attivi, inserendo la clausola “mai più precariato” in tutte le politiche regionali e costruendo un sistema di monitoraggio che impedisca il ritorno a forme di lavoro instabile, si legge nel documento, mentre per quanto riguarda il welfare, l’impegno sarà rivolto al rafforzamento della figura del caregiver, al riconoscimento della figura del mediatore culturale; gli ambiti territoriali sociali saranno ulteriormente potenziali; rafforzamento delle azioni volte a bilanciare i tempi di vita e di lavoro, con iniziative concrete per sostenere famiglie e lavoratori. Contestualmente, si lavorerà sul potenziamento delle abilità delle persone con disturbo dello spettro autistico, con percorsi dedicati di sostegno e inclusione. Sarà centrale la previsione di percorsi di inserimento lavorativo per le categorie fragili, con misure mirate a garantire dignità e opportunità concrete di occupazione a chi è più vulnerabile.
Per quanto riguarda le aree interne, «per contrastare il fenomeno dello spopolamento e favorire la rinascita dei piccoli Comuni delle aree interne, la Regione attiverà il programma “Casa Calabria 100”, che prevede la concessione di un contributo fino a 100.000 euro destinato all’acquisto e alla ristrutturazione di abitazioni», si legge nel documento.
Impegno, anche, per le minoranze linguistiche: è in fase di elaborazione «un documento programmatico regionale per la tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche storiche. Tale strumento definirà un piano integrato di interventi che unisca azioni di preservazione linguistica e culturale e misure per il rilancio economico e sociale dei territori interessati».
Istruzione e cultura sono le «chiavi del riscatto»: l’obiettivo della programmazione futura sarà quello «di continuare a puntare con decisione sull’istruzione come vero motore di sviluppo del territorio». (ams)







