PNRR: PROGETTI DA MEZZO MILIARDO PER
RIFARE PORTI E STAZIONI DELLO STRETTO

dalla REDAZIONE ROMANA – Quali sono i progetti della Regione Calabria per utilizzare i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Non si sa nemmeno se è già stato presentato qualcosa, al contrario, la Sicilia sta lavorando sodo e l’Authority dello Stretto, guidata da Mario Mega, ha già predisposto insieme con il Ministero della Mobilità e RFI (Reti Ferroviarie Italiane) una serie di progetti per 490 milioni di euro finalizzati a rifare le stazioni marittime di Messina, Villa San Giovanni e Reggio (i tre porti dell’Authority) e finanziare l’acquisto di nuovi treni. Non si parla di attraversamento stabile dello Stretto, ma di potenziare trasporti e mobilità, sfruttando i quattrini del PNRR.

Naturalmente c’è una evidente paternità politica in tutto ciò, targata CinqueStelle, che può contare sul sottosegretario Giancarlo Cancelleri (che al contrario dei suoi compagni di partito è invece favorevole al Ponte) e sui deputati Francesco D’Uva e Valentina Zafarana che in Sicilia stanno tenendo argine al crollo verticale di consenso che ha colpito il MoVimento. L’insieme dei progetti dell’Authority dello Stretto serve anche a ridare smalto a un’iniziativa politica che sembrava destinata al tramonto e, non a caso, i grillini ne stanno rivendicando il merito per fini elettorali. Una lezione di efficienza che, però, dall’altra parte dello Stretto nessuno minimamente ha pensato di prendere ad esempio.

Non si tratta solo di ridare vita alle stazioni marittime ormai veri cimeli di un tempo andato, ma addirittura di pianificare l’utilizzo in Sicilia dei Frecciarossa che possano collegare più rapidamente (anche se con velocità limitata rispetto alle potenzialità delle motrici) l’isola con Roma e Milano e altri centri del Nord, attraverso il tradizionale traghettamento delle Ferrovie dello Stato. Si parla dell’acquisto di ben 12 Frecciarossa che da Villa San Giovanni proseguirebbero, via traghetto, in Sicilia per arrivare a Siracusa e Palermo. Naturalmente i tempi di imbarco e sbarco andrebbero completamente rivisti  e dimezzati se si vorrà trarre qualche vantaggio dall’utilizzo di treni superveloci.

Secondo quanto ha dichiarato il sottosegretario alle Infrastrutture Cancelleri, «La configurazione con le doppie motrici, lo sgancio rapido in punta e il fatto che sono treni più piccoli permetterà di dimezzare i tempi di imbarco e sbarco: i treni entreranno direttamente nelle navi traghetto e, una volta sbarcati a Messina, prenderanno le due direzioni – Palermo e Siracusa – senza necessità di montare e smontare le carrozze: non è l’alta velocità, la rete ferroviaria resta quella che è, inSicilia, ma il fatto che siano treni nuovi consentirà comunque di raggiungere i 200 km orari».

Resta da capire come faranno a entrare sui traghetti i Frecciarossa (che abitualmente viaggiano in due sezioni da 4 vagoni ciascuna – con 200 posti per ogni sezione) se non segmentando le due sezioni, per occupare i due binari centrali, come avviene attualmente con gli intercity. Dove starebbe il dimezzamento dei tempi, visto che tutte le operazioni di imbarco e sbarco avverrebbero con il solito locomotore diesel che oggi fa, con grande dispendio di tempo, il suo onesto lavoro di aggancio e sgancio? Che l’annuncio abbia molto sapore elettorale risulta evidente, ciò non toglie, però, che almeno, in Sicilia, i progetti ci sono. Il risultato finale non sarà, probabilmente, quello tratteggiato dai grillini, ma l’insieme merita la giusta attenzione.

Si consideri, inoltre, che accanto ai 490 milioni del PNRR bisognerà prevedere anche l’afflusso di altri 60 milioni aggiuntivi destinati a investimenti pubblici per progettare un immenso deposito di GNL (gas naturale liquefatto) che servirà come carburante per le navi e il trasporto su gomma. Insomma c’è, quanto meno, un’idea di programmazione e di pianificazione che i governanti calabresi dovrebbero tentare di imitare, senza lasciarsi affogare dalla becera burocrazia di Germaneto che ha il triste merito di affossare tutto e far rispedire indietro (com’è successo fino ad oggi) i soldi dell’Europa per incapacità di pianificazione e utilizzo degli stessi.

Come saranno destinate le risorse già impegnate? RFI utilizzerà 60 milioni per l’acquisto di tre nuove navi passeggeri per l’attraversamento dello Stretto. Si tratterà di navi ad alimentazione GNL o elettrica. 20 milioni sono destinati, invece, per le navi che traghetteranno i treni. Per le flotte private sono, inoltre, disponibili 35 milioni per rinnovare i mezzi. Per quanto riguarda i traghetti per trasporto ferroviario è prevista l’implementazione della flotta con una nuova nave pronta entro il 2025 ad alimentazione ibrida. La stessa nuova nave Iginia, pronta già a gennaio di quest’anno, subirà interventi di ibridizzazione per un costo di 3 milioni di euro.

Il pacchetto dei progetti è molto articolato: andrà realizzato a Tremestieri, sulla sponda sicula, il terzo approdo, mentre è prevista l’intera rimodulazione delle stazioni marittime di Messina e Villa San Giovanni in modo da offrire un percorso più agevole ai passeggeri in arrivo e in partenza, collegato anche con i mezzi del traghettamento privato. Secondo il presidente dell’Authority dello Stretto Mario Mega la previsione di un deposito costiero di GNL risponde a una logica avveniristica: «Il Gnl è il futuro immediato delle navi merci e di quelle da crociera, che così avrebbero un impianto di rifornimento in sud Italia. Inizialmente sarà rifornito via nave, ma l’obiettivo è che arrivi all’autoalimentazione. Attraverso l’impianto di microliquefazione lo si potrà poi distribuire a terra, per il rifornimento dei mezzi. Sicilia e Sardegna sono le uniche regioni dove non esiste una rete di Gnl, il che non consente ai tir di completare la transizione ecologica. Così, invece, avremmo il primo punto per sviluppare le reti di distribuzione a terra».

I grillini sono ottimisti sui tempi di esecuzione, visto l’obbligo di rispettare la scadenza del 2026. «Abbiamo superato – ha detto il sottosegretario Cancelleri – anche il modello Genova, lavorando ad un pacchetto di norme che consente l’attuazione di questi progetti riconoscendo agli enti attuatori ampi poteri di deroga. Il Tar non potrà più sospendere la gara in presenza di ricorsi, ad esempio: i progetti andranno avanti così come da aggiudicazione e, qualora un’impresa si ritenesse lesa e dimostri di aver ragione, sarà ammessa al risarcimento ma l’opera andrà avanti così come appaltata». Se così sarà, ci saranno indubbiamente vantaggi evidenti anche per Reggio e Villa San Giovanni. Vedremo. (rrm)

SALERNO-REGGIO, ALTA VELOCITÀ FASULLA
QUALI SONO I VERI TEMPI DI PERCORRENZA

di ROBERTO DI MARIA – I toni trionfalistici con i quali la neo Amministratrice Delegata di Rete Ferroviaria Italiana, Vera Fiorani, ha preannunciato le caratteristiche della nuova linea ferroviaria ad “Alta velocità” Salerno-Reggio Calabria, alla luce di qualche semplice ragionamento tecnico, appaiono del tutto infondati, se non decisamente ingannevoli.

La nuova linea, suddivisa in 7 lotti su un’estesa di oltre 445 chilometri, secondo le dichiarazioni della A.D. dovrebbe essere in grado di collegare le due città in meno di quattro ore, rispetto alle attuali cinque. Questa drastica (?) riduzione dei tempi di percorrenza si otterrebbe facendo viaggiare i treni “in media” ad una velocità compresa “fra i 250 e i 300 chilometri all’ora”.

Ora, va bene che a dare numeri sono bravi tutti, ma è pur vero che la matematica non è un’opinione. Infatti, i conti non tornano: se i 445 km della nuova linea fossero davvero percorsi a 250 km orari “di media”, sarebbero coperti in appena 1 ora e 47 minuti. Percorrenza che scenderebbe, addirittura a 1 ora e 29 minuti se la linea fosse percorsa a 300 km/h. Troppa grazia, Sant’Antonio!

Accontentiamoci pure di 2 ore per una eventuale linea Salerno-Reggio Calabria ad alta velocità vera, e chiediamoci come mai si arrivi a raddoppiare questo tempo di percorrenza su una linea realizzata secondo gli stessi criteri tecnici con cui è stata realizzata la dorsale Napoli-Roma-Milano-Torino. Sarà perché i criteri tecnici non sono affatto gli stessi, trattandosi di un’alta velocità farlocca?

Certo, dalle stesse dichiarazioni della Fiorani veniamo a sapere che i treni subiranno un non meglio precisato “rallentamento a 160 chilometri all’ora vicino Praia a Mare”; ma, anche considerando questo fattore, i conti non tornano ugualmente. A meno che il territorio di Praia a Mare non comprenda tutti i 445 km del tracciato, estendendosi, con un miracolo di geografia politica, su tre regioni (Campania, Basilicata e Calabria). E che il rallentamento sia a 110, anziché 160 chilometri orari.

Errare è umano, sia per la AD di Rete Ferroviaria Italiana che per i giornalisti che hanno riportato questi singolari dati tecnici. Peccato che la stessa narrazione della presunta Alta Velocità di questa nuova linea ferroviaria sia stata riportata, paro paro, da numerose altre voci, anche qualificate.

Mi chiedo: piuttosto che incorrere in così clamorose topiche, perché non presentare le cose per quello che effettivamente sono? La nuova ferrovia, che si inerpicherebbe verso il vallo di Diano per poi scendere nuovamente a mare proprio in corrispondenza della ridente località di Praia, quindi tornare a salire verso la valle del Crati e raggiungere Cosenza, ed infine seguire, per sommi capi, il tracciato dell’autostrada A2 fino a Reggio, altro non sarebbe che l’ennesima linea ad “Alta Velocità di Rete” (AVR). Concepita come le costruende Napoli-Bari e Messina-Catania-Palermo, con velocità di progetto di 160-180 km/h.

Velocità che, considerando le numerose fermate che ormai sembra siano diventate un obbligo di legge (e di convenienza politica) per tutti i treni a sud di Napoli, farebbe  quadrare i conti della Fiorani; a meno, ovviamente, della bufala dei 300 km/h. Il tutto alla modica cifra di 22,8 miliardi di euro, solo per i primi tre lotti.

Meno male che la A.D. di RFI si sia affrettata a precisare che la nuova linea prevede un modulo” di 750 metri, che si traduce nella possibilità di consentire la percorrenza della linea da parte dei treni lunghi”, spacciandola per una novità assoluta. In realtà, si tratta dell’adeguamento di sistemi di circolazione e piazzali di stazione alla percorrenza ed allo stazionamento di treni lunghi fino a 750 m., che allo stato attuale non avrebbero modo di essere composti, sulla dorsale tirrenica come in qualsiasi altra linea ferroviaria a sud di Bologna. Convogli di questa lunghezza sono richiesti dalle caratteristiche del moderno trasporto merci su ferro, con particolare riferimento al traffico containers, vitale per porti come Gioia Tauro.

A livello europeo tali adeguamenti tecnico-logistici sono attuati già da parecchi anni, tant’è che il “modulo 750” è previsto obbligatoriamente per i corridoi TEN-T, che però sono rimasti sulla carta in tutta l’Italia meridionale. Quindi, in sintesi, si tratta di ottemperare, con notevole ritardo, a consolidate prescrizioni europee, che farebbero finalmente decollare la portualità meridionale fino a metterla nelle condizioni di divenire la porta dell’Europa per le merci provenienti dal Far East; oggi recapitate inesorabilmente verso i porti del ricco nord Europa.

Tornando al concetto di Alta Velocità, ci tocca prendere amaramente atto che anche questo progetto, nonostante i costi elevatissimi, viene ridimensionato dal mito della “non remunerabilità” della AV “classica” da 300 km l’ora: una tesi ormai strenuamente sostenuta dagli ambientalisti al caviale, che sembrano essersi stabilmente piazzati all’interno dei Ministeri romani, in piena epoca di decrescita infelice.

Con buona pace degli studi che, dalla Università Federico II a Prometeia, vedono proprio nell’assenza della AV e nell’isolamento territoriale il primo ostacolo alla crescita del PIL.

A prenderli sul serio, insieme a qualche secolo di tecnica ed economia dei trasporti, si comprenderebbe bene come l’infrastrutturazione qualificata, reale e non semplicemente proclamata, sarebbe la prima cosa da fare in territori svantaggiati come il nostro Sud. Che, ormai, non richiede più di essere rilanciato come parte produttiva del Paese, ma di porre in essere, con estrema urgenza, tutto il possibile per arginarne l’inarrestabile declino socio-economico che lo allontana sempre di più dal resto d’Italia e dall’Europa.

Dal 13 giugno attivo il Frecciarossa notturno Milano-Reggio Calabria

Una grande novità, per la Calabria, è l’attivazione, dal 13 giugno, del Frecciarossa notturno Milano-Reggio Calabria. Si tratta di una importante novità proposta da Trenitalia, se si considera che è la prima volta che in Calabria viaggia, di notte un Frecciarossa, che partirà da Milano alle 21.20 per arrivare, poi, a Reggio alle 8.04, la cui ripartenza, infine, è prevista per le 21.37 con arrivo a Milano alle 8.22.

Il nuovo orario estivo è stato presentato Luigi Corradi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Trenitalia. Sono inoltre intervenuti Sabrina De Filippis e Paolo Attanasio, rispettivamente direttori delle Divisioni Passeggeri Regionale e Lunga Percorrenza. Insieme al Freccia notturno, previsti, anche una nuova coppia di Frecciarossa Fast, che unisce in meno di 9 ore Milano e Reggio Calabria. La partenza da Milano è fissata alle 14.25 con arrivo a Reggio Calabria alle 23.05 con fermate a Milano Rogoredo, Bologna Centrale, Roma Termini (17.40), Napoli Afragola, Salerno, e in Calabria a Paola (21.13), Lamezia Terme (21.42), Rosarno (22.13), Villa S. Giovanni (22.44). Da Reggio Calabria invece la partenza è fissata alle 12.30 con arrivo a Milano centrale alle 21 e fermate a Villa San Giovanni (12.44), Rosarno (13.17), Lamezia Terme (13.49), Paola (14.21), Salerno, Napoli Afragola, Roma Termini (17.40), Bologna centrale.

Da Torino a Reggio Calabria, senza cambi, grazie alle due coppie diFrecciarossa: confermati i quattro collegamenti al giorno da e per Torino, passando per Roma.

Confermato anche il collegamento in Frecciargento dallo Stretto alla Laguna,sulla Venezia/Roma-Reggio Calabria mentre per viaggiare da Roma alla Calabria, ulteriori tre coppie di Frecciargento uniscono quotidianamente Reggio alla capitale, i Frecciargento fermano, in Calabria, alternativamente, nelle stazioni di Scalea S. Domenica Talao, Paola, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Rosarno, Gioia Tauro, Villa San Giovanni.

Sicilia e Calabria sempre più vicine grazie alle navi veloci di Blujet (Gruppo FS Italiane) da Villa San Giovanni e Messina, in coincidenza con Frecce e Intercity, per garantire un facile interscambio fra i due mezzi di trasporto. (rrm)

 

Trenitalia valuta nuovi collegamenti notturni con i Frecciarossa da e per la Calabria

Trenitalia sta valutando di realizzare dei nuovi collegamenti notturni con i treni Frecciarossa da Torino e Milano alla Calabria.

E chiede ai suoi utenti un sondaggio relativo al gradimento di un eventuale servizio Frecciarossa notturno tra Torino Porta Nuova e Reggio Calabria Centrale, con fermate intermedie a Milano, Reggio Emilia AV, Bologna Centrale, Firenze, Paola, Lamezia Terme Centrale, Villa San Giovanni.

«Il nuovo collegamento – si legge nel sondaggio – tra Torino e la Calabria/Sicilia partirà da Torino tra le 20:00 e le 21:00 (con fermate intermedie a Milano, Reggio Emilia AV, Bologna e Firenze) e arriverà tra le 6:00 e le 7:00 a Paola, con proseguimento su Lamezia Terme e Villa S. Giovanni per imbarco su aliscafo ed arrivo a Messina alle 8:30 circa.
Sarà possibile raggiungere altre destinazioni in Sicilia utilizzando servizi in connessione».

«Il rientro dalla Sicilia – si legge ancora – partirebbe con aliscafo da Messina tra le 21:00 e le 22:00 per raggiungere Villa S. Giovanni tra le 22:00 e le 23:00; da qui imbarco sul Frecciarossa per arrivare a Torino tra le 8:00 e le 9:00 della mattina (con fermate intermedie a Lamezia Terme, Paola, Firenze, Bologna, Reggio Emilia AV e Milano). Il costo del biglietto base in Standard per la Calabria sarà tra 95€ e 115€ e per la Sicilia tra i 110€ e 130€, comprensivi di aliscafo e collegamenti con le principali destinazioni nell’isola. A bordo del Frecciarossa ETR500 sarà presente un servizio di ristorazione che rimarrà sempre aperto (tranne che dalle 1:00 e alle 5:00 della mattina) e per chi sceglie la Business e la Executive un kit notte (cuscino poggiatesta + mascherina + tappi) + la colazione».

L’Associazione Ferrovie in Calabria ha accolto favorevolmente l’iniziativa dell’Ente, spiegando che «se mai dovesse concretizzarsi, ciò rappresenterebbe un nuovo, importantissimo passo in avanti per i servizi ferroviari a lunga percorrenza/AV in Calabria».

«I tempi di percorrenza – ha scritto su Facebook l’Associazione – sarebbero abbastanza competitivi con qualsiasi altro vettore notturno, su questa specifica relazione. E probabilmente i tempi di percorrenza potrebbero essere ulteriormente ridotti».  (rrm)

Il sondaggio

Federalberghi: la Calabria sempre più distante e il Frecciarossa “rallenta”

Polemica presa di posizione di FederAlberghi Calabria per la scelta di Trenitalia che, sostituendo il Freggia Argento da Reggio a Roma, con il più veloce Frecciarossa, da oggi 21 settembre, ha allungato i tempi di percorrenza, portandoli da 5 ore e 13 minuti a 6 ore e 23 minuti.

«Trenitalia – si legge in una nota di FederalAberghi Calabria – “alla chetichella” sostituisce il treno. Basta fare una facilissima visita sul sito di Trenitalia e ci si accorge subito che le Frecce di Trenitalia da lunedì incredibilmente allungano i tempi di percorrenza delle loro corse. Infatti sino a Domenica, da Reggio Calabria a Roma Termini (e viceversa) il Freccia Argento impiega(va) poco più 5 ore. Da Lunedi in poi da Reggio Calabria a Roma Termini (e viceversa) il Freccia Argento scomparirà e sarà sostituito dal Freccia Rossa che impiegherà 6 ore e 15 min.
«Ci potremmo infilare – dice il segretario generale Francesco Perino – in facilissimi commenti sull’alta velocità, sulla distanza, sui tempi, sulle frecce senza Wi-Fi e senza servizi, sui costi ma non lo facciamo, sperando che il collegamento veloce della Calabria con la Capitale e con il resto d’Italia sia un diritto da garantire per un’intero territorio. Poiché, però, queste Frecce erano oramai parte integrante degli spostamenti dei calabresi (erano infatti sempre pieni) vi ricordiamo i vecchi e nuovi orari del treno mattutino di andata e pomeridiano del ritorno» che evidenziano l’incremento di un’ora e 10 minuti nella percorrenza precedente. Inutile sottolineare – evidenzia la nota – che da Milano a Rona i 600 km si percorrono in tre ore circa».

La garbata “protesta” è stata inviata oltre che a Trenitalia anche a tutti i parlamentari calabresi. C’è da aspettarsi una sollecita risposta e interventi rapidi a tutela dei passeggeri in partenza e in arrivo a Reggio Calabria. (rrc)

Fino a fine agosto 12 Frecciarossa in più tra Milano e la Calabria

Fino a fine agosto, sono stati aggiunti ulteriori 12 collegamenti Frecciarossa tra Milano e la Calabria, per facilitare gli spostamenti degli italiani, offrendo così un sostegno concreto al turismo e all’economia del territorio.

Le nuove corse, previste per la settimana di Ferragosto e per quelle successive, partiranno da Milano Centrale alle 11.50 per arrivare a Reggio alle 22.05 nelle giornate del 15, 21, 22, 23, 27, 28, 29 agosto; da Reggio a Milano, nelle giornate del 16, 22, 23, 24, 28, 29, 30 agosto.

Frecciarossa fermano a Reggio Emilia AV, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Agropoli, Vallo della Lucania, Pisciotta-Palinuro, Sapri, Maratea, Scalea, Paola, Lamezia Terme, Vibo Pizzo, Rosarno e Villa San Giovanni.

Inoltre, dal 1° agosto, le corse giornaliere delle navi veloci Blue Jet per collegare la Sicilia e le città servite dall’alta Velocità sono in totale 30.

I biglietti per i nuovi collegamenti sono già in vendita su tutti i canali Trenitalia. (rrm)

 

Venerdì il Frecciarossa ferma per la prima volta a Scalea

Una data importante, quella di venerdì 24 luglio: il Frecciarossa, alle 16.37, fermerà a Scalea.

«Salgono, dunque – si legge in una nota dell’ Unione Interassociativa Alto Tirreno – a 14 (compresi i periodici) i collegamenti a media e lunga percorrenza che servono la Riviera dei Cedri e il Pollino. Qui fermeranno tutte le tipologie di treni circolanti in Italia, e dire che tutto ciò poco tempo fa non era neanche immaginabile!».

«Un altro importante risultato per la Riviera dei Cedri – si legge in una nota di Assoscalea – ottenuto grazie all’impegno di ben 63 tra enti, accademie, consorzi, pro loco ed associazioni varie, coordinate da Ettore Durante».

Per l’occasione, l’Associazione ha invitato i cittadini a partecipare, nel rispetto delle regole anticovid, recandosi in stazione muniti di mascherina qualche minuto prima dell’arrivo.

«Quella a favore di Scalea – prosegue nota dell’Unione Interassociativa Alto Tirreno – era l’unica richiesta di buon senso visto che il territorio tra Sapri e Paola, circa 120 km di costa, era l’unico ad essere rimasto escluso dai nuovi servizi Av, questo nonostante i numeri registrati nel periodo estivo siano molto elevati.
Tutte le associazioni sono state concordi nel chiedere che la fermata venisse istituita nella città di Torre Talao, perché essa é facilmente raggiungibile sia dai comuni costieri che da quelli montani, essendo posta a metà strada tra Sapri e Paola. È, inoltre, il Comune più popoloso e la stazione ha tutti i requisiti infrastrutturali necessari per accogliere tali treni».

Il Frecciarossa in direzione nord fermerà alle 12:24 mentre quello in direzione sud alle 16:27 e farà le stazioni di  Salerno, Napoli Centrale, Napoli Afragola, Roma Termini, Roma Tiburtina, Firenze Santa Maria Novella, Reggio Emilia AV Mediopadana, Milano Rogoredo, Milano Centrale, Torino Porta Susa, Torino Porta Nuova.

L’Unione Interassociativa Alto Tirreno, inoltre, ha riferito che per «alcune corse sono già attive le coincidenze con i treni regionali. Inoltre il consigliere dell’Unpli Cosenza, Antonello Grosso La Valle, sta preparando una conferenza dei servizi per realizzare un servizio su gomma in coincidenza con l’arrivo dei treni Av, per poter creare un collegamento pubblico anche con le zone costiere non servite dalla ferrovia».

«Inoltre – conclude la nota – come ha annunciato il presidente del Consorzio Operatori Turistici Diamante & Riviera dei Cedri, Gianfranco Pascale, grazie al progetto Calabria in treno, quest’estate coloro che sceglieranno tale mezzo per raggiungere l’Alto Tirreno e l’Alto Jonio, alloggiando in una delle strutture convenzionate, potranno ottenere il rimborso del biglietto dalle strutture».

Ferrovie e strade, “la Calabria che vogliamo” chiede nuovo corso di investimenti

Il Movimento politico La Calabria che vogliamo, guidato dall’ex presidente degli industriali reggini Giuseppe Nucera, chiede un nuovo corso negli investimenti per infrastrutture e trasporti. Plaudendo ai nuovi collegamenti dei treni veloci che avvicinano la Calabria all’Italia, Giuseppe Nucera  saluta con soddisfazione l’arrivo dei Frecciarossa a Reggio Calabria ma allo stesso tempo si augura sia solo un punto di partenza nel percorso di rinascita del territorio calabrese: «Il collegamento giornaliero in Frecciarossa da e per Reggio Calabria, assieme all’arrivo di Italo in riva allo Stretto, contribuirà alla ripartenza e al rilancio dell’economia e del settore turistico della Calabria e dell’intero Sud Italia».

«Si tratta però – sottolinea Nucera – di un tassello nell’intricato puzzle di necessità che il nostro territorio da parecchi anni soffre. La Calabria si trova a vivere una fase decisiva: ha davanti un bivio che separa il rilancio del nostro territorio da una crisi devastante i cui confini non sono immaginabili. È il momento di investire in modo forte e deciso nelle infrastrutture così carenti della Calabria. Penso all’ammodernamento e completamento della rete stradale, ad esempio il tratto Bovalino-Bagnara o il megalotto della S.S. Statale 106 nel versante che collega Reggio Calabria a Locri e Roccella a Soverato».

«C’è ancora molto da fare – assicura l’ex Presidente di Confindustria Rc –sulla linea ferroviaria, specie per quella che collega la nostra regione al versante Adriatico. Sarebbe importante, anche sul piano turistico, ripristinare le linee Taurensi in disuso da anni. L’arrivo del treno Frecciarossa e di Italo deve rappresentare il punto di partenza verso la costruzione di una linea d’alta velocità. Senza una reale alta velocità infatti l’arrivo del Frecciarossa non può concretizzarsi nei fatti. La Calabria non può più rimanere ai margini, isolata, ma deve tornare a correre.

Negli ultimi giorni è tornato d’attualità il Ponte sullo Stretto, la cui possibile costruzione continua a dividere e far discutere. Giuseppe Nucera non ha dubbi: si tratta di un’infrastruttura dall’importanza nevralgica. «Sin dalla nascita del movimento ‘La Calabria che vogliamo’, uno dei punti fondamentali del nostro programma riguardava la costruzione del Ponte sullo Stretto. È impensabile che un’opera di tale portata possa suscitare dubbi e incertezze. Si tratta invece di un progetto capitale per la nostra regione e l’intero Sud Italia. Dobbiamo guardare al futuro con entusiasmo e determinazione, coscienti delle possibilità che il dramma Covid-19 ci ha offerto. Adesso bisogna ripartire con la volontà di costruire una Calabria forte e all’avanguardia, che possa fare da traino per il rilancio dell’intero paese». (ed)

 

Un’intervista a Euronews dell’ing. Domenico Gattuso sul disastro Frecciarossa di Lodi

Dopo il disastro ferroviario del Frecciarossa a Lodi, Euronews ha chiesto un parere sulla sicurezza sulla rete ferroviaria italiana e il ruolo delle agenzie di controllo al prof. Domenico Gattuso (Unimediterranea) esperto di trasporti.

In quattordici anni di alta velocità in Italia quello di Lodi, in cui hanno perso la vita due macchinisti e sono rimaste ferite una trentina di persone, è il primo grave incidente. Eppure, le statistiche pubblicate ogni anno dall’Agenzia per la sicurezza delle ferrovie, rivelano dati superiori alla media europea. In dieci anni, dal 2006, in Italia hanno perso la vita 809 persone per incidenti legati alla circolazione dei treni. Uno stillicidio lento, che per questo non richiama l’attenzione dei media come accade a ogni incidente di rilievo.

Dal canto loro, gli addetti ai lavori puntano l’indice sul sistema ferroviario nel suo complesso, che da tempo registra la presenza di imprese – pubbliche o private – che ragionano in termini di mercato, e che per questo puntano a ridurre il più possibile costi e procedure. Non senza conseguenze, secondo Raniero Casini, sindacalista di CAT Ferrovie: “Alla fine dei lavori vengono fatti passare dei carrelli, vengono fatti controlli tecnologici, ma evidentemente il fatto che ci fossero quei meccanismi chiamati fermascambi che dovevano bloccare gli scambi in una determinata posizione, di fatto non hanno funzionato”.

A sorvegliare sulla sicurezza delle reti ferroviarie italiane dal 2007 c’è una Agenzia nazionale istituita dal ministero dei Trasporti col compito di svolgere attività a garanzia della sicurezza. Una funzione che, secondo il professor Domenico Gattuso, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, viene svolta non senza difficoltà: «Ma quello che è avvenuto è una cosa strana in Italia l’ Agenzia ha affidato alle imprese ferroviarie il compito di definire i propri sistemi di sicurezza».

L’incidente di Lodi riporta in primo piano l’affidabilità dell’intero sistema ferroviario italiano; un sistema che per gli addetti ai lavori andrebbe rivisto, a cominciare dalla definizione delle priorità. Ancora Gattuso: «Si guarda troppo spesso agli investimenti in grandi opere si impegnano risorse considerevoli su opere che probabilmente non sono indispensabili. Sarebbe importante assegnare maggiore attenzione alle ferrovie regionali che sono quelle piu critiche non è un caso che i maggiori incidenti siano avvenuti sulle reti regionali». (rrm)

Cordoglio per Giuseppe della Frecciarossa, ennesima vittima reggina sul lavoro

Profonda commozione a Reggio e cordoglio da parte di tutte le autorità per la drammatica morte del ferroviere Giuseppe Cicciù, “milanese” di Reggio, perito nel tragico incidente ferroviario del Frecciarossa a Lodi insieme con il collega Mario Di Cuonzo. Cicciù, conduttore esperto del Frecciarossa, vive da moltissimi anni a Milano, ma aveva sempre nel cuore la sua città di origine e approfittava di ogni occasione per tornare a trovare i suoi cari e i tantissimi amici. Sempre col sorriso sulle labbra, sempre attento (era stato impegnato nel sindacato) nella tutela della sicurezza sul lavoro.

La neopresidente della Regione Jole Santelli, nell’esprimere «la mia commozione per la morte dei due macchinisti avvenuta nell’incidente ferroviario di Lodi» ha espresso vicinanza «alla famiglia di Giuseppe Cicciù, originario di Reggio Calabria: alla moglie, alla madre e alla figlia il mio abbraccio sincero. L’auspicio è che si possa fare presto chiarezza sull’avvenuto e si accertino le responsabilità».

Il deputato forzista Francesco Cannizzaro ha manifestato l’«enorme tristezza» per la morte del ferroviere reggino: «sono profondamente colpito – ha detto – dall’ennesima perdita di un calabrese, un reggino, deceduto sul lavoro. Giuseppe è l’ennesimo simbolo, pochi mesi dopo la tragedia di Nino Candido, dei figli della nostra terra che emigrano per lavoro e trovano la morte: con piena fiducia nel lavoro delle istituzioni preposte, sono convinto che verrà fatta al più presto piena luce sulle cause del disastro ferroviario di stamattina e ci tengo a sottolineare che quest’ennesima tragedia dimostra quanto importante sia il lavoro da fare alla Regione. Infatti la Calabria che vogliamo costruire è quella in cui tutti devono essere liberi di scegliere di poter lavorare nella terra in cui sono nati, in sicurezza. Non vogliamo più piangere i nostri emigrati costretti a lasciare la loro città e i loro affetti per lavoro, per poi andare a morire altrove. La tragedia nella tragedia è che ormai qualsiasi notizia di cronaca nera che arriva dall’Italia o dall’Europa coinvolge reggini e calabresi costretti a vivere fuori dalla Calabria. Dobbiamo fare di tutto per invertire questa tendenza, e lo faremo anche nel nome di Giuseppe Cicciù».

Il sindaco metropolitano di Reggio Giuseppe Falcomatà ha voluto far pervenire ai familiari di Giuseppe il cordoglio della città: «La comunità reggina è in lutto – ha affermato –. Ancora una volta, la nostra città perde uno dei suoi figli. Oggi è un giorno di infinita tristezza per tutti noi. Alla famiglia di Giuseppe giunga l’abbraccio caloroso di tutti i reggini. Ci auguriamo che su questa tragedia venga al più presto fatta piena luce, al fine di accertare eventuali responsabilità».

Profondo cordoglio anche nel sindacato. «Tutta la Cisl calabrese – ha detto il Segretario generale dell’organizzazione sindacale, Tonino Russo – si stringe intorno alle famiglie di Giuseppe Cicciù, delegato Cisl in Lombardia, nato a Reggio Calabria, e di Mario di Cuonzo, anch’egli meridionale, i due macchinisti che hanno perso la vita nel gravissimo incidente del Frecciarossa deragliato a Lodi, augurando una pronta guarigione a tutti i feriti coinvolti, passeggeri e operatori ferroviari. Siamo di fronte all’ennesima, terribile e inaccettabile tragedia sul lavoro, che ripropone in modo acutissimo sia la questione della sicurezza, tanto più assurdamente perché si parla di un treno di ultima generazione, sia la questione dell’emigrazione, che ha toccato e continua a toccare tantissime famiglie del Sud Italia. Per una casualità dovuta probabilmente all’ora si è verificato, come è stato detto, l’incidente non ha causato una vera e propria una strage. Ora – conclude il Segretario generale della Cisl calabrese – chiediamo con forza che sia fatta al più presto piena luce sulle cause del disastro, perché ciò che è accaduto non si ripeta mai più». (rrm)