di FILIPPO VELTRI – «Il punto dirimente per noi è uno solo: in Calabria non possiamo più pensare la politica come mero “casting elettorale”, non possiamo mortificare la democrazia come purtroppo si è fatto in questi anni riducendola a questione di liste, candidati e candidature. Interroghiamoci oggi, non tra cinque anni o alla vigilia delle prossime scadenze elettorali, su quale progetto della Calabria vogliamo costruire nei prossimi anni. Lo ripetiamo: no liste e candidature, ma progettualità e visione, risposte a ciò di cui i nostri territori hanno bisogno in termini di servizi, infrastrutture non solo materiali ma sociali ed educative, innovazione e ricerca». Queste parole sono state scritte poco prima di morire, due mesi fa, da un politico calabrese di lunghissimo corso. Si chiamava Costantino Fittante (1933-2021) e proprio nei giorni scorsi se n’è ricordata la figura a Lamezia Teme, nella città dove aveva fatto il sindaco, prima di diventare consigliere regionale e poi parlamentare della Repubblica.
Non ci può essere migliore viatico per l’anno nuovo che questo invito ad una buona politica, che dietro deve trascinarsi una buona società e una buona cultura etc, in una terra come la Calabria che ha appena eletto un nuovo presidente di Regione.
Scriveva sempre Fittante, con una lucidità da fare rabbrividire se si pensa alle condizioni in cui questo lascito è stato pensato, scritto e trasmesso: «…lanciamo l’invito, partendo dai bisogni reali dei territori e interloquendo con quelle realtà associative e produttive che conoscono direttamente le diverse problematiche, a promuovere un calendario di iniziative tematiche nelle diverse realtà della nostra Regione. Formulando proposte concrete e sottoponendole alla nuova amministrazione e al nuovo Consiglio Regionale. Con l’unico intento di rivitalizzare la democrazia e la partecipazione in una Regione che oggi appare rassegnata, ripiegata su se stessa, impotente di fronte a uno spopolamento che diventa sempre più drammatico nei numeri e soprattutto sul piano sociale e culturale».
Giusto a titolo di esempio. Sono decenni che si parla della sanità calabrese solo ed esclusivamente nei termini dell’emergenza, degli scandali o della sterile discussione “commissariamento si-commissariamento no’’. Ora la partita è chiusa con Roberto Occhiuto presidente e commissario. Ma proviamo a metterci attorno a un tavolo per capire di cosa abbia davvero bisogno la sanità calabrese oggi, in un contesto radicalmente cambiato dalla pandemia, che ha messo al centro la sanità territoriale e la medicina sempre più vicina alle case delle persone, fino a parlare di telemedicina.
I fondi europei e del PNRR saranno utilizzati per le case della salute sul territorio. Ottimo. Ovviamente non può bastare per lo stato comatoso in cui sono stati lasciati gli ospedali. La buona politica qui come non mai deve lanciare segnali forti di rottura di un sistema che ha gestito appalti, concorsi, nomine, primariati etc.
E ancora, un altro esempio. Nel territorio di Lamezia Fittante ricordava l’esistenza della più grande area industriale del Mezzogiorno. Vogliamo costruire un progetto di sviluppo che guardi alle più alte innovazioni da avviare in quest’area, da quelle che riguardano il campo agricolo ed alimentare a quelle del settore tecnologico-informatico, o vogliamo ancora inseguire chimere e spot? E ancora. Cosa vogliamo fare dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, considerato di rilevanza strategica dal governo e uno dei maggiori aeroporti del Sud Italia, nell’ottica di collegamento con il resto del Paese, l’Europa e il Mediterraneo?
Avviare una discussione in Calabria, partendo da una spinta propositiva che rimetta al centro la buona politica, che è capacità di intercettare i bisogni reali delle comunità formulando idee e proposte per rispondere alle esigenze della collettività è dunque non solo necessario ma indispensabile. Se si riduce la politica a liste e candidati, i calabresi continueranno a tenersi lontane dalle urne e soprattutto crescerà la distanza già abissale tra i cittadini e le istituzioni. Le elezioni e le candidature sono certamente un processo necessario in una democrazia: ma devono essere frutto di percorsi politici, non di casting all’ultimo minuto.
Noi – concludeva il suo appello il politico che ci ha lasciato da poco – «ci rivolgiamo a quanti si riconoscono in questa visione della politica, invitandoli a contribuire a realizzare un programma di iniziative che dia una spinta innovativa alla politica calabrese, ripartendo dai temi e dai contenuti. Il nostro appello è aperto al contributo di tutti i cittadini calabresi liberi, senza seconde o terze ambizioni elettoralistiche, con il fine principale di ossigenare la democrazia in Calabria, suscitare una nuova consapevolezza dei diritti, stimolare l’impegno di tutti per rendere questa terra da “emergenza” a Regione normale».
Appunto: una regione normale per una Regione funzionante. Solo la buona politica può ridare ossigeno e vitalità alla nostra terra e alle due erre, sia quella con la minuscola che quella con la maiuscola. (fv)