Forza Italia Calabria: Per nuovo Decreto Calabria manca solo sì del Senato

Forza Italia Calabria ha reso noto che la Commissione Finanze e Tesoro ha approvato l’emendamento per la modifica del Decreto Calabria, che vede come primo firmatario il senatore Giuseppe Mangialavori e come co-firmatari i parlamentari Fulvia Caligiuri e Marco Siclari.

«L’emendamento – ha spiegato Fi Calabria – prevede diversi interventi strategici, tra cui l’autorizzazione all’assunzione di 40 unità di personale da destinare al supporto del commissario e che potranno anche operare nel dipartimento Salute della Regione. Inoltre, è consentito il reclutamento di nuovi esperti per il controllo di fatture e pagamenti delle Aziende sanitarie e ospedaliere, la sospensione delle spese legate alla mobilità passiva – che ogni anno superano i 320 milioni di euro – e un contributo di solidarietà di 120 milioni per gli anni 2024-2025».

«Dopo la nomina a commissario ad acta del presidente Occhiuto – è stato spiegato – era necessario dare seguito alle disposizioni della Consulta, che lo scorso 23 luglio aveva dichiarato parzialmente incostituzionale il Decreto Calabria, perché lo Stato non può limitarsi a un “mero avvicendamento del vertice” della sanità regionale, senza considerare “l’inefficienza dell’intera struttura sulla quale tale vertice è chiamato a operare in nome dello Stato”. Questo emendamento sana questo vulnus e, inoltre, garantisce piena agibilità operativa al commissario ad acta».

«Adesso – conclude la nota – manca solo l’approvazione definitiva in Senato, dopodiché il commissario Occhiuto potrà avviare concretamente, e con poteri rafforzati, una rivoluzione da cui deriverà una sanità finalmente efficiente, con i conti a posto e capace di assicurare il diritto alle cure a tutti i calabresi». (rrm)

In Senato, al procuratore Nicola Gratteri il Premio Legalità

di PINO NANO – A Palazzo Madama solenne cerimonia di consegna del “Premio per la Legalità contro tutte le mafie” assegnato al Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri. Al Senato gli è stata infatti conferita la Medaglia d’oro donata dal Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico per i “suoi alti meriti nella lotta alle mafie”. Prima di lui, lo scorso anno, questo Premio era andato al Procuratore Nazionale Antimafia Cafiero De Raho. Alla manifestazione di Palazzo Madama erano presenti anche tre diversi Ambasciatori del mondo arabo, che hanno salutato il Procuratore Gratteri con tutti gli onori previsti dal cerimoniale diplomatico dei loro rispettivi Paesi.

Partiamo dalla motivazione del Premio, letta in Sala Zuccari dalla Presidente del “Premio Tulliola Renato Filippelli” Carmen Moscariello.

“Al Procuratore Nicola Gratteri, e al suo coraggio, per il suo operato caratterizzato dalla speranza, dalla determinazione, dalla certezza di vincere la ndrangheta e tutte le mafie. Grazie al suo coraggio immenso nel mai temere la morte. Il suo essere – oltre che magistrato di altissimo valore – anche scrittore e amante della buona cultura, l’essere chiaro e preciso analista di fatti inerenti alla malavita organizzata, non ultimo, il suo amore incondizionato per i giovani”.

Il “Premio della Legalità contro tutte le Mafie a Nicola Gratteri – ha spiegato ancora la Presidente del Premio Carmen Moscariello – è «il riconoscimento scontato ad uno dei magistrati italiani oggi più raccontati e più seguiti dalla stampa di tutto il mondo. Magistrato icona della giustizia e simbolo più autentico della magistratura più sana di questo nostro paese. Un uomo al di sopra di tutto e di tutti, che ogni giorno mette a rischio la sua vita per una missione in cui non ha mai smesso di credere, neanche quando qualcuno ha provato a far del male a suo figlio».

Probabilmente lui non se lo aspettava, ma il Procuratore Nicola Gratteri a Palazzo Madama è stato ricevuto e premiato con tutti gli onori possibili che la sua storia personale e il suo ruolo meritano. Pubblico delle grandi occasioni in sala, per giunta una location che lo aveva già visto, nei mesi e negli anni passati, decine di altre volte protagonista di primissimo piano di dibattiti e manifestazioni istituzionali di alto livello sociale.

La sua premiazione, ricordiamo, arriva all’indomani dell’uscita del suo nuovo libro Complici e colpevoli (Mondadori Editore), saggio che ha già sollevato interrogativi pesanti in tutto il Paese per via del racconto a tratti sconcertante che Nicola Gratteri fa dell’assalto della ndrangheta alle Regioni del Nord. Per anni si era pensato che la mafia calabrese si muovesse solo al Sud, e invece Nicola Gratteri nella sua analisi lucida e documentatissima dimostra come è tutto falso.

«La ndrangheta di fatto governa anche al Nord, Piemonte, Lombardia, Veneto, Valle d’Aosta Emila Romagna e Trentino. E mentre polizia e carabinieri davano la caccia al Sud a piccoli gregari, al Nord invece cresceva indisturbata una nuova classe dirigente di ’Ndrangheta che alla fine ha determinato condizionato e influenzato elezioni politiche di tutti i livelli».

C’è questo e molto altro ancora nel nuovo libro del Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, che oggi viene considerato “uno dei magistrati più a rischio del mondo”, ma oggi al Senato lui è stato premiato proprio per il coraggio e la libertà con cui manifesta la sua missione e il suo ruolo.

Rimarrà indimenticabile il giudizio severo e tranchant che l’altra sera a “Otto e Mezzo” nel salotto di Lilli Gruber il procuratore Gratteri ha dato delle ministre Marta Cartabia e Luciana Lamorgese, e sul come le due ministre gestiscono il proprio ruolo ai vertici del Governo. Ma solo lui è capace di queste cose.

Dopo aver ringraziato gli organizzatori della manifestazione per il Premio assegnatogli il Procuratore Gratteri non ha esitato a riaprire anche in questa sede un suo vecchio contenzioso con i giornalisti italiani. Non sono mancati infatti neanche in questa occasione i riferimenti alle ultime disposizioni del Governo in tema di “Presunzione di innocenza”, disposizioni che “condizionano” moltissimo – lamenta l’alto magistrato – il racconto che i procuratori della Repubblica potranno fare da ora in poi delle loro inchieste.

«A me non chiuderà mai la bocca nessuno – dice Gratteri –. Sono una persona libera che non ha timore di niente e di nessuno, e chi mi conosce sa bene che dico sempre quello che penso. Se non posso dire la verità è perché non posso dimostrarla. Per quanto mi riguarda, penso alle nuove direttive, noi continueremo a parlare e a spiegare all’opinione pubblica, che ne ha pieno diritto, quello che è il nostro lavoro quotidiano, soprattutto se si tratta di personaggi noti e quindi pubblici. In Italia ancora non è stato ancora negato il diritto di informazione della stampa».

E qui ricompare, forte e determinata, la vecchia polemica con Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa.

«Mi aspettavo che Ordine e Sindacato dei giornalisti italiani prendessero posizione, difendessero i loro interessi, rivendicassero piena libertà nel poter comunicare liberamente le inchieste della magistratura, e informare il cittadino. E invece, il silenzio. L’unica cosa che mi dispiace è che ho visto la categoria dei giornalisti, a livello nazionale e locale, molto timida nella protesta, quasi queste nuove imposizioni e direttive andassero bene al mondo della comunicazione. Purtroppo, è così, mi ha meravigliato non poco questo atteggiamento timido dei rappresentanti dei giornalisti, per giunta in questo paese dove c’è sempre più bisogno di libertà e di autonomia». Applausi a scena aperta, e standing ovation finale per lui. Si coglie con mano il rapporto personale e quasi “intimo” che il magistrato antimafia è riuscito a legare con la gente comune. E che a dispetto delle sue inchieste, gli vuole tanto bene e gli crede fino in fondo. (pn)

Il Senato approva il Testo unico Malattie Rare, Lucia Anita Nucera: Grande conquista che tutela i diritti

Il Senato ha approvato il Testo Unico Malattie Rare, rendendolo legge. Si tratta di «un aiuto concreto ai pazienti e alle loro famiglie e un esempio di buona politica» ha spiegato all’Ansa la presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, Anna Maria Parente. Il disegno di legge, inoltre, «prevede l’aggiornamento dell’elenco delle malattie, il potenziamento degli screening e l’istituzione di un fondo destinato ai pazienti e famiglie» ha scritto su Twitter il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Grande soddisfazione è stata espressa da Lucia Anita Nucera, presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Reggio Calabria, che ha sottolineato che si tratta di «una grande conquista che tutela i diritti di chi è affetto da queste malattie, dando un aiuto concreto a loro e alle loro famiglie».

«La fase successiva – ha spiegato – comporterà l’attuazione delle normative nelle singole regioni ed aggiornare il piano delle malattie rare ogni tre anni. Tra gli interventi previsti -spiega la presidente-ci sono cure migliori e gratuite per i malati rari, screening precoci, sostegno e incentivi fiscali alla ricerca, un fondo di solidarietà per sostenere pazienti e famiglie».

«I malati rari in Italia – ha proseguito – sono ben due milioni, molti dei quali bambini, e costretti ad affrontare anche i problemi dettati dalla loro condizione.  Ai pazienti, inoltre, sarà assicurato un Piano diagnostico terapeutico assistenziale personalizzato redatto dai centri di riferimento. È prevista, anche, l’istituzione del Fondo di solidarietà pari a 1 milione di euro dal 2022 con l’obiettivo di assistere malati rari che hanno necessità di un’assistenza continua».

«Ci saranno inoltre – ha concluso – contributi a sostegno di famiglie e caregiver ed interventi volti a favorire l’inserimento lavorativo. A questo si aggiunge il percorso terapeutico con l’immediata disponibilità dei farmaci prescritti, anche quelli più nuovi, e un credito d’imposta del 65% delle spese sostenute per i progetti di ricerca sui farmaci orfani. Inoltre, dovranno essere organizzate  campagne di sensibilizzazione per sensibilizzare l’opinione pubblica».

Grande soddisfazione è stata espressa dalla presidente nazionale Aisla – Associaizone Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, che ha sottolineato come «l’approvazione della legge segna un passo importante nella storia delle malattie rare».

«Un riconoscimento – ha concluso – sul quale è necessario iniziare subito a lavorare per una piena e concreta attuazione». (rrm)

Erosione Cannitello, Siclari (FI): Serve intervento Governo per messa in sicurezza residenti

Il senatore di Forza ItaliaMarco Siclari, ha ribadito che «occorre un intervento immediato, tempestivo e risolutivo da parte del Governo per la messa in sicurezza dei residenti e dei caseggiati» di Cannitello, a Villa San Giovanni.

Lì, infatti, «a causa del fenomeno erosivo della costa – ha spiegato Siclari – ma anche a causa di lavori di difesa della costa, progettati e/o eseguiti male, si trova in elevatissimo rischio di catastrofe con il mare a ridosso delle abitazioni e quindi con gravissimo ed imminente pericolo per le persone e per le cose. Durante la incipiente stagione invernale la zona sarà soggetta a violentissime mareggiate, come quella del 1981 che determinò la morte di 2 persone».

Per Siclari, si tratta di un intervento «dovuto ed improcrastinabile al fine di scongiurare il ripetersi di tragedie», a cui «immediatamente dopo va predisposto un progetto in sinergia con gli enti competenti, Regione Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria e Comune di Villa San Giovanni, al fine di risolvere la problematica in maniera duratura, anche con la previsione di un’idonea struttura commissariale che agisca di fronte all’inerzia degli enti preposti».

«Ho presentato – ha spiegato ancora – un’interpellanza urgente, indirizzata al Presidente Mario Draghi, quale capo della Portezione Civile ed al Ministro della transizione ecologica Cingolani anche perché, nonostante il lavoro che ho svolto in sinergia con la Regione Calabria ottenendo un finanziamento della somma di 1.800.000,00 euro da destinare alla risoluzione del problema, la Città Metropolitana di Reggio Calabria, che ha competenza in materia, non ha ancora predisposto nemmeno il progetto tecnico». (rp)

Oggi in Senato audizione del presidente della Società Italiana di Intelligence Caligiuri

Alle 12, ci sarà l’audizione in Senato, presso la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, del prof. Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence.

La Commissione è presieduta dalla Senatrice vita Liliana Segre.

I lavori verranno ripresi da Radio Radicale e trasmessi sul canale satellitare e sulla web-TV del Senato. (rrm)

Lo Sportello Antiviolenza “La Ginestra” in Senato presenta il progetto “Primo Polo di Ricerca Pedagogica”

Il Centro Antiviolenza “La Ginestra”, domani, sarà in Senato per la presentazione del libro Il Dolore Sospeso, scritto da Maria Antonietta d’Onofrio, ispirato alla storia vera di Eleonora Aloise Pegorin, oggi pedagogista esperta in disturbi dell’apprendimento e bisogni educativi speciali nonché Presidente dell’Associazione “AllegraMente Insieme” e socia dello Sportello Antiviolenza “La Ginestra”.

Nel corso dell’evento, inoltre, in programma alle 13 nella Sala Caduti di Nassirya, sarà presentato il progetto del Primo Polo di Ricerca Pedagogica a Partire dalla Cura ideato dall’equipe della dott.ssa Aloise.

Interverranno la dott.ssa Eleonora Aloise Pegorin, pedagogista e Presidente dell’Associazione “AllegraMente Insieme”; l’avvocato Teresa Sposato, presidente dello Sportello Antiviolenza “La Ginestra”, Vera Squatrito, mamma di Giordana Di Stefano, vittima di violenza di genere; la dott.ssa Renata Ferraro, pedagogista. Procederanno alle conclusioni la senatrice Mariolina Castellone (M5S) membro della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza” che ha fortemente voluto questo evento in Senato; la senatrice Cinzia Leone (M5S) vicepresidente della “Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere”, e la senatrice Elvira Lucia Evangelista, membro della “Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani”.

Sarà possibile seguire l’evento in streaming su webtv.senato.it

«L’Associazione AllegraMente Insieme presenterà in Senato un progetto tanto ambizioso quanto necessario per il territorio calabrese e l’Italia tutta» ha dichiarato la dott.ssa Eleonora Aloise Pegorin, in merito al Progetto del Polo di Ricerca Pedagogica a Partire dalla Cura.

«Il progetto – ha spiegato – intende creare una struttura che dia voce alla ricerca-azione in campo pedagogico, psicologico ed assistenziale. A partire dai deficit metacognitivi e metaemotivi riscontrati in determinate fasce di pazienti si è giunti, dopo ricerche e studi già eseguiti dall’equipe dell’associazione, a conclusioni scientifiche molto importanti che cambieranno anche il modo di approcciarsi alla terapia ed al percorso di supporto pedagogico».

«La nostra equipe pedagogica – ha proseguito – segue da vicino persone che hanno sviluppato tali deficit in seguito a violenze subite o a cui hanno assistito ripetutamente e persone che questi deficit li hanno, invece, sin dalla nascita, ad esempio i soggetti affetti da autismo. Le correlazioni riscontrate aprono nuovi scenari di cura, ed è per questo che intendiamo aprire il Polo Pedagogico in tutto il suo sistema di strutturazione e competenze, al fine di dare opportunità reali di cura e di presa in cura».

«Con la dott.ssa Aloise Pegorin  – ha detto Teresa Sposato – ci accomuna il desiderio di combattere contro ogni forma di violenza ed è per questo che ho appoggiato fin da subito il progetto del Polo di Ricerca a Partire dalla Cura in quanto il tema della violenza viene trattato sotto forma di ricerca-azione con percorsi dedicati alle vittime e alla prevenzione mediante iniziative concrete che si svolgeranno sul territorio».

Il Polo di Ricerca Pedagogica a Partire dalla Cura ha, inoltre, una valenza territoriale in quanto nascerebbe in Calabria, sull’Alto Tirreno Cosentino, dove l’equipe della dott.ssa Pegorin opera e dove ha sede lo Sportello. Un territorio in cui alla difficoltà di far emergere la violenza, portando le donne a denunciare, si aggiunge l’affaticamento delle poche case-rifugio presenti a soddisfare le numerose richieste di aiuto. 

«Lo Sportello Antiviolenza La Ginestra – ha proseguito Sposato – pur con i pochi mezzi e le poche risorse a disposizione, ha avuto negli anni un percorso di crescita: ha vinto battaglie legali lottando al fianco delle donne vittime di violenza. Di recente, si è fatto promotore di un protocollo d’intesa finalizzato alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere, siglato fra lo Sportello stesso, le scuole superiori di secondo grado insistenti sul territorio compreso fra Praia a Mare e Paola nell’alto Tirreno Cosentino».

«Siamo felici di poter portare in Senato la voce di tutte le donne che ci hanno chiesto e continuano a chiederci aiuto – ha concluso l’avvocato Sposato –, auspichiamo che lo Stato ascolti queste voci incrementando gli strumenti e le risorse di cui le associazioni che operano sul territorio, come fa La Ginestra, hanno bisogno per tutelare le donne vittime di violenza e i loro figli». (rrm)

DECRETO SANITÀ APPROVATO DAL SENATO
CALABRIA COMMISSARIATA PER DUE ANNI

Con 149 voti favorevoli e 117 contrari, il Decreto Calabria è diventato legge. Questo significa che la Calabria sarà commissariata per altri due anni, sotto la ‘guida’ del Commissario ad acta Guido Longo, che sarà affiancato da sub-commissari. Non è un bel giorno per la Calabria, anche se, grazie all’emendamento dell’on. Roberto Occhiuto, il debito della sanità calabrese potrà essere spalmato in trent’anni, consentendo nuove spese e soprattutto nuovi investimenti e assunzioni di personale medico e paramedico prima impediti dalla criticità della situazione economica e finanziaria,

Diversi i commenti prima, durante e dopo l’approvazione. Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri nel corso della seduta al Senato ha rimarcato che: «La Calabria ha bisogno di normalità». Il che significa – ha detto Sileri – «trovare un ospedale vicino casa aperto, non chiuso, come purtroppo si vede in molte parti d’Italia e soprattutto in Calabria; significa trovare un medico vicino; significa trovare qualcuno che ti ascolta. I calabresi hanno bisogno di questa normalità, che tutti auspichiamo».

«Il provvedimento che ci apprestiamo a votare oggi – ha detto ancora Sileri – rappresenta il mezzo verso questa normalità che, ognuno di noi deve volere, perché siamo italiani, ma siamo anche tutti calabresi. Trovo francamente ingiusto per due motivi, il fatto che una persona calabrese e la sua famiglia debbano spostarsi dalla Calabria verso Napoli, Roma o Milano, perché non riescono a trovare una cura. In primo luogo, perché democrazia significa poter avere cure adeguate ovunque, anche vicino casa. In secondo luogo, è un’ingiustizia anche per il personale sanitario che vive, lavora e si sacrifica in Calabria. Vi garantisco che, avendo visitato diverse strutture in Calabria, la qualità sanitaria c’è. Il provvedimento che ci apprestiamo a votare deve anche rappresentare il mezzo per dare fiducia ai calabresi per quello che hanno nel loro territorio».

Tra gli interventi dei senatori contrari al Dl Calabria, ci sono quelli di Marco Siclari di Forza Italia, che ha ricordato al Governo nazionale «in Calabria lo Stato ha fallito per 11 anni per il tramite dei suoi commissari. Ho anche aggiunto – ha scritto su Facebook – che con l’approvazione di questo decreto, lo Stato certifica che i calabresi vengono considerati figli di un Dio minore. Al governo è mancato persino l’amore per la parte più debole del Paese, e lo dimostra questa scelta del Governo che ripropone di commissariare, di altri due anni, la sanità dopo aver riconosciuto i fallimenti registrati in 11 anni».

«Fallimenti – ha continuato Siclari – che hanno comportato, persino, la zona rossa alla Calabria per l’impossibilità della sanità calabrese di curare i malati di Covid, frutto dell’incapacità del Commissario di migliorare, in questi ultimi due anni, il Decreto Calabria, l’assistenza sanitaria».

«Ho concluso – ha detto Siclari – invitando il Governo, che ha certificato un’assistenza sanitaria inadeguata per la Calabria, di dare priorità ai calabresi nel piano vaccinale».

La senatrice forzista Fulvia Michela Caligiuri, nel corso della seduta, ha illustrato la proposta di non passare all’esame degli articoli del dl Calabria che prevede la proroga del commissariamento della Sanità calabrese. «Il decreto – ha spiegato – che proroga il commissariamento della Sanità calabrese, per ulteriori due anni viola apertamente diversi principi costituzionali, in primo luogo quello che prevede la leale collaborazione tra enti territoriali e lo Stato e la sussidarietà. La Regione, invece, viene privata di svolgere la sua funzione ed i suoi legittimi poteri. Inoltre, il commissariamento è finalizzato al mero rientro del debito, senza tenere in alcun conto la necessità di garantire le cure, ed una sanità all’altezza ai calabresi sul loro territorio. Dopo i fallimenti di ben undici anni di commissariamento – ha aggiunto la sen. Caligiuri – l’unico provvedimento da fare d’intesa con tutte le forze politiche era la restituzione della gestione della sanità alla Regione».

Anche Ernesto Magorno, senatore di Italia Viva, ha dichiarato il suo ‘no’ al Dl Calabria: «Non posso che sentirmi mortificato e deluso da un Governo che, di fatto, sembra aver dimenticato e abbandonato la Calabria. Una Calabria considerata sempre di più Cenerentola d’Italia. Noi sindaci – ha aggiunto Magorno – misuriamo, con piccoli e grandi problemi della nostra gente, ascoltiamo la loro disperazione, cerchiamo di rielaborarla in soluzioni e, soprattutto, non ci voltiamo mai dall’altra parte. Era questo il senso e il motivo del mio emendamento al Decreto Calabria, in cui proponevo di istituire, all’interno della struttura commissariale della sanità, un organo formato dai sindaci, con poteri di controllo e di proposta. Ma, allo stato dei fatti, quell’emendamento, non solo mio ma dei sindaci della Calabria e stato stravolto».

Tra i favorevoli, invece, la sen.  Bianca Laura Granato del Movimento 5 Stelle, che ha ricordato che «da oltre tre 10 anni, la Calabria è sottoposta a piano di rientro sanitario. Tanti cittadini non riescono ad usufruire del diritto costituzionale alla cura, e sono costretti alla migrazione sanitaria. La vigilanza dello Stato sui sistemi sanitari regionali è indispensabile così come è importante che le dirigenze sanitarie vengano assunte non dalla politica ma in base a concorso pubblico in base a criteri meritocratici e non di affiliazione politica».

«Fondamentale – ha aggiunto – è anche rivedere i parametri di assegnazione dei fondi per il finanziamento dei servizi sanitari regionali, sulla base non della popolazione pesata ma anche in funzione delle co-morbilità che, sicuramente, comportano costi di gestione più elevati».

«Non tutti sapranno – ha proseguito – che i bilanci di 4 anni dell’Asp di Reggio Calabria sono spariti, e sono stati sostituiti da bilanci orali, non tutti sapranno che il commissariamento governativo ha riguardato solo l’aspetto economico-finanziario, ma quello gestionale è sempre rimasto nelle mani della Regione Calabria, i cui governatori che si sono susseguiti hanno sempre confermato le stesse persone alla guida delle Asp e hanno confermato sempre premialità per tutti i dirigenti che dopo numerosi anni di questa gestione hanno portato l’indice dei Lea a 136, ovvero ben 24 punti al di sotto delle soglie di accettabilità. Quali sono le principali cause del dissesto? Il rapporto “malato” pubblico-privato, per il quale si faceva ricorso a continui sforamenti del budget destinato alle strutture private convenzionate, con conseguente contenzioso e nuovi oneri per il bilancio delle Asp, le forniture spesso inutili o obsolete pagate fuori dai listini di mercato liquidate, anche più volte, assunzioni clientelari da parte dei politici di turno. Tutto ciò ha subìto una inevitabile battuta di arresto con il commissariamento governativo, ma ha anche comportato delle restrizioni non indifferenti sul diritto alla cura dei calabresi che si sono visti improvvisamente aumentare il costo delle prestazioni, della diagnostica, imporre limitazioni nelle prescrizioni, ma è fondamentale sempre distinguere le cause dagli effetti: le cause sono riconducibili alla cattiva gestione della sanità da parte della regione Calabria».

«Oggi, per la seconda volta – ha detto ancora – votiamo un decreto per la sanità calabrese. Abbiamo reso la struttura commissariale più incisiva anche nel merito della gestione del servizio sanitario calabrese, grazie ad un suo potenziamento sotto il profilo amministrativo e sanitario. Le precedenti strutture commissariali hanno sempre operato in una sorta di deserto istituzionale, private di qualsiasi supporto da parte del dipartimento della salute della Regione Calabria, pertanto un solo commissario, anche quando, col precedente decreto Calabria supportato tecnicamente da un sub Commissario, non è mai stato sufficiente a portare soccorso al disastrato sistema sanitario calabrese anche perché ci si deve muovere nel perimetro costituzionale modificato a favore delle autonomie regionali attraverso la riforma del Titolo V realizzata nel 2001».

«Per il piano di rientro sono stati stanziati altri altri 180 milioni per i debiti certificati – ha aggiunto la senatrice Granato –. Non sappiamo a quanto ammonti il debito non certificato proprio per i bilanci di anni mancanti. Speriamo che l’attuale struttura possa venire a capo di questo groviglio che appare inestricabile. È fondamentale, che il sistema sanitario nazionale possa essere sostenuto attraverso l’impiego di strutture pubbliche a copertura di tutto il fabbisogno. Le strutture private che hanno gestito male le risorse, che rischiano la chiusura, perché hanno operato gonfiando le spese a carico del servizio sanitario regionale, se attualmente indispensabili a garantire la continuità del servizio per alcune prestazioni sanitarie devono essere pubblicizzate».

«È questa – ha concluso – la ricetta per uscire dalla drammatica situazione in cui oggi si trova la sanità calabrese e quella di tutte le regioni d’Italia». (rrm)

ALLA SCRITTICE REGGINA ROSELLA POSTORINO IL PREMIO CAMPIELLO

16 settembre – È un grande motivo d’orgolio per tutta la Calabria. la scrittrice reggina Rosella Postorino col suo libro “Le assaggiatrici” ha vinto il Premio Campiello 2018. Anzi, ha stravinto, raccogliendo 278 dei 300 voti dei lettori per poi ricevere 167 voti nella votazione finale al Teatro La Fenice di Venezia. originaria di Reggio calabria, Rosella Postorino è cresciuta in Liguria e da17 anni vive a Roma.
Il suo libro “Le assaggiatrici” (Feltrinelli) racconta la singolare storia di un gruppo di donne chiamate ad un compito insolito e terribile: assaggiare il cibo destinato a Hitler. «Un privilegio e una condanna» dice la scrittrice. Che ha espresso con un largo sorriso la sua soddisfazione: «Sono felicissima. Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicino mentre scrivevo questo libro. Grazie al Campiello che mi ha fatto fare un’esperienza bellissima».
Alla serata finale del Campiello hanno preso parte la Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, e il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. Se per la Casellati il Campiello è «una scommessa abbondantemente vinta» per il prestigio del Premio e la sua autorevolezza nel mondo della cultura, il ministro Bonisoli ha sottolineato che bisogna «lavorare insieme per la diffusione della scrittura e della letteratura tra i giovani. Abbiamo – ha detto il ministro – un problema enorme in questo Paese. Siamo sull’orlo di un distacco tra generazioni. Ai giovani basta cercare di far venire la fame di cultura. Siamo in un momento di cambiamento della storia in cui nessuno sa con precisione dove stiamo andando. La cultura è una soluzione per trovare la nostra strada».
Rosella Postorino per il suo libro si è liberamente ispirata alla storia vera di Margot Wolk che a 96 anni ha raccontato l’esperienza di “assaggiatrice” del Führer alla caserma di Karusendorf. Un libro straordinario e avvincente, scritto con mano sicura, capace di rapire il lettore e costringerlo a riflettere anche sugli aspetti meno conosciuti del nazismo e le sue brutalità anche a livello psicologico nella scommessa sulla sopravvivenza cui costringeva le sue vittime.
La scrittrice è stata introdotta da Gad Lerner che nel sottolineare le sue origini ha esaltato le virtù del libro: «Che cosa c’entra una giovane donna calabrese con la Germania 1943? Ho iniziato questo libro con diffidenza e poi lo ho divorato». La Postorino sarà festeggiata a Montecarlo il 12 ottobre ospite dell’Ambasciata d’Italia, e come da tardizione per il vincitore del Campiello mercoledì 19 presenzierà a PordenoneLegge.
È importante sottolineare come sia un momento particolarmente felice per la narrativa calabrese: la Postorino, a buon diritto, diventa la portabandiera della forte capacità degli scrittori calabresi (Gioacchino Criaco, Mimmo Gangemi, Domenico Dara, solo per citarne alcuni) che stanno conquistando un posto di rilievo nel panorama non solo nazionale (di Criaco è stato appena pubblicata la traduzione di “Anime Nere” negli USA). Un motivo di orgoglio e l’ulteriore dimostrazione, ma non ce n’è bisogno, che questa terra ha tante ricchezze in casa, ma spesso non se ne accorge nemmeno. (rrm)

SEN. SICLARI (FI): OLIVERIO IN RITARDO SULLA SANITÀ IN CALABRIA

Il senatore Marco Siclari (FI), capogruppo di Forza Italia in commissione igiene e sanità ha commentato l’incontro avuto tra il presidente della Regione Calabria Oliverio e i DG di Aziende ospedaliere e Asp calabresi per valutare l’attuale situazione dopo i dati anticipati dal rapporto Svimez.
«Il Governatore della Calabria Mario Oliverio  – ha detto Siclari – si è accorto con anni di ritardo dell’emergenza sanitaria in Calabria. Oliverio avrebbe dovuto fare almeno una riunione a settimana considerando l’emergenza sanitaria in Calabria che non permette ai nostri cittadini di ricevere cure adeguate ed efficienti in Calabria. Invece, il Governatore si ricorda solo oggi, dopo che il disastro, perpetrato con la complicità del commissario e dei direttori da lui nominati, è balzato agli onori della cronaca locale e nazionale, di prendere provvedimenti ed entrare nel merito di una situazione ormai paradossale.
«Il ministro Grillo e il Governo M5S – Lega, che hanno ufficialmente affermato di non voler accogliere la mia proposta di “fine commissariamento della sanità in Calabria”, sono i nuovi complici del dramma sanitario che, dal 5 giugno, non faccio altro che denunciare mostrando i dati allarmanti che vedono la Calabria ultima come prestazioni e servizi sanitari come i Lea e prima come migrazione sanitaria. Nonostante i miei molteplici appelli, il Governatore ed il Governo M5S – Lega sono rimasti sordi a ogni richiesta e solo adesso, che raccogliamo l’ennesima figuraccia a livello nazionale, Oliviero chiama a raccolta i dirigenti.
Altro che piano di rientro, la Calabria ha un saldo negativo rilevante di 319,5 milioni di euro.
«È arrivato il momento di pretendere i fatti, il tempo degli incontri è finito, il commisariamento è fallito perché ha portato all’aggravamento dei conti e al peggioramento della sanità. Adesso, che la mia voce rimbomba ogni giorno in Senato, il presidente Oliverio si è accorto di una situazione disastrosa che può vedere una speranza solo con la fine del commissariamento che purtroppo questo Governo ha deciso, proprio ieri, di mantenere ancora nonostante i danni alla salute ai cittadini calabresi. È una vergognosa e immonda ingiustizia sociale», ha concluso il senatore azzurro. (rp)

CARIO (USEI): PENSARE SUBITO AGLI ITALIANI ALL’ESTERO

Il senatore Adriano Cario (USEI) ha rilasciato un’intervista sul primo mese del denominato “Governo del cambiamento” che ha appoggiato col suo voto al Senato.
– Come analizza il lavoro dei massimi sostenitori del governo nei suoi rispettivi ministeri?
«Da noi – dice il senatore Cario – è strano imaginare due leader della politica occupare anche cariche ministeriali. Comunque, il protagonismo che hanno saputo attrarre in due ministeri così fondamentali è totale. L’immagine pubblica di Salvini e Di Maio è cresciuta in tutte le statistiche».
«Da una parte, le ricorrenti notizie di nuove e numerose navi con migranti che attraversano il Mediterraneo cercando i porti italiani trovando la dura negativa del ministro dell’Interno Matteo Salvini. La negoziazione con l’UE sul protocollo usato con gli sbarchi è e sarà la sua maggior carta di credibilità.
Da un’altra parte, uscire dalla recessione e ridurre l’ancora alto indice di disoccupazione sono le difficili sfide che ha assunto il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio a capo del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. La polemica generata con il responsabile dell’Inps (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), Tito Boeri, sui numeri dei disoccupati è un antecedente da sorvegliare data l’indipendenza dell’organismo rispetto agli esecutivi.
«Sugli sbarchi è molto difficile per noi emigrati dare un’opinione imparziale che non sia attraversata dalla nostra propria storia famigliare. Sono comunque consapevole che l’Italia non può più farsi carico da sola dei rifugiati che attraversano ogni settimana il Mediterraneo, L’UE deve assumere la responsabilità. Ma dall’altra parte c’è gente disperata decisa a mettere in rischio la loro vita per cercare un futuro più dignitoso», ha detto Cario.
—  Questa complessa attualità resta occasione per proporre la discussione dei problemi degli italiani all’estero?
«Se fosse per me – dice il senatore Cario – è sempre il momento di prendere in considerazione i nostri temi, le nostre problematiche e anche le nostre soluzioni. Invece, oggi l’attenzione passa per altre urgenze. Urgenze che non sono le nostre che anche abbiamo cose da risolvere che non possono più aspettare”.
– E allora?
«Adesso è quando dobbiamo potenziare i nostri organi di rappresentanza come il CGIE e i COMITES affinché le discussioni di oggi siano la risposta e la soluzione del domani, quando finalmente possiamo attrarre la attenzione politica, mediatica e sociale su di noi. È difficile aspettare quando è da lunghissimi anni che aspettiamo risposte, ma questa volta abbiamo la decisione, il compromesso e la forza per esigere un vero cambiamento». (rp)