Houston, abbiamo un problema: Giù le mani dall’Unical con emendamenti che ne turbano l’autonomia

di FRANCO BARTUCCILa notizia è ufficiale: a proporre l’emendamento salvo proroga del mandato del Rettore Nicola Leone per altri due anni e due mesi fino al 31 dicembre 2027 in scadenza al 31 ottobre 2025 è stato il Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, con il coinvolgimento consenziente del fratello, sen. Mario Occhiuto e dei senatori Daniela Ternullo (siciliana) e Adriano Paroli (lombardo), tutti di Forza Italia.

Lo ha dichiarato lo stesso presidente in una lunga intervista rilasciata al Quotidiano del Sud e pubblicata nella giornata di ieri, annunciando che tra qualche settimana il commissariamento della sanità calabrese avrà termine, grazie alle politiche degli emendamenti da lui suggeriti e sostenuti, che hanno messo sotto scacco il governo, il quale  ha promesso “mari e monti”, con finanziamenti cospicui mirati a completare i lavori dei tre grandi ospedali di Sibari, Vibo, della piana di Gioia Tauro e poi  la realizzazione del Policlinico universitario da decidere dove realizzarlo se a  Cosenza oppure nell’area territoriale riservata per l’Università dai comuni di Rende e Montalto Uffugo. 

Alleluia, finalmente ci siamo liberati di un pesante fardello e comunque rimane il problema del rientro economico del settore sanitario, che nel caso occorrono uomini e donne professionisti esperti in economia e finanza, quanto anche, per ridare slancio agli ambienti sanitari, esperti di buona gestione amministrativa, ma soprattutto degli ottimi motivatori in grado di ridare al personale medico sanitario in servizio, nei vari reparti ospedalieri entusiasmo e partecipazione nella erogazione dei servizi e tra di questi collocherei le figure  dei comunicatori e assistenti sociali, per portare tanta umanità  ed accoglienza nel rapporto degenti e familiari con le equipe mediche in servizio, non trascurando tutte quelle problematiche che di volta in volta si presentano nella risoluzione di pratiche connesse al loro stato sociale.

In questo caso cosa fa il presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, per sanare il disastro economico finanziario del Settore sanitario calabrese? Fa presentare un emendamento farlocco ed illegale al Senato per il decreto milleproroghe, in aggiunta all’emendamento finalizzato alla dichiarazione di conclusione del commissariamento sanitario nella nostra regione, che prevede il prolungamento del mandato del Rettore Nicola Leone solo perché è stato bravo nel dare il via all’istituzione del corso di laurea magistrale in Medicina/Chirurgia Tecnologie Digitali, giunto al secondo anno, nell’Università della Calabria.

Non solo questo, quanto di avere impostato una programmazione finalizzata a portare all’Unical dei luminari della medicina ed impiegarli nel doppio rapporto e funzione di docenza per il corso di laurea in Medicina e poi di utilizzo in ambito ospedaliero (considerato Policlinico universitario) con l’ esercitazione delle loro professionalità mediche  specialistiche nei vari ambiti.

A tal proposito si parla dell’Annunziata dii Policlinico universitario e dopo oltre un anno dalla sottoscrizione dell’accordo ad opera del commissario dell’azienda ospedaliera, del rettore, del commissario dell’Asp di Cosenza e del Presidente della Regione Occhiuto, per chi entra in quel complesso sanitario, per varie ragioni, non trova un contesto tipico di Policlinico universitario e nemmeno i medici come gli infermieri, che vi prestano servizio, hanno contezza di un Policlinico Universitario. La strada è ancora lunga e non basteranno i due anni di proroga previste per il Rettore Leone, come anche i restanti anni di questo primo mandato del Presidente Occhiuto.

Andiamo alla intervista che il Presidente Occhiuto ha rilasciato al Quotidiano del Sud, ed alle due domande che la brava ed esperta giornalista Maria Francesca Fortunato, gli ha posto circa il ritiro o meno degli emendamenti. La sua risposta è stata che non li avrebbe ritirati in quanto il primo prevede l’uscita dal commissariamento con il conferimento di poteri speciali, mentre quello dei rettori – dice – è a parte. Cosa significa questo “a parte” resta nella sua interpretazione; mentre è con la risposta alla seconda domanda che ne scaturisce un pensiero sfumato, molto debole nella conoscenza delle problematiche universitarie, regolamentate dalle leggi chiarissime, come quella che ne ha riconosciuto l’autonomia con la legge 9 maggio 1989, n° 168, art. 6, che ha avuto un ultimo aggiornamento, pubblicato il 25 novembre 2016; segue nel 1997 l’acquisizione degli articoli di legge nel secondo statuto dell’UniCal con un aggiornamento ancora nel 2004; poi arriva la legge Gelmini del 30 dicembre 2010, n. 240, che stabilisce, oltre alla chiusura delle Facoltà e alla riduzione dei dipartimenti, con un accorpamento, portandoli, nel caso dell’UniCal da 21 a 13, la durata dei mandati dei rettori fissati in due di tre anni per una durata complessiva di sei anni, che nel caso del Rettore Leone avranno termine il prossimo 31 ottobre 2025.

Leggiamo insieme la risposta rilasciata dal presidente alla seconda domanda: «In questa regione si alimentano dibattiti surreali. Il giorno prima il rettore UniCal è il migliore della storia (sondaggio de LaCNews? Si consiglia all’emittente di fare un secondo sondaggio per vedere cosa ne pensano i calabresi dell’emendamento ad hoc presentato per prorogare illegalmente il mandato), il giorno dopo diventa un problema prorogarlo. Proroghiamo perché c’è un progetto, che è la facoltà di medicina a Cosenza che sarà la leva principale per migliorare l’assistenza ospedaliera. Non sarebbero venuti la Melfi, Schmidt e altri medici e luminari che l’Università della Calabria sta cercando di acquisire. Ricordo che l’Ospedale di Cosenza era indicato come il peggiore d’Italia, ora può diventare un luogo con eccellenze capaci anche di sviluppare mobilità attiva. Per ciò penso che questo emendamento abbia una sua ragione di essere. Perché tutte le interlocuzioni che Leone sta avendo con i luminari rischierebbero di ritardare se ci fosse una cesura dovuta alla fine della sua gestione».

Ricordate la famosa canzone di Mina, molto bella e bravissima nel cantarla, “Parole, parole, parole…”. Ma quella canzone parlava di amore che non trovo in questo comportamento e pensieri espressi. La politica vera è servizio e questo deve essere fatto agendo in umiltà che non vedo in questo suo dire. Anzitutto non è altro che una commistione tra ospedale e Facoltà.

Non ha ancora capito che l’Università della Calabria non ha una Facoltà di Medicina in quanto chiuse dalla legge Gelmini del 2010, di cui sopra, e poi ha un corso di medicina, chirurgia tecnologie digitali con una anzianità di appena due anni, nonché scienze infermieristiche di poco più di un anno di vita, i cui studenti non hanno al momento aule sufficienti e sono costretti a fare lezione nei cinema. Anzi qualcuno di loro mi ha riferito circa la frequentazione a Cosenza nel complesso San Domenico che per loro non lo vedono adatto e preferiscono vivere la loro esperienza di studio nel campus di Arcavacata. Hanno pure parlato di grande tradimento.

Quante cose ci sarebbero da dire su questo rapporto politica- università e quanti danni le sono state arrecate in questi ultimi tre anni: il disinteresse totale nell’approfittare del Pnrr per ottenere dei fondi sufficienti a completare il progetto Gregotti Martensson, che prevedeva tra l’altro degli edifici da destinare alle scuole di specializzazione a cominciare ad esempio con la scuola di medicina che oggi non ha; il dirottamento di 68 milioni di euro, finalizzati alla realizzazione della metropolitana UniCal/Rende/Cosenza, al completamento della metro Germaneto/Catanzaro; per ultimo la distruzione evitata con il referendum del disegno di legge per la città unica che ne tagliava in due il progetto dell’UniCal, come detto più volte, con l’esclusione del territorio di Settimo di Montalto Uffugo.

Assume in questo caso un valore enorme la lettera che i professori Cersosimo e Costabile, “docenti onorari” in quiescenza, hanno indirizzato al corpo dicente dell’Ateneo, affermando: «Riteniamo tale proposta una profonda lesione dell’indipendenza del nostro Ateneo e della sua stessa credibilità di prestigioso e autonomo presidio scientifico e sociale. La proroga biennale, per legge, del mandato rettorale rappresenterebbe, comunque la si voglia intendere, un “commissariamento” dell’Unical».

Presidente Occhiuto ne prenda atto e ritiri prima che sia troppo tardi questo emendamento farlocco, che per dire il vero, per effetto del grande clamore che si è creato, non credo che la Commissione Istituzionale del Senato potrà mai accettarlo, anche per effetto di “non dover creare un precedente”, che nell’UniCal da qualche anno è di casa.  Da non trascurare poi quanto ci dice il prof. Galileo Violini nel suo intervento pubblicato ieri da Calabria Live.

Quanto è accaduto è molto grave, ma lo è altrettanto il silenzio, l’immobilismo e l’attesa in cui è entrata la comunità universitaria, che la lettera dei due docenti onorari, ne ha con le domande poste al rettore imposto un comportamento liberatorio, che deve servire per dare un segnale di risveglio attraverso gli organi statutari: il corpo accademico che sarebbe bene convocare mediante l’intervento del Decano; l’assemblea di Ateneo, il senato accademico degli studenti, che insieme alle Organizzazioni Sindacali attive e presenti nell’Ateneo debbono pure concordare e chiederne al Rettore la convocazione.

Il non farlo significa mettere in gioco la democrazia e la propria credibilità, annullando tutte le specificità e la storia di lotta delle tre componenti messe al servizio della crescita della stessa Università nell’arco dei suoi primi 48 anni di vita, che debbono essere d’insegnamento e di stimolo per le nuove generazioni.    (fb)

“Houston, abbiamo un problema”, Finalmente il silenzio è rotto all’uniCal sull’emendamento prolungamento mandato rettore

di FRANCO BARTUCCI Finalmente il silenzio assordante in cui è entrata l’Università della Calabria, soprattutto il corpo docente, gli studenti e le strutture dipartimentali, con l’emendamento farsa predisposto da tre senatori di Forza Italia ed approvato dalla Commissione Costituzionale del Senato, che prevede il prolungamento del mandato del Rettore Nicola Leone, con scadenza al prossimo 31 ottobre 2025, fino al 31 dicembre 2027, è terminato grazie ad una lettera dei professori onorari, Antonello Costabile e Domenico Cersosimo, che attraverso l’agenzia di comunicazione interna “Il Messaggero”  hanno rivolto all’intera comunità di docenti dell’Ateneo una lettera con la quale chiedono di intervenire nel respingere tale azione politica a tutela della propria autonomia e della buona immagine dell’Università della Calabria.

Questo il testo della lettera che riportiamo a seguire integralmente:

«La lettura dell’emendamento dei senatori Ternullo e Paroli, che propone di fatto la proroga di due anni – dal 31 ottobre 2025 al 31 ottobre 2027 – del mandato del Rettore dell’Unical, ci ha lasciato stupefatti e sentiamo il dovere, per la storia e per le prospettive della nostra Università, di comunicare che riteniamo tale proposta una profonda lesione dell’indipendenza del nostro Ateneo e della sua stessa credibilità di prestigioso e autonomo presidio scientifico e sociale. La proroga biennale, per legge, del mandato rettorale rappresenterebbe, comunque la si voglia intendere, un “commissariamento” dell’Unical: infatti, la fonte di legittimazione democratica del Rettore passerebbe dal corpo elettorale dell’Ateneo (docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, studenti) direttamente alla politica nazionale, stravolgendo le regole elettorali che presiedono a tale incarico. Si tratterebbe, dunque, di un grave vulnus istituzionale, di una sospensione immotivata del diritto della comunità accademica di scegliere, attraverso il voto, il proprio Rettore; un precedente che riguarda peraltro soltanto la Calabria (in Molise, l’altra regione potenzialmente interessata dall’emendamento, l’Università ha già convocato le elezioni per eleggere prossimamente il Rettore) e che potrebbe avere, in futuro, ripercussioni negative sull’intero sistema universitario nazionale.

Non sono chiare le ragioni che spingono i due senatori, del tutto estranei alle vicende politiche e sociali della nostra regione, a proporre tale proroga. Nell’emendamento si fa intravedere una confusa connessione tra la proroga, il Piano di rientro dal disavanzo sanitario e la presenza in regione di una Facoltà di Medicina e Chirurgia, senza tuttavia illustrare le ragioni sottostanti a tale presunta connessione funzionale. A leggere l’emendamento, sembra che l’ipotetico nesso non sia altro che un semplice espediente per provare a “giustificare” la continuazione del mandato elettorale oltre la sua scadenza naturale. D’altro canto, anche se fosse comprovata la bontà del nesso, la proroga del Rettore sarebbe sostanzialmente inutile, dal momento che il Corso di Medicina dell’Unical, avviato lo scorso anno accademico, continuerebbe in ogni caso ad operare senza alcuna interruzione e, dunque, a fornire il suo potenziale “aiuto” alla risoluzione dei molteplici problemi della sanità calabrese.

Perché, allora, questa necessità di confermare il Rettore per altri due anni, sospendendo così l’ordinario processo statutario dell’Unical? Se l’intento è quello di valorizzare a tutto tondo le qualità del prof. Leone –  che, per inciso, abbiamo entrambi appoggiato nella campagna elettorale del 2019 e che uno di noi ha sostenuto per anni come suo delegato – per affrontare al meglio, grazie al suo determinante contributo, la disastrata situazione sanitaria regionale, ci sono altre vie percorribili alla scadenza del suo attuale incarico (ad esempio, all’interno della struttura commissariale oppure con altri incarichi di prestigio), senza bisogno di ricorrere ad una proroga. Nelle democrazie, vale la pena rammentarlo, la forma (che oggi nell’Unical consiste nella possibilità degli elettori di valutare con il loro voto l’operato di chi ha governato e di scegliere il nuovo rettore, a maggior ragione dopo anni che hanno visto profondi cambiamenti nell’assetto dell’Ateneo) coincide con la sostanza. Nel nostro caso, cedere su questo principio significherebbe rinunciare alla nostra autonomia e diventare dipendenti dal potere politico, come pure è accaduto in diverse università italiane, con esiti nefasti.

Per tali ragioni, siamo fiduciosi che il Rettore possa rassicurare l’intera comunità Unical sull’estraneità del nostro Ateneo alle manovre politiche che tendono a ledere l’autonomia dell’Università. Così come auspichiamo che il Rettore, nella malaugurata ipotesi che l’emendamento diventi legge, si dissoci formalmente dalla sua applicazione, dichiarando la sua indisponibilità al prolungamento per altri due anni della sua carica e, di conseguenza, avviando nel tempo previsto le procedure per l’elezione del nuovo rettore, così da difendere la qualità dei processi democratici, la dignità e la reputazione dell’Unical.

Il buon nome dell’Unical e i traguardi ambiziosi raggiunti, che il prof. Leone ha contribuito significativamente a rafforzare ed estendere nel suo sessennio rettorale, non possono essere danneggiati da norme che colpiscano la sua autonomia decisionale. L’indipendenza nel campo della ricerca, dell’insegnamento e dell’impegno sociale non esprime superbia intellettuale né ostilità preconcetta verso altri soggetti, bensì il suo opposto, cioè la ferma convinzione che solo nella distinzione e nell’autonomia degli attori pubblici, dei loro compiti e poteri, sia possibile perseguire forme di collaborazione e cooperazione inter-istituzionale efficaci, per affrontare nella maniera più congrua le diffuse e strutturali criticità sociali e istituzionali che frenano il progresso della Calabria».

Firmato con onore a tutela della immagine positiva dell’UniCal da Domenico Cersosimo e Antonio Costabile, docenti onorari del dipartimento Dispes su delibera del Senato Accademico e condivisione del Ministero dell’Università. (fb)

 

L’Unical lancia “Restart”: un progetto su misura per chi vuole riprendere gli studi

Si chiama “Restart” il progetto che l’Università della Calabria ha lanciato per offrire un supporto personalizzato agli studenti e alle studentesse che hanno interrotto il proprio percorso accademico e desiderano rimettersi in gioco.

L’obiettivo è quello di accompagnare gli studenti in tutte le fasi del loro rientro, dalla ripresa dei contatti con l’Ateneo fino al conseguimento del titolo di studio.

Chi vorrà riprendere gli studi riceverà indicazioni precise sul proprio status di studente, su eventuali tasse arretrate e sulla possibilità di accedere al meccanismo della ricongiunzione che potrebbe permettere una consistente riduzione del contributo da versare per riattivare la propria carriera universitaria; godrà, inoltre, di un supporto didattico personalizzato per la definizione del piano di studi e la preparazione degli esami e potrà avvalersi di assistenza psicologica qualora vi siano difficoltà emotive legate al rientro in università.

Al centro di Restart c’è la figura del mentor, un tutor esperto che agevolerà il dialogo con gli uffici preposti e diventerà il punto di riferimento all’interno dell’Ateneo per chi vorrà concludere il proprio percorso di studi. Un servizio “cucito su misura” che parte da un’analisi accurata delle esigenze di ogni singolo studente e studentessa, attraverso colloqui individuali e attività dedicate.

“Restart” è ad accesso libero, ed è rivolta sia a chi si è iscritto negli anni più recenti sia a chi si è immatricolato prima della riforma del “3+2” (Dm 509/1999), vale a dire prima del 2000.

Gli studenti e le studentesse in prossimità della laurea e la cui ultima iscrizione è successiva al 2019, saranno contattati via e-mail dal Mentor. Gli studenti che hanno interrotto gli studi prima del 2019 possono contattare direttamente il Mentor del Dipartimento. (rcs)

Dieci anni fa la scomparsa del prof. Jacques Guenot, già Preside della Facoltà d’Ingegneria dell’UniCal

di FRANCO BARTUCCIIl 5 febbraio 2015 scompariva a Cosenza all’età di 73 anni il prof. Jaques Guenot, ordinario di Geometria e Matematica dell’Università della Calabria fin dal 1975.

Nato a Renens, nel canton Vaud (Svizzera) nel 1942 all’età di 38 anni arrivò all’Università della Calabria per insegnare geometria agli studenti iscritti ai corsi di laurea della Facoltà di Ingegneria, innamorandosi del progetto innovativo in campo nazionale dell’ateneo di Arcavacata per effetto del numero programmato e della caratteristica residenziale, tanto che nella sua vita, nelle vicinanze del campus universitario, trovò il modo di esercitare una sua passione nella lavorazione e coltivazione di un appezzamento di terreno. Alcuni suoi amici intimi lo definivano “Il professore contadino”. Ma era amato tanto dai suoi studenti per il suo carattere bonario e stimolante nel pensare in grande.

Ebbe l’incarico di assumere le funzioni di Pro Rettore, sia nel periodo di rettorato del prof. Pietro Bucci che del prof. Giuseppe Frega, ma svolse anche le funzioni di Preside della Facoltà di Ingegneria a partire dal 1987. Fu anche consulente del Comune di Crotone per l’istituzione e gestione del “Premio Pitagora”. Collaborò molto con il prof. Francesco Del Monte nell’impostare e lanciare il progetto costitutivo del Cies (Centro di Ingegneria Economica e Sociale). È stato curatore scientifico di una pubblicazione “La canzone d’Aspromonte” scritta in francese e tradotta in calabrese; nonché di un cortometraggio animato computerizzato basato su una intervista improbabile a Buddha, Confucio e Pitagora.

Fu promotore nel 2009 con Aldo Bonifati, padre costruttore dell’Università della Calabria, dell’istituzione dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, quale strumento e punto di riferimento di mediazione tra la stessa Università ed i propri laureati nel favorire rapporti sinergici di collaborazione mirati alla reciproca valorizzazione nel contesto di una Calabria in crescita mediante iniziative di comune interesse.

«Era un visionario, le cui idee erano forse troppo grandi per la nostra piccola regione», così si è espressa Vita Lentini, una delle sue assistenti. «Guenot si è sempre distinto per il suo operato sobrio e discreto e, non di meno, per le qualità umane e la generosa disponibilità verso i colleghi e gli studenti, per i quali ha rappresentato un esempio di serietà, dedizione e un sicuro punto di riferimento».

«Io ho conosciuto il prof Guenot in due fasi della mia vita: prima da studente di ingegneria e poi negli anni di vita professionale – mi dice Saverino Verteramo, ricercatore e docente di Strategia e Controllo di Gestione presso il Dipartimento Dimeg dell’UniCal – che ho trascorso lavorando presso il Cies, Centro di Ingegneria Economica e Sociale, di cui era fondatore insieme al prof. Francesco Del Monte e vicepresidente». 

«Da studente – ha proseguito – mi affascinava questa figura carismatica che parlava di ‘alberghi megagalattici’ e di ‘salsicciotti’ per spiegare i teoremi dell’analisi matematica e a me, studente proveniente dal classico, sembrava tutto così nuovo e affascinante. Poi queste cose a dire il vero non aiutavano a superare la prova scritta, molto ostica in verità, ma alla fine, quando ho riguardato gli appunti alla fine degli studi, ho capito che i contenuti proposti al primo anno erano realmente di altissimo livello». 

«Quando poi ho cominciato a lavorare al Cies – mi ha detto ancora il prof. Verteramo – ho avuto modo di conoscere il prof. Guenot nella sua quotidianità, nella vastità dei suoi interessi, nella sua curiosità e nel suo modo sempre non banale di affrontare ogni problema, nella sua umanità e bontà. Mi sono rimasti impressi in particolare la sua passione per la Calabria, per la valorizzazione delle sue risorse che, pur da svizzero, erano forse più genuine e sincere di molti di noi calabresi. Il tema dell’innovazione, di come la valorizzazione delle conoscenze e dei saperi potesse diventare un motore per lo sviluppo è forse uno degli aspetti meno conosciuti ma che certamente lo ha appassionato di più negli ultimi anni della sua vita».

Nel cercare altre persone che lo hanno avuto in vita come docente, ricercatore o professionista del suo modo di essere uomo e scienziato incontro Delly Fabiano, sua assistente e oggi professore di analisi complessa, geometria afferente al dipartimento Disu dell’UniCal, che mi dice: «Il suo ricordo onorerà per sempre questa Università che lo ha visto protagonista, innovatore instancabile nella sua opera di costruzione scientifica ed amministrativa. Grandissimo uomo e grandissimo matematico. Rimarrà per sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di collaborare con lui e degli studenti che ancora oggi parlano di lui. Indimenticabile Guenot».

A ricordarlo anche il prof. Giuseppe Frega, già Rettore dell’UniCal per tre mandati dal 1990 al 1999, con il quale il prof. Guenot collaborò come Pro Rettore, ma anche come preside della Facoltà di Ingegneria. Il prof. Frega ne ricorda l’impegno durante il mandato rettorale con il prof. Pietro Bucci che insieme nella stessa stanza, in qualità entrambi di pro rettori, diedero un forte impulso al governo dell’Università sotto la guida del compianto prof. Bucci.

Ne ricorda anche la sua dedizione a Preside della Facoltà di Ingegneria, un ruolo che svolse a lungo per circa un decennio (1987/1997) con grande spirito di servizio.

«Fu criticato in ambito universitario e da alcune componenti politiche calabresi per il conferimento della laurea “honoris causa” in ingegneria gestionale”, la cui cerimonia avvenne il 27 novembre 1991. Ma non si può non ricordare – ha detto il prof. Giuseppe Frega, che in qualità di Rettore presiedette quella cerimonia – che nella scorta della sua amicizia con Berlusconi quando scese in campo politico nel 1994, l’UniCal ottenne il finanziamento più cospicuo (236 miliardi di lire) da parte del suo governo, il che ha consentito di compiere un grande salto nella realizzazione del progetto strutturale dell’UniCal».

«Il nostro obiettivo – disse il preside Jacques Guenot, nell’annunciare la decisione presa a maggioranza dal Consiglio della Facoltà di Ingegneria –  è quello di favorire l’inserimento dei giovani laureati nel mondo produttivo, garantire un miglior utilizzo delle professionalità  disponibili, cogliere maggiormente le opportunità territoriali, contribuire alla soluzione dei gravi problemi culturali, sociali ed economici della Regione».

«Verso tale programma  – ha proseguito – debbono sentirsi parte attiva tutte le realtà sane e governative della Regione partendo dagli Enti locali per finire agli Ordini ed agli imprenditori. Si tratta in sostanza di affiancare attivamente la Regione Calabria nel suo sviluppo culturale, sociale ed economico, aiutandola a riconquistare il suo ruolo storico nella comunità internazionale. Perché questo progetto possa avere successo è importante creare dell’Università e della Regione Calabria una immagine forte che passi attraversi la creatività, la fantasia e l’entusiasmo delle persone e il dott. Berlusconi di tutto ciò ne è certamente un esempio in campo nazionale ed internazional».. 

Ancora più precise furono le sue parole durante la cerimonia di conferimento del titolo onorario al presidente Berlusconi: «Credo che questa manifestazione abbia un significato molto importante, anzi più significati. Creare collegamenti tra Nord e Sud che sotto alcuni aspetti rappresentano il passaggio, una prima tappa; cercare di rafforzare e stabilire collegamenti forti tra pubblico e privato; cercare di fare uscire la Calabria e il Mezzogiorno dall’isolamento nel quale si trova confinato. Questi sono i punti per i quali si è portata la scelta della facoltà sul dott.Berlusconi».

Dedico questo mio servizio ricordo soprattutto all’Istituzione Università della Calabria stimolandola a non trascurare la sua storia del passato sul come si è arrivati ad oggi attraverso le figure che hanno lasciato e concorso con il loro agire valori  importanti e patrimonio di continuità.

Una dedica, infine, particolare a tutti quegli ingegneri dell’UniCal che sono passati attraverso la frequentazione, per ragioni di studio ed amicizia con il prof. Guenot, il professore contadino, che sono tanti sparsi in Calabria, in Italia e nel mondo. (fb)

L’OPINIONE / Franco Bartucci: Allertate la Commissione Affari Istituzionali del Senato per respingere emendamento proroga rettore UniCal

di FRANCO BARTUCCILa notizia è ufficiale: la Commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il primo step dell’esame dell’emendamento mirato a prorogare i termini del mandato rettorale per il prof. Nicola Leone per altri due anni, con scadenza al 31 dicembre 2027 anziché al 31 ottobre 2025.

Come è noto, questo pastrocchio è stato presentato dai due senatori di Forza Italia, Daniela Ternullo e Adriano Paroli, con l’aggiunta in fase di discussione del sen. Mario Occhiuto. Un bel pasticcio questo per accontentare i desideri del Rettore Leone di rimanere in carica ancora chissà per quali ragioni, oppure per quali interessi e reconditi fini del presidente della Regione? 

La cosa strana è che pochi giorni prima della dichiarazione del sen. Pasquale Tridico, del Movimento Cinquestelle, che portava a conoscenza dell’opinione pubblica l’emendamento farlocco, il rettore Leone, intervistato dall’on. Franco Laratta per LaCNews24, a domanda specifica su un possibile terzo mandato, la risposta è stata quella che il suo desiderio era quello di rientrare nel dipartimento di matematica ed informatica per dedicarsi nel suo laboratorio alla ricerca sull’intelligenza artificiale.

Stranezza del caso vuole che di questo emendamento ad hoc per il rettore Leone, se approvato prima dalla Commissione Affari Istituzionali del Senato e nell’ultima fase dal parlamento, se ne potrebbe avvantaggiare anche il Rettore dell’Università del Molise, dove il decano ha già indetto le elezioni per la scelta del nuovo Rettore.

La notizia, poi, dell’ultima ora è che anche il Rettore dell’Università di Salerno Loia potrebbe appellarsi allo stesso emendamento per ottenere la proroga del suo mandato per altri due anni, fino al 31 dicembre 2027. Ma in Campania non esiste la stessa condizione calabrese circa il rientro dai disavanzi del settore sanitario sottoposto a commissariamento relativamente agli anni 2022, 2023 e 2024.

Un emendamento inserito in un uovo pasquale, e questo sì è una meravigliosa sorpresa per il settore sanitario calabrese che si vuole la conclusione del commissariamento sanitario vigente nella nostra regione da oltre venti anni portandola al disastro finanziario oggetto di analisi e commenti giornalieri.

Quindi di fatto gli emendamenti approvati nel primo step dalla commissione “Affari costituzionali” del Senato sono due: il primo più importante ed atteso dall’intera società calabrese riguarda la conclusione del commissariamento della sanità; mentre il secondo la “vergogna” che andrebbe, per il modo come scritto e presentato, fuori dalla logica della trasparenza e del diritto d’informazione al cittadino, previste da apposite leggi dello Stato, ad infangare le cose positive che durante i loro rispettivi mandati  hanno svolto ed ottenuto finora, sia il Rettore che il Presidente della Giunta regionale.

Spetta comunque adesso alla “Commissione Istituzionale” del Senato non macchiarsi del medesimo fango, qualora anch’essa finisse per approvare i due emendamenti insieme senza fare una particolare e attenta valutazione sulla loro separazione in quanto il secondo non rispetta le regole e le norme previste dalla legge di riforma universitaria 30 dicembre 2010 n.240, nota come legge Gelmini.

Il sogno rivelatore di una melma fangosa che invade nei cubi dell’UniCal 

A proposito del fango che investirebbe l’Università della Calabria, ho da raccontare un fatto personale, un sogno che ho avuto lo scorso anno dopo la scomparsa del prof. Pasquale Versace, una figura ben nota in Calabria e nel nostro Paese per quanto riguarda tutte le problematiche legate al dissesto idro geologico.

Nel sonno mi vedo dirigere verso uno dei cubi dell’Università alla ricerca del prof. Sebastiano Andò, padre fondatore del Centro Sanitario, ma soprattutto ideatore e realizzatore del progetto di Medicina all’UniCal, mediante un lavoro quasi trentennale, che ha consentito all’attuale rettore di concordare con l’Università di Catanzaro l’istituzione del corso di laurea magistrale di Medicina Chirurgia Tecnologie Digitali.

Trovo il prof. Andò impegnato in una riunione e mi dice di aspettare. Per vincere il tempo esco dal cubo dirigendomi verso la collina collocata frontalmente l’edificio ed entro in una zona boschiva con alberi ad alto fusto con alla base un prato verde. Ero lì a godermi quella bellezza ambientale quando vedo apparirmi nel sogno il prof Picci che mi invita a seguirlo portandomi fin sul ciglio del dislivello collinare e mi fa notare ch’era in corso una frana.

Preoccupato mi allontano da quel contesto franoso alla ricerca dei docenti Unical studiosi delle frane. Durante questa ricerca in giro per l’Unical mi vedo apparire in sogno per la prima volta in tutti questi anni il prof. Pietro Bucci che si accompagnava con Natuzza Evolo. Felice dell’incontro li prego di seguirmi fin sul posto della frana che nel frattempo si era disciolta in fanghiglia tanto da entrare attraverso le finestre nei cubi. Mi volto per chiedere loro di aiutarmi, ma non li vedo più portandomi contestualmente al risveglio cosciente dell’accaduto.

L’immagine del sogno, preoccupato, mi porta a cercare il prof. Marinelli, quale autore di diversi libri su Natuzza Evolo, per trovare conforto, spinto dal fatto anche che la veggente mi apparve in sogno la prima volta quattro anni prima durante il periodo iniziale dello scandalo “Esami falsi all’UniCal”, nel quale ingiustamente venne coinvolto un mio fraterno amico a seguito di una segnalazione di una maligna “fonte confidenziale”, peraltro protetta dalla legge. Anche in quella circostanza ci fu un sogno con Natuzza Evolo che ci fece intravedere e trovare il faldone in un archivio disordinato, nel quale era stato conservato il registro rosso della seduta di laurea, per cui il mio amico ne uscì prosciolto con la formula piena dalla pesante accusa penale e dal processo.

Sappiamo oggi da dove arriva e da chi è causata la frana che dall’esterno entra nei cubi dell’Università. Un emendamento truffaldino presentato da due senatori di Forza Italia che, dimentichi delle belle parole pronunciate dal Presidente Berlusconi nei confronti della sua università, in quanto laureato “Honoris Causa”, ne tradiscono il pensiero e l’amore espresso verso il complesso strutturale e la sua comunità di docenti, non docenti e studenti, che dovrebbero nel frattempo farsi sentire (come la Cgil e lo Snals) affinché il fango non permanga ed attecchisca nei cubi. Come diffondersi nel Parlamento, qualora la Commissione Istituzionale del Senato ne dovesse dare l’approvazione definitiva ed allora sì che l’allarme peserebbe sulla classe politica che in questo momento occupa gli scranni del Parlamento e si aprirebbe un conflitto già in corso e in modo più profondo tra magistratura e mondo politico.   (fb)

Houston, abbiamo un problema” sull’Università della Calabria e non solo

di FRANCO BARTUCCIChi ricorda oggi tra gli italiani e calabresi quanto avvenne alla fine degli anni Ottanta ed inizio anni Novanta con quella rivolta popolare di massa diffusa in ogni parte del nostro Paese per protestare contro la corruzione ed il costume di fare politica nella segretezza delle stanze e che mediaticamente venne battezzata “tangentopoli”? 

In contrapposizione nacque il movimento “mani pulite”, come vennero approvate in conseguenza di ciò delle leggi mirate a combattere quel sistema di gestione politica e si parlò di diritto d’informazione e di trasparenza che nell’Università della Calabria, per merito del suo primo Rettore Beniamino Andreatta, venne riconosciuto come diritto fondante fondamentale attraverso l’art. 10 del suo primo Statuto 1° dicembre 1971. 

Certo le nuove generazioni, quelle che oggi frequentano le Università, di tutto ciò non sanno nulla ed è pesante e grave in quanto il corpo docente ne avrebbe dovuto fare  in questi anni memoria, magari attraverso seminari e lezioni, per avere un Paese, una Regione e un ambiente universitario vigile e attento pronto ad essere paladino e tutore della propria ed altrui libertà, come della democrazia per crescere insieme. 

Di tutto ciò oggi tra i giovani che frequentano l’UniCal non vediamo ed avvertiamo alcun interesse nel difendere la sana democrazia e la correttezza politica di fronte l’emendamento ad hoc preparato da alcuni parlamentari di Forza Italia per concedere illegalmente all’attuale rettore in scadenza di mandato una proroga di due anni fino al 31 dicembre 2027.

La cosa grave che si apprende in queste ore, attraverso gli organi d’informazione è che l’emendamento del prolungamento del mandato rettorale lo hanno legato alla chiusura del commissariamento della sanità in Calabria, questo sì molto importante ed atteso per ricomporre un sistema sanitario ben amministrato moralmente, eticamente e socialmente al servizio della collettività. Un modo di gestire la cosa all’antica come nel periodo precedente a  “tangentopoli”.

In questo caso ricordo l’on. Giacomo Mancini, sindaco di Cosenza, che promuovendo un convegno con la Fondazione Antonio Guarasci per un esame attento sul fenomeno “tangentopoli” ebbe a dire: “Oggi siamo nel pieno di questa vicenda e comprendiamo la reazione della popolazione che ne chiede il superamento con leggi appropriate, ma ricordiamoci che con il tempo tutto si raffredderà e le persone dimenticheranno tutto. Ecco quello sarà il momento che tangentopoli riprenderà a vivere”. Son trascorsi 35 anni e quel sistema, per merito di questo nuovo gruppo politico di centro destra, con l’abolizione della legge sull’abuso di ufficio, i tentativi di limitare la libertà d’informazione e l’emendamento ad hoc per il rettore dell’Università della Calabria, ci sembra che la profezia dell’on. Giacomo Mancini stia ritornando in auge.

Un documento del Sindacato Snal dell’UniCal

Intanto dall’Università della Calabria, dopo il Sindacato Cgil contraria all’emendamento pro Leone,  giunge la posizione netta contraria del Sindacato aziendale Snals, peraltro pubblicata nel giornale interno “Il Messaggero” della stessa Università, che pubblichiamo integralmente a seguire, con l’auspicio che sia letta attentamente in quanto c’è tanta verità per comprendere la delicatezza della questione e che anche gli altri due sindacati Cisl e Uil diano segno della loro presenza, come anche le associazioni studentesche che a quanto mi hanno detto ammontano a ben 26 ed è tanto.

«Ci sembra giusto intervenire sul dibattito degli ultimi giorni, sulla questione del prolungamento del mandato del Rettore». Così dice la lettera del Sindacato autonomo Snals dell’Università della Calabria.

«Fino ad ora – prosegue la nota – il silenzio è stato dettato dal rispetto della non ingerenza della nostra Sigla su un aspetto che ci sembra essere meramente politico. Però, a questo punto, ci sembra doveroso denunciare la grave interferenza della politica nella scelta della carica più alta dell’università, in questo caso della nostra università. L’autonomia universitaria (Legge 168/89) sancisce che sia la Comunità a scegliere il proprio Rettore o, ci piace pensare, la prossima Rettrice, ovvero la personalità che rappresenterà legalmente l’UniCal».

«Crediamo fermamente – si legge – che nessun partito politico e nessun governo in carica possa arrogarsi il diritto di mortificare la comunità universitaria, scegliendo in maniera autoritaria di sovvertire la durata del naturale mandato di Rettore. Come già detto precedentemente, riteniamo che il nostro Rettore sia particolarmente sensibile alle lusinghe del potere e, pur di rimanere seduto su quella poltrona, si sia reso complice nello sminuire la nostra autonomia, le nostre decisioni, quelle che saranno le nostre scelte, pur di favorire un suo capriccio (il potere logora chi non ce l’ha?)».

«Ci saremmo aspettati – continua la nota – che il Magnifico si fosse presentato alla nostra Comunità per discutere insieme la nuova prospettiva che si stava manifestando per lui e per noi di conseguenza. Se era tanto importante brindare insieme al nuovo anno, non era forse vitale parlare di un eventuale “rinnovo d’ufficio”? E ancora condividere con noi, la sua comunità accademica, il desiderio di accettare questa proroga o volerci rinunciare. Per l’ennesima volta il re Sole è chiuso nei suoi palazzi.
Forse abbiamo sempre tutti male interpretato il senso della Terza Missione: caro rettore, ci sentiamo di chiederle: ma quindi, la destinataria è l’UniCal? O il territorio?».

«Proprio ieri – dice la nota – è stato pubblicato l’ennesimo articolo che evidenzia lo straordinario lavoro del Rettore, ci viene da pensare che i tempi siano sospetti: che si tratti dell’ennesima incensatura al già Magnifico (che vuole essere ancora più magnifico) Nicola Leone? Non a caso, l’articolo viene pubblicato nel momento in cui la figura del Rettore esce un po’ abbacchiata dalle ultime notizie del dibattito politico, di cui conoscete tutti la situazione e anche, all’indomani della poco lodevole richiesta di un aumento di indennizzo; sì, poco lodevole, considerando che, nella nostra università, sono anni che noi del Personale Tecnico Amministrativo lottiamo, addirittura, per i Buoni Pasto da utilizzare per l’acquisto di generi alimentari!»

«Ruolo del sindacato – conclude la nota – è anche quello di vigilare sulla legalità e noi vogliamo garantire a tutte le colleghe e a tutti i colleghi che in queste ore terremo gli occhi ben aperti». (fb)

L’Unical attrae nuovi studiosi da Parigi e Yale

Orazio Attanasio, professore di Yale, Gianni Jacussi, fisico sperimentale e ricercatore a Parigi e Mario Ferraro, postdoc nel settore della fisica sperimentale della materia, sono i tre nuovi arrivi all’Università della Calabria.

Grazie a una consolidata strategia di reclutamento diretto, sostenuta con i fondi del ministero dell’Università e della ricerca (Mur) e del Fondo italiano per la scienza (Fis), è stata proposta la chiamata in ateneo di tre scienziati di rilievo internazionale, tutti calabresi e due dei quali laureati Unical, che porteranno nuove prospettive di ricerca e innovazione.

L’Ateneo, infatti, da solo ha ottenuto un quarto dei progetti finanziati dal Fis in tutto il Mezzogiorno (ben 3 dei soli 12), per un importo totale di circa 5 milioni di euro. L’Unical si distingue per un modello virtuoso di incentivazione del merito, che prevede l’impegno ufficiale, deliberato dal Consiglio di Amministrazione, di assumere i vincitori dei bandi più competitivi per i quali il ministero prevede la chiamata diretta, eliminando così il cosiddetto “borsino del rettore” a favore di regole chiare e trasparenti per il reclutamento.

I nuovi arrivi, che si vanno aggiungere alla schiera di ricercatori e docenti di alto profilo, sono il frutto della visione strategica del rettore Nicola Leone, che fin dall’inizio del suo mandato ha riservato un’attenzione particolare per i “cervelli di ritorno” calabresi che, dopo esperienze significative in Italia o all’estero, hanno deciso di voler rientrare nella loro regione per contribuire al suo progresso. Una strategia lungimirante dell’ateneo, che ha istituito un ufficio e una specifica delega per la Progettazione di ricerca, affidata a Francesco Valentini, promuovendo percorsi di formazione per la partecipazione ai bandi competitivi e introducendo incentivi per i vincitori.

«Siamo impegnati a realizzare un ambiente che valorizzi il talento – ha dichiarato il rettore Nicola Leone – e crei le migliori condizioni per lo svolgimento delle attività di ricerca. I risultati ci stanno premiando, rendendo l’Unical un polo attrattivo per studiosi di rilievo internazionale. L’arricchimento si riflette, di conseguenza, anche la qualità della didattica per i nostri studenti, che possono crescere sotto la guida di professori di comprovata esperienza e menti brillanti».

«Per questi traguardi – ha aggiunto – ringrazio, in particolare per il loro impegno, sia il professore Valentini che il team dell’Area ricerca, innovazione e impatto sociale che ha sostenuto i ricercatori nella presentazione dei progetti».

Un risultato tangibile di questa visione è il prestigioso riconoscimento “HR Excellence in Research” conferito dalla Commissione Europea, che premia il continuo impegno dell’ateneo nel migliorare le condizioni lavorative dei ricercatori e nel promuovere una politica di trasparenza e valorizzazione delle risorse umane.

Orazio Attanasio, professore presso la prestigiosa Yale University, vincitore del progetto di ricerca “Measurement Tools Design”, finanziato nell’ambito del programma “Advanced Grant”, che avvierà un innovativo laboratorio di misurazione per sviluppare strumenti capaci di analizzare concetti teorici complessi legati al comportamento umano, e avrà l’incarico di ordinario di Economia politica presso il dipartimento di Economia, statistica e finanza “Giovanni Anania”.

Dal settore della fisica arrivano, invece, due giovani scienziati di talento: Gianni Jacucci e Mario Ferraro, entrambi vincitori di progetti altamente competitivi, finanziati dal Fis nel macrosettore delle Scienze fisiche ed ingegneristiche.

Gianni Jacucci è un fisico sperimentale specializzato nello studio di sistemi biologici attraverso tecniche avanzate di ottica. Ha conseguito il dottorato presso l’Università di Cambridge (Regno Unito) e successivamente è stato assegnatario di una borsa Marie Skłodowska-Curie presso la Scuola Normale di Parigi, dove attualmente svolge attività di ricerca come postdoc. È vincitore del progetto denominato “Active Synergy between Light and Matter (ENTWIN)” la cui ricerca sarà condotta presso il dipartimento di Fisica dell’Unical. Il progetto si propone di indagare le interazioni tra la luce e microorganismi, con l’obiettivo di comprendere diverse funzioni biologiche e sviluppare applicazioni avanzate nel campo della fotonica. Questa linea di ricerca potrebbe avere implicazioni significative per la biologia, la salute e le tecnologie ottiche.

Mario Ferraro, postdoc nel settore della fisica sperimentale della materia, guiderà invece il progetto “Specialty Optical Fibers Thermodynamics (SOFT)” che esplorerà l’applicazione dei principi della termodinamica alla propagazione non lineare della luce in fibre ottiche speciali. (rcs)

All’unical un evento dedicato alla start up Ecofair

di ELIA FIORENZA – Il 22 gennaio si è tenuto un evento atteso presso la Sala Stampa dell’Università della Calabria (Unical), dedicato a EcoFair, una startup innovativa che ha come obiettivo la trasformazione del settore dell’e-commerce in un contesto ecologico e sostenibile. L’incontro ha segnato un importante passo nel panorama delle iniziative green in Italia, unendo sostenibilità e tecnologia per proporre soluzioni concrete a produttori e consumatori.

Durante la presentazione, il team di EcoFair, guidato da Luigi Francesco Maria D’Alessandro, founder e amministratore Unico, insieme a Elio Maria D’Alessandro, Co-Founder e Paolo Di Rienzo, ha illustrato la loro visione di un e-commerce che promuove prodotti biologici e a basso impatto ambientale.

La piattaforma è concepita per ridurre le distanze tra produttori locali e consumatori, incentivando un consumo più consapevole. L’evento, introdotto dalla pro rettrice Patrizia Piro, ha offerto approfondimenti sui dettagli tecnici e strategici del progetto, ponendo un forte accento sulla gestione responsabile delle risorse e l’uso di tecnologie ecocompatibili.

Tra gli esperti invitati, Giuseppe Mendicino, direttore del Dipartimento Diam, ha discusso le ragioni di investire in iniziative sostenibili. EcoFair si presenta come una delle prime piattaforme in Italia a combinare la vendita di prodotti biologici con un impegno autentico verso la sostenibilità ambientale. Ogni articolo venduto sulla piattaforma è certificato biologico, e le spedizioni avvengono utilizzando packaging biodegradabile, riducendo l’impatto ecologico.

L’incontro ha anche favorito il dialogo tra startup, accademia e industria, affrontando temi centrali come l’importanza del venture capital per finanziare iniziative green e il ruolo della sostenibilità come motore di crescita. Questo dialogo è stato sostenuto da partner e sponsor, tra cui Confindustria, Silagum, Naturmed, Fattoria Bio e Il Giardino del Benessere, tutti attivi nel promuovere l’innovazione e la sostenibilità.

L’evento di lancio di EcoFair rappresenta un’opportunità fondamentale per riflettere su come il settore dell’e-commerce possa svolgere un ruolo cruciale nella costruzione di un futuro più sostenibile, attraverso pratiche che mirano al benessere del nostro pianeta e alla promozione di un’economia circolare. La startup si propone di essere all’avanguardia in questo cambiamento, incoraggiando un consumo responsabile e consapevole. (ef)

La mancata funzione di un ruolo del Sindacato nella vigilanza dell’idea iniziale dell’Unical

Dopo la pubblicazione della lettera del Sindacato  aziendale universitario Snals e la comunicazione del sondaggio indetto dalla “C News24” sulla scelta della figura più influente calabrese del 2024, individuata nella figura del Rettore dell’Università della Calabria, è doveroso fare chiarezza sul mancato ruolo della Organizzazione sindacale confederale nella vigilanza e tutela dell’idea progettuale iniziale dell’Università della Calabria, dalla cui nota abbiamo rilevato le cose che non vanno nell’attuale gestione dell’Ateneo calabrese e per questo merita un plauso; mentre per la vicenda dell’attivazione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, di cui all’iniziativa della “LaCNews24” anche qui è opportuno fare chiarezza e dare senso al valore della “Verità”.

diLa mancata funzione di un ruolo del Sindacato nella vigilanza Franco Bartucci

Ci meravigliamo, dato il ruolo e la funzione del sindacato in un contesto universitario particolare come l’Università di Arcavacata, non abbia avvertito l’esigenza di celebrare un evento straordinario come il cinquantesimo anniversario della sua nascita e come questo lo si stia facendo passare nel disinteresse assoluto, a cominciare dallo stesso Rettore, che il  tempo storicamente gli ha pure concesso questa posizione di prestigio, quale ottavo Rettore dell’Università della Calabria.

Poteva essere con gli adeguati festeggiamenti una grande opportunità d’incontro tra generazioni di studenti/laureati, docenti/non docenti del passato e del presente, società del territorio/mondo politico e delle istituzioni, per riflettere ed analizzare il passato insieme ed impostare nella gioia e nella consapevolezza dell’incontro un nuovo cammino comune per il cinquantennio futuro, nel quale siamo entrati già da tre anni pieni. Tutto ciò non lo è stato senza consegnare alla nuova generazione di studenti, come anche dipendenti, una memoria di appartenenza.

Nulla è stato fatto anche di fronte allo scippo che stava per accadere a seguito di una legge regionale, priva di memoria e conoscenza storica del territorio, con il disegno di legge regionale sulla città unica che prevedeva la fusione dei soli comuni di Rende, Cosenza e Castrolibero con l’esclusione di Montalto, dove l’UniCal ha diritto di svilupparsi fino ad incrociare l’asse ferroviario di Settimo di Montalto, come dimostrano gli elaborati del progetto Gregotti.

Peraltro è di questi giorni il piano di fattibilità presentato all’Unione Europea da Rfi Trenitalia per il raddoppio della Galleria Santomarco e la realizzazione di una stazione ferroviaria su territorio di Montalto Uffugo per servizio al Campus universitario di Rende.

Così è scritto nella relazione senza sapere che quella stazione ferroviaria è parte integrante del progetto dell’Università della Calabria. Anche di fronte a ciò il silenzio assoluto domina nella comunità universitaria, come nel  sindacato, che pure ha il diritto sacrosanto di intervenire per la promozione  e tutela di posti di lavoro soprattutto giovanile, se si guarda alle varie fasi di realizzazione delle strutture e al rapporto di impiego nei vari organismi lavorativi che vi avrebbero trovato casa.

Sono state nel passato tante le battaglie che il movimento sindacale ha difeso a sostegno delle specificità dell’Università, come il diritto alla residenzialità, l’autonomia gestionale del centro residenziale che una legge dello Stato ne aveva messo in pericolo l’esistenza ed altre rivendicazioni che fanno parte ancora della storia dell’Ateneo non ancora risolte, che una organizzazione sindacale ne dovrebbe avvertire il dovere di difenderle.

Eppure l’UniCal ha avuto dei padri fondatori dalle larghe vedute che hanno lasciato ai posteri della comunità universitaria una eredità di idee e programmi di avanguardia come: la legge istitutiva e uno statuto entrambi innovativi nella impostazione e nella organizzazione del lavoro, della formazione, nella ricerca in un Campus fiore all’occhiello della Calabria nel contesto di una “Grande Cosenza”, come la definiva il suo primo Rettore Beniamino Andreatta.

A proposito del sondaggio dell’emittente “La C News 24”

Resto non convinto e perplesso sul sondaggio lanciato da LaCNews24 sulla figura del personaggio più influente in Calabria per il 2024, che ha portato nella prima posizione il Rettore Nicola Leone, legando il tutto alla qualità della ricerca scientifica che trova campo nell’Università della Calabria per effetto dell’attivazione del corso di laurea in Medicina Chirurgia Tecnologie Digitali, che ha creato una forte attrazione per valenti luminari e talenti appartenenti a settori diversi emigrati in altri paesi.

Certo va riconosciuto il merito all’attuale Rettore (entrato ormai da due mesi nel suo ultimo anno di mandato rettorale sperando che sia indolore per effetto di strane e misteriose manovre che ne vorrebbero provocare una proroga) di aver saputo cogliere il frutto utilizzando le sue competenze in materia di informatica ed intelligenza artificiale applicate al settore, che altri prima di lui, come il prof. Pietro Bucci e soprattutto il prof. Sebastiano Andò avevano impostato con l’attivazione della Facoltà di Farmacia e scienze della salute e della nutrizione, fino a creare con la collaborazione di valenti docenti, impegnati anche attraverso il Centro Sanitario, un’area medica di primato assoluto in ambito nazionale come evidenziato dalla classifica Censis che collocava già nel 2016 la ricerca di area medica (A06) dell’Unical al primo posto in sede nazionale.

Quest’ultimo era prodromico (per usare un termine medico) di  un traguardo ancora più prestigioso, arrivato dagli organi di valutazione  ministeriali come l’Anvur che hanno riconosciuto il Dipartimento di Farmacia Scienze della Salute e della Nutrizione,  guidato dal prof. Sebastiano  Andò,  come dipartimento  di eccellenza nazionale   per l’area medica(A06), relativamente agli anni accademici 2018/2019, destinando allo stesso dipartimento un finanziamento quinquennale di  8 milioni di euro a sostegno della realizzazione del progetto di eccellenza che fu presentato.

Allo stesso tempo  il prof. Andò  si è impegnato  con successo alla realizzazione del primo corso di laurea per le professioni sanitarie inter-ateneo con l’Università della Magna Grecia, come primo atto di collaborazione tanto attesa  tra i due atenei per l’avvio di una rete formativa che di lì a qualche anno, come abbiamo visto ne ha trovato continuità con l’anno accademico 2020/2021  nella pervicace azione della nuova governance dell’Unical, a sostegno dell’attesa apertura dell’offerta formativa del nostro ateneo  all’area medica e delle professioni sanitarie.

Non è quindi il singolo soggetto che dà valore e prestigio all’Università, quanto il concorso di più figure e aree di competenza, oltre a quella dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, che stanno portando l’UniCal, non ancora completata nelle sue strutture per come individuabile negli elaborati dei progetti Gregotti e Martensson, nell’alone degli apprezzamenti nazionali ed internazionali per come emerge dalle varie reting  di valutazione. Un merito, quindi, per quanto riguarda la ricerca, che va distribuito all’intera Istituzione universitaria anche perché c’è ancora molto da fare, con lo stimolo ed il sostegno anche delle Organizzazioni Sindacali che mi auguro si sveglino a svolgere il loro ruolo di stimolo in modo vigile e propositivo.

A proposito dell’attivazione di Medicina a Reggio Calabria

A completamento del servizio, stimolato dal lavoro della “LaCNews 24” e del ruolo che l’informazione ha nella tutela della libertà, della democrazia, della trasparenza e nella formazione della società, è bene dire qualcosa a proposito degli accordi assunti in ambito universitario regionale, con lo stimolo del presidente della Regione Roberto Occhiuto, per attivare dopo Crotone anche Medicina e Chirurgia a Reggio Calabria, avendo sull’uscio di casa una consorella nella città di Messina. Questo ci porta a dire perché no, anche a Vibo Valentia, capoluogo di provincia?

Tutto questo mi riporta a pensare al primo Rettore dell’Università della Calabria, Beniamino Andreatta, che proprio in questi giorni l’Arel lo ha ricordato a Roma, presso la Camera dei Deputati, con un convegno celebrando i 25 anni del suo silenzio dopo il malore ch’ebbe tra gli scanni della Camera il 15 dicembre 1999.

Nel 1973 Catanzaro e Reggio spingevano per avere anche loro una sede universitaria statale. Come noto Catanzaro attivò subito, in collegamento con le Università di Messina e Napoli, la libera università con due corsi di laurea: Medicina e Giurisprudenza. La qualcosa creò molto malumore come si può riscontrare dalla lettura degli organi d’informazione dell’epoca.

In quella circostanza il Rettore Andreatta propose ai promotori dell’attivazione nelle due città calabresi dei corsi di laurea sopra citati, propose usando un termine modernissimo, quale “fare sistema”, di attivare anche in quelle città le loro università, ma avendo come sede amministrativa centrale l’Università della Calabria, unica riconosciuta dallo Stato a quell’epoca. Sappiamo come finì.

Fare sistema è di casa in altre Regioni italiane con successo.  ma in Calabria la strada è ancora lunga anche se c’è in corso questo tentativo per Medicina anche a Reggio Calabria. La considerazione da fare è che abbiamo perduto cinquant’anni della nostra storia e della nostra vita per essere fermi nella evoluzione dello sviluppo e della crescita economica, sociale e culturale dell’amata Calabria.  Cosa sarebbe stato della Calabria in campo medico sanitario se si fosse dato ascolto alla proposta del primo Rettore dell’Università della Calabria, Beniamino Andreatta, con la creazione di un sistema universitario calabrese?  (fb)

Un party studenti internazionali all’UniCal promosso dall’Associazione “Amici dell’Unical”

di FRANCO BARTUCCI L’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria” ha organizzato presso il Bistrot del Centro Residenziale, un party per salutare il Nuovo Anno insieme agli studenti stranieri che risiedono nel Centro Residenziale dell’Università della Calabria.

Di questa festa è stata la seconda edizione che l’Associazione ha inteso promuovere, dopo quella dello scorso anno, su richiesta del prof. Pietro Brandmayr, già pro Rettore e Presidente del Centro residenziale, nonché socio e vice presidente della stessa Associazione, che durante il suo mandato svolto nel periodo di rettorato del prof. Giovanni Latorre (1999/2013), ebbe modo di promuovere simili incontri con gli studenti stranieri durante il periodo delle festività natalizie e del nuovo anno.

In quel decennio gli studenti stranieri erano nell’ordine delle centinaia per effetto dei programmi Erasmus, Socrates o per gli accordi  intercorsi come con la Repubblica popolare Cinese  o tra Università per il conseguimento della doppia laurea, come nel caso dell’Università russa di Nizhni Novgorod con la quale venne istituita nel nostro Paese la prima Università Italo/Russia (Sospesa da due anni per effetto della guerra in atto tra la Russia e l’Ucraina) con Rettore il prof. Giuseppe Frega; mentre a seguito dell’attivazione dei corsi di laurea in lingua inglese tale numero, negli ultimi cinque anni, è cresciuto di molto superando le 1.300 unità provenienti da 97 Paesi del mondo.

In merito ai corsi di laurea in lingua inglese si è partiti con tre corsi attivati nel periodo del rettorato del prof. Gino Mirocle Crisci, a dieci corsi durante il periodo di rettorato del prof. Nicola Leone; mentre ne sono stati annunciati altri due per il prossimo anno accademico.

Una nota di merito per il successo ottenuto va alle decisioni prese dal Rettore e molto alla squadra dei suoi docenti delegati ai rapporti internazionali suddivisi per Paesi, coordinati dal prof. Giancarlo Fortino, che ha l’incarico specifico dei rapporti con le università della Cina (iniziato nel 1979 con il Rettore Pietro Bucci e proseguito con il Rettore Rosario Aiello) ed extra Unione Europea; nonché del responsabile dell’area Internazionalizzazione e coordinatore istituzionale Erasmus+, Gianpiero Barbuto, che ha maturato in questo settore una lunga esperienza di lavoro iniziato con il Rettore Giovanni Latorre, dopo l’entrata in quiescenza del dott. Raffaele Arena. Un periodo in cui si ebbe come delegato ai rapporti internazionali del rettore Latorre, il prof. Galileo Violini, docente di fisica presso l’omonimo dipartimento.

Prima di ritornare a parlare del party e dell’iniziativa promossa dall’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, istituita nel 2009 dal padre costruttore dell’UniCal, Aldo Bonifati, è giusto ricordare i nomi dei delegati del Rettore Nicola Leone ai rapporti internazionali. Detto del prof. Giancarlo Fortino, vanno citati i professori: Alberto Di Renzo, per Erasmus+; Luigi Boccia, per l’Europa (Extra Erasmus) e le alleanze Europee; Salvatore Straface, per Ecuador e Cile; Lorenzo Caputi, per Cuba e Santo Domingo; Natale Arcuri, per Messico e centro America; Laura Corradi, per l’India.

A questo impegno internazionale che viene espletato dai vari uffici sopra menzionati si aggiunge, per effetto della propria autonomia, pur passando dall’approvazione degli organi amministrativi e gestionali competenti, le funzioni dei tredici dipartimenti attualmente funzionanti, che hanno creato negli anni tali canali collaborativi scientifici tra le stesse Università.

La internazionalizzazione dell’UniCal deve crescere in quanto costituisce una colonna portante dello sviluppo dell’Università nel territorio, sia esso locale che regionale, ma deve essere collegata a doppio filo all’altra colonna portante dell’Ateneo costituita dal suo Centro Residenziale (Campus universitario) che deve anch’esso crescere e raggiungere la dimensione prevista dalla sua legge istitutiva  nelle forme gestionali ed organizzative previste dalla stessa normativa di legge e dal suo primo Statuto del mese di dicembre 1971, che ha due firme pesanti nella storia e nella nascita dell’Università della Calabria, il Rettore Beniamino Andreatta e d’Ordine del Presidente della Repubblica, il Ministro della Pubblica Istruzione, Riccardo Misasi, non trascurando un terzo nome nella figura del Presidente del Consiglio Aldo Moro, firmatario della legge istitutiva n° 442 del 12 marzo 1968.

Una iniziativa, come questa del party per gli studenti internazionali, promossa dall’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, ne costituisce memoria e ne rafforza il carattere e le caratteristiche della stessa Università che deve continuare a crescere per il suo bene e lo sviluppo del territorio su cui ha impiantato le sue radici.

Nell’incontro che si è svolto nel pomeriggio del 3 gennaio scorso, a cui abbiamo assistito, la presidente dell’Associazione Internazionale “Amici dell’UniCal”, la prof.ssa Silvia Mazzuca, ha avuto l’opportunità, presente la prof.ssa Patrizia Piro, Pro Rettore con delega proprio al Centro Residenziale, di presentare le finalità dell’Associazione agli studenti, raccogliendo i loro suggerimenti, attraverso la raccolta di appositi biglietti, per come migliorare la qualità della vita nel Campus, creando un rapporto di fiducia ed apprezzamento da parte loro nella gestione dei servizi. “Bellissimo pomeriggio abbiamo trascorso con gli studenti internazionali presso la Maison Bistrot del Centro Residenziale dell’UniCal”, ha dichiarato la presidente dell’Associazione, prof.ssa Silvia Mazzuca. 

«Tanto entusiasmo e voglia di comunità. Gli studenti hanno potuto scrivere messaggi con le loro idee su come migliorare la vita nel Campus, che come Associazione cercheremo di realizzare, per quanto possibile. Una comunità, quella internazionale, che ha bisogno di esprimere il suo potenziale per migliorare la vita di tutti».

Un Centro Residenziale “Giardino di Pace” 

Un Centro Residenziale non ancora ultimato, come sopra evidenziato, secondo lo spirito della legge istitutiva, ma che negli ultimi cinque anni per impegno competente profuso dalla prof.ssa Patrizia Piro, Pro Rettrice e delegata  a tale struttura residenziale, per merito anche  dello spirito collaborativo della dott.ssa Marcella Lorenzi, è cresciuta la socialità nel Campus e di conseguenza le note di credibilità che ci portano a manifestare apprezzamento e soprattutto “voglia” di ritornare ad occuparcene in quanto il Centro Residenziale costituisce, per effetto legislativo e storico  dell’UniCal, il  punto di maggiore  richiamo ed attrazione per la sua crescita in campo nazionale ed internazionale, anche per effetto della funzionalità delle associazioni studentesche, pure queste cresciute ( da una decina prima del quinquennio a 26 nel numero attuale) e per una migliore organizzazione dei centri comuni.

Ciò che mi ha sorpreso durante l’incontro è il fatto che nell’arena collocata accanto alla mensa e nei pressi dell’aula “Umberto Caldora” abbiamo visto un congruo numero di studenti di nazionalità diversa giocare a palla con tanto entusiasmo, mentre qualcuno mi diceva che le prime maisonnettes dell’antico borgo storico del campus universitario, entrate le prime cinque nel cinquantesimo anniversario della loro abitabilità, sono occupate in stragrande numero da questi studenti anche vietnamiti; mentre lì vicino dalla prof.ssa Patrizia Piro, delegata alle problematiche del Centro Residenziale, da circa due anni è stato realizzato un luogo “la stanza del silenzio”, dove questi giovani possono trovare i momenti da dedicare alla preghiera secondo le loro tradizioni religiose.

Così si fa spazio nella mia mente e nel mio cuore la visione del “Campus universitario di Arcavacata Giardino di Pace”, dove facile è incontrarsi, dialogare e prendere coscienza della propria identità umana, grazie a questo percorso iniziato dalla prof.ssa Patrizia Piro, Pro Rettrice, delegata al Centro Residenziale dell’Università della Calabria. Una umanità che ha trovato competenza,  dedizione e sacrificio – mi è stato detto –  nell’accoglienza degli studenti provenienti dall’estero nel campus universitario di Arcavacata durante gli anni del Covid 19. E questo è molto in quanto costituisce speranza perché la “visione del Giardino di Pace” sia realtà. (fb)