Vaccarizzo Albanese si presenta davanti al Santo Padre Papa Bergoglio per raccontare il caso della bambina somala operata al piede.
Buone pratiche di accoglienza, integrazione e tutela degli immigrati, la comunità di Vaccarizzo Albanese protagonista all’udienza con Papa Francesco per il caso della bambina somala operata al piede; un intervento estremamente delicato, unico nel suo genere che le ha consentito di vivere una vita normale.
«È stata un’esperienza emozionante – testimonia il sindaco Antonio Pomillo – condivisa, nell’ambito dei Corridoi umanitari, con la Comunità di Sant’Egidio che si è occupata della prima accoglienza in Italia della famiglia somala, poi trasferita a Vaccarizzo Albanese e qui, presa in carico dal Sistema accoglienza integrazione (Sai) che si occupa anche di attività di socializzazione e ludico-ricreative di questi bambini».
Al Papa il primo cittadino ha consegnato una bambolina abbigliata con il costume tradizionale arbëreshe ed una copia del volume sulla storia di Vaccarizzo Albanese del compianto Giorgio Marano.
Quinta di cinque figli, la bambina era giunta con i fratelli e la mamma a Vaccarizzo Albanese. Rilevati i gravi problemi di salute, la macchina della solidarietà si era attivata per individuare un medico che potesse operarla. Affetta da pseudoartrosi alla tibia destra, la minore Ruman è stata sottoposta ad intervento di crescita guidata dell’arto a mezzo placche di controllo di crescita tramite sistema Racoon eseguito dall’ortopedico pediatrico Luigi Promenzio. Al termine dell’allungamento dell’arto per crescita guidata, il dottor Promenzio provvederà a programmare un ulteriore intervento chirurgico di osteotomia correttiva e courretage della tibia destra per errata ed incompleta ossificazione angolata. (rrm)