di GIOVAN BATTISTA PERCIACCANTE – La Decontribuzione Sud è una delle misure assolutamente strategica per il sistema produttivo meridionale, che la Legge di Bilancio prevede venga sostituita con un’altra agevolazione di cui al momento non si conoscono né il contenuto né la modalità di funzionamento.
Grazie alla ‘decontribuzione Sud è stata preservata la base occupazionale, garantendo anche la crescita della forza lavoro. Dalla pandemia in poi, il Sud ha mostrato segnali di vitalità non indifferenti, in termini di Pil, investimenti, crescita delle esportazioni e incremento dell’occupazione, nonostante i fenomeni migratori interni.
Lo strumento della decontribuzione per il Mezzogiorno era stato pensato per attenuare, in modo semplice ed efficace, il differenziale negativo del fare impresa al Sud, agendo su una delle leve di costo. Differenziale dovuto a fattori noti e purtroppo a oggi irrisolti, a partire dalla dotazione infrastrutturale e dalla qualità dei servizi pubblici essenziali.
Le agevolazioni per le nuove assunzioni di soggetti svantaggiati non possono assolutamente compensare la perdita di questo strumento rilevante e la nuova misura, a valere sul nuovo Fondo costituito su scala pluriennale, dovrà essere altrettanto efficace nell’attenuare i gap di competitività.
I cinque anni previsti dalla norma che la istituisce agevolano le scelte di medio periodo e sono, perciò, una scelta positiva; il nuovo intervento dovrà però configurarsi come una misura di semplice utilizzo, cumulabile con altri incentivi e connessa alla componente lavoro e al necessario innalzamento delle competenze.
Andrà concordata con l’Europa per cui auspichiamo che quel negoziato conduca il prima possibile a un esito positivo, senza soluzione di continuità ed efficacia a partire dal 1° gennaio 2025. Un intervento ancora ambizioso nel puntare ad attenuare i divari e che non sia selettivo, poiché dovrà riguardare tutto l’apparato produttivo meridionale e la sua intera struttura occupazionale.
Confindustria a tutti i livelli, con il presidente Emanuele Orsini ed il vicepresidente con delega alle Politiche Strategiche e allo Sviluppo del Mezzogiorno Natale Mazzuca, vuole contribuire alla costruzione della nuova misura, consapevoli che dovrà inserirsi in una visione strategica per il Mezzogiorno, a sua volta articolata su due gambe: da un lato, il sostegno alla resilienza del tessuto economico esistente, in tutti i comparti, non in una logica assistenzialista, ma di mantenimento della capacità produttiva, proprio per non disperdere il potenziale di sviluppo enorme presente al Sud; dall’altro, una strategia che faccia leva sulle eccellenze esistenti e costruisca, attorno a queste, vere e proprie filiere strutturate e diversificate.
Un processo che va accompagnato con misure di sostegno incisive (come il credito d’imposta Zes Unica) e con investimenti infrastrutturali adeguati (non solo quelli finanziati dal Pnrr). (gbp)
[Giovan Battista Perciaccante è presidente di Confindustria Cosenza]