Questo pomeriggio, Girifalco, alle 18.00, in località Pioppi Vecchi, al via la seconda edizione del M.U.S.E Festival.
M.U.S.E. – La Musica come ispirazione per l’unione, la solidarietà e la responsabilizzazione sociale è un progetto europeo di scambio giovanile finalizzato a stimolare e ispirare i giovani all’idea dell’integrazione sociale, della solidarietà e delle imprenditoria attraverso la musica e le arti che coinvolge 24 ragazzi provenienti da Grecia, Ungheria e Italia.
L’obiettivo specifico di “MUSE” è stato quello di creare un gruppo di 24 provenienti da paesi e culture diverse, che lavorando insieme attivamente con la musica, il cinema e la fotografia e coinvolgendo alcuni #migranti ospiti dei centri SPRAR, hanno sviluppato i temi dell’integrazione, dell’immigrazione e dell’imprenditorialità sociale e “facendo” una reale inclusione sociale a livello locale attraverso l’organizzazione di un cortometraggio e di un festival musicale.
Si parte questo pomeriggio con un incontro-dibattito sul tema I borghi calabresi tra valorizzazione del patrimonio storico, turistico sostenibile e potenziamento dell’offerta storico-culturale come contributo allo sviluppo socio-economico della Calabria.
Intervengono Pietrantonio Cristofaro, sindaco di Girifalco, l’avvocato Luigi Muraca, il presidente dell’Associazione Borghi da rivivere, Giovanni Renda, Pietro Curatola, amministratore Cte, Angelo Marra, presidente dell’Associazione Reebot e Francesco Carnevale, del Borgo della longevità di Bivongi.
Presenta la serata Katia Rodinelli. Inoltre, s’inaugura l’esposizione artistica Up&Down a cura di Paola Lopreste e Mattia Simonetta.
«La seconda edizione – si legge in una nota degli organizzatori – si svolgerà in Grecia, mentre la terza in Ungheria, ampliando il numero di partner, paesi e partecipanti, tra quelli maggiormente interessati e direttamente coinvolti nella cosiddetta “crisi dei rifugiati”. Facendo lavorare insieme 24 partecipanti con diverse competenze, rappresentanti di 3 paesi, amanti della musica, giovani con spirito di iniziativa, abbiamo voluto incoraggiare e supportare i giovani migranti e i Neets (giovani non inseriti in nessun percorso scolastico o lavorativo), a creare il proprio futuro, il proprio lavoro, partecipando attivamente alla vita sociale delle proprie comunità e sviluppando un innovativo tipo di imprenditoria sociale idoneo a proporre un nuovo modello di ospitalità attraverso la musica e le arti».
«La musica – prosegue la nota – è sempre stata uno dei più potenti strumenti di cambiamento nella società, una vera e propria “musa” che ha ispirato i giovani ad agire nell’interesse del cambiamento sociale. Per questo la musica è stata sistematicamente usata nel corso del progetto attraverso le metodologie dell’educazione non formale». (rcz)