di FRANCO BARTUCCI – L’incontro fra i sindaci dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, e l’azienda Sateca S.p.a., gestore delle Terme Luigiane, programmato per ieri, giovedì 21 gennaio, al fine di concludere il concordato iter di restituzione volontaria dei beni del compendio termale e procedere alla definizione dell’accordo per il prosieguo dell’attività, da parte della società termale, non è giunto a conclusione.
Un’attività lavorativa che la Sateca, per evitare soluzioni di continuità e perdita di posti di lavoro, si sarebbe fatta carico fino all’effettivo subentro del nuovo soggetto gestore.
«I sindaci, però, mutando la linea di ragionevolezza sin qui tenuta – spiega la Sateca in un comunicato stampa – ed espressa ripetutamente nei precedenti accordi siglati dinanzi al Prefetto di Cosenza, secondo cui la gestione temporanea chiesta a Sateca avrebbe dovuto proseguire fino alla definitiva conclusione della procedura di selezione e subentro del nuovo soggetto gestore, nella fase contrattuale e di confronto di stamani, si sono presentati imponendo per la stesura dell’accordo una data ultimativa fissata inderogabilmente al 30 novembre 2021, indipendentemente dall’effettivo subentro del nuovo concessionario».
«Ad una simile pretesa la Sateca – si puntualizza nel comunicato – non ha potuto aderire, rilevando che, con una tale formulazione, qualora alla scadenza del 30 novembre 2021 non dovesse essersi conclusa l’articolata procedura di individuazione e subentro del nuovo gestore, l’attività termale si interromperebbe automaticamente, con gravissime ripercussioni sulla certezza dei posti di lavoro e con drammatici effetti sulla sopravvivenza stessa dell’azienda e dell’indotto di tutto il territorio».
«Stando così le cose – prosegue la nota della Sateca – siamo costretti a rinunciare a siglare importanti accordi con diversi tour operator, e bloccare la programmazione della stagione 2021. Al contrario, mantenendo la formulazione in precedenza condivisa tra i Comuni e Sateca, nell’ambito degli accordi siglati in Prefettura – ordinariamente utilizzata in qualunque cambio di gestione di servizi in concessione, appunto per evitare soluzioni di continuità e garantire i livelli occupazionali – si sarebbe potuto assicurare il servizio termale, garantendo e rispettando i diritti e gli interessi di tutte le parti in causa, in primo luogo i lavoratori».
La Sateca manterrà, comunque, fede all’impegno di restituzione volontariamente assunto, riconsegnando anche lo stabilimento San Francesco.
«A questo punto – conclude la nota – l’azienda, prendendo atto della irragionevole ed irremovibile pretesa dei sindaci dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, i quali dovranno assumersi la responsabilità dei gravissimi pregiudizi che ciò comporta in termini sociali ed economici, non può che auspicare l’immediato intervento del soggetto titolare delle acque termali, cioè la Regione Calabria, sinora apparsa silente ed indifferente». (rcs)